venerdì 29 maggio 2009

Autodromo del Veneto











Pubblico queto post così come l'ho ricevuto a mezzo e-mail da: http://www.motonline.com/index.cfm

Dopo 10 anni di lavoro il progetto Motorcity è pronto a partire, nonostante mille difficoltà. Tra Verona e Mantova sorgerà l'impianto più grande e avveniristico d'Italia. Se ne parla da diversi anni, ma il progetto dell'autodromo che dovrebbe vedere la luce tra i comuni di Vigasio e Trevenzuolo, nella periferia sud della Città di Verona, dovrebbe essere ad una svolta: al Palasport di Vigasio, lo scorso 20 aprile s'è tenuta una conferenza stampa tesa a chiarire i dettagli della futuristica struttura e le motivazioni che ne hanno rallentato la definizione. Abbiamo già avuto modo di raccontare di una conferenza stampa svoltasi in un albergo di Verona nel luglio 2007, dove all'interno della sala si esponevano le linee guida del progetto e all'esterno si assisteva a manifestazioni di gruppi di ambientalisti decisi a far abortire il progetto stesso: in questi mesi sono stati rivisti diversi dettagli, al fine di trovare delle risposte concrete a tutte le obiezioni mosse in ragione dell'impatto ambientale e del radicale cambiamento di cui la zona interessata sarà soggetta. Il risultato, presentato attraverso un fantascientifico video 3D, è una struttura faraonica (fin troppo ambiziosa, verrebbe da dire) che ha spiegato come la pista vera e propria sia solo una parte dell'impianto: al suo interno sono destinati infatti a svilupparsi ampie aree commerciali, un museo, un polo tecnologico con centro ricerche, 44.000 posti auto complessivi e addirittura un parco divertimenti a tema con 60 attrazioni. Non mancheranno poi le piste dedicate ai motard, ai Go-Kart, ai Rally e al Cross, il tutto a fare da cornice ad un autodromo modulare che potrà passare dai circa 5 km della pista "normale" ai 7 km dello sviluppo pieno (in questo caso con l'utilizzo di un tratto stradale realizzato con specifiche ad hoc). Altrettanto importati saranno gli spazi dedicati alla vegetazione, mentre per l'approvvigionamento energetico è stato definito un ampio sistema fotovoltaico in grado di autogestire il fabbisogno dell'intera struttura. Ogni costruzione interna verrà inoltre realizzata secondo le specifiche di bioedilizia "Casaclima", grazie all'impiego di materiali naturali e biodegradabili che testimoniano la grande attenzione rivolta all'ambiente. Stando a quanto comunicato, i lavori sono in attesa dell'approvazione definitiva, e dovrebbero partire nel 2010; il primo "step" prevede l'apertura della pista vera e propria nel 2013, mentre la configurazione completa dell'impianto dovrebbe essere inaugurata nel 2020, quindi dieci anni dopo l'inizio dei lavori. Inutile dire che la zona, attualmente tra le più depresse e desolate della Pianura Padana, subirà degli stravolgimenti notevoli, e per questo il progetto ha posto la viabilità al centro dell'attenzione attraverso la pianificazione di un casello specifico sulla Autostrada A22 e la realizzazione di una tangenziale a 4 corsie come collegamento al parco. Il costo totale dell'iniziativa è enorme: 1 miliardo di euro complessivi. Motorcity occuperà 420 ettari di terreno, per una superficie complessiva di circa 7.000.000 di metri quadri e, una volta ultimato, creerà lavoro per 12-15.000 persone, senza considerare l'indotto creato alle attività commerciali adiacenti e le persone (circa 2.000) impiegate per la realizzazione. L'obiettivo è infatti quello di realizzare una cittadina dei motori che sappia conquistare i turisti, oltre che gli appassionati, confrontandosi ad armi pari con realtà di livello mondiale come Indianapolis (USA), Disneyland Paris (Francia) o il più recente Portimao (Portogallo), solo per fare degli esempi. Numerose le raccolte di firme da parte delle associazioni ambientaliste, WWF prima fra tutte: nei giorni scorsi è stata sottoposta al Presidente della Repubblica una mozione per cancellare il progetto, ma la sala gremita di appassionati e autorità locali, campioni degli sport motoristici e giornalisti, ha evidenziato che i movimenti "pro autodromo" sono altrettanto numerosi, e che Motorcity ha la possibilità di divenire realtà.

L'argomento trattato in questo articolo ha senza ombra di dubbio suscitato il mio interesse. Sicuramente l'idea che nel nostro Pese venga realizzato un impianto di questo genere, non può che fare piacere: prestigio, nuovi posti di lavoro dia per eralizzarlo che per gestirlo, ecc.. ecc.. Leggendo però l'articolo poi iniziano a sorgere i primi dubbi e la domanda che ne emerge è: ma come, lo iniziano nel 2010 e sino al 2020 non sarà completamente a regime? In Italia, si sa, siamo maestri nell'arte di iniziare un'opera senza sapere quando essa verrà portata a termine.. Sorge anche spontaneo anche chiedersi: ma il gioco varrà la candela? Un impianto di questo genere, sarà in grado di giustificare gli investimenti richiesti e risultare redditizio? Le competizioni che richiamano le grandi masse pubblico (e quindi i grandi Sponsor..) sono generalmente il Motomondiale, la SBK e la F1.. In Italia questi Circus fanno già tappa (addirittura la SBK ne fa 3!!!), sarebbe possibile aggiungerne una nuova per ogni manifestazione, o fare lavorare questo impianto, andrebbe a discapito degli altri circuiti già esistenti? Il nostro paese vanta alcuni circuiti tra i più belli del mondo: Mugello, Imola, Misano Adriatico, Monza, Vallelunga. Io penso che si farebbe bene ad investire (al fine di potenziarle e renderle competitive a livello mondiale), su queste strutture che mettono sul piatto una gloriosa storia piuttosto che costruire ex-novo un impianto, con il forte rischio che esso non incontri i favori del pubblico, o che anche nel caso lo faccia, per lavorare debba togliere opportunità agli altri circuiti di Casa nostra.

giovedì 28 maggio 2009

AAA: Motoraduno "MOTOCONCENTRAZIONE" sabato 13 & domenica 14 giugno 2009



E' con grande piacere che pubblico su Cesena Bikers la locandina e il programma della seconda edizione del motoraduno: Seconda Motoconcentrazione: "Qualcosa di grande per i piccoli"..
Concorre infatti all'organizzazione dell'evento il Cesena Biker Alessandro "Ale" "Il fluido" Barducci..
Cesena Bikers parteciperà all'evento! Invito inoltre i lettori del blog a prendervi parte!!
PROGRAMMA:
Ritrovo ore 14:00 presso il Circolo ENDAS sito in via Cervese 2548, a Villa Chiaviche di Cesena (FC)
Partenza ore 15:30 alla volta di Ranchio (passando da Sarsina), dove ci aspetta l'aperitivo.
Ore 17:30 circa arrivo a Campiano con salsicciata , birra e Musica LIVE fino a notte fonda.
Possibilità di campeggio in loco.
Al mattino colazione tutti insieme con paste fresche gentilmente offerte da "Pasticceria Moderna".
Poi tutti a casa.
Costo di iscrizione 20,00 euro comprensiva di: Sciarpa in lino (fatta a mano); Aperitivo; Buono pasto + 2 birre; Adesivo ricordo.
Il ricavato andrà devoluto in beneficenza.
Per info.:
Tel. 340/54.15.502 Rossano

martedì 26 maggio 2009

AAA: uscita del 07 giugno 2009







Pubblico con grande anticipo, il programma del "motogiro" previsto per domenica 07 giugno 2009. In questa occasione andremo ad affrontare quella che è stata la più classica delle uscite dei Cesena Bikers durante la "motostagione" 2008: la famigerata 5 passi. Il rendez-vous è previsto alle ore 09:30 davanti alla solita, inimitabile Pasticceria Ulivi di Cesena. Il primo passo che andremo a percorrere sarà il Colle del Carnaio. Discesa fino a Santa Sofia e su per la Calla. Si svalica e si arriva fino a Stia. Da qui si svolta a destra in direzione Londa percorrendo il passo di Croce ai Mori. Trasferimento da Londa fino a Pontassieve per imboccare la bellissima Consuma. Arrivo a Bibbiena e trasferimento sino a Soci da dove inizia il Passo dei Mandrioli. Una volta giunti a San Piero in Bagno decideremo se fare ritorno a casa con la E45 oppure se percorrere a ritroso il Colle del Carnaio. Ragazzi non perdetevi questa uscita!

24/05/09 Uscita dei Cesena Bikers & Moto Maddy












Ieri, domenica 24 maggio 2009, il gruppo Cesena Bikers, ha partecipato al “motogiro” organizzato dal negozio di articoli moto: Moto Maddy. Va subito premesso che il merito dell’ottima riuscita di questo “motogiro” è da assegnare completamente a Maddy (titolare appunto dell’omonimo negozio). L’organizzazione è stata infatti impeccabile: partendo dalla colazione volta a far prendere confidenza ai vari partecipanti a questa iniziativa, sino ad arrivare alla minuziosa scelta del percorso: Maddy ha infatti ha optato per farci percorre strade bellissime che ci hanno regalato stupendi panorami ma anche un grande, immenso piacere di guida. Un plauso particolare va poi fatto alla nostra amica per il ristoro al quale ha prenotato il pranzo: l’agriturismo le Ceregne. Di solito infatti siamo abituati a mangiare panini o proprio al massimo la “famosa spianata della Consuma” nelle nostre uscite in moto e, trovarci a tavola in bellissimo posto con un menù composto da tagliatelle al ragù di lepre, salsicce, cinghiale, crostini, non può che averci resi felici e contenti! Anche il tempo ci ha aiutato, regalandoci una giornata soleggiata e caldissima, veramente ideale per una uscita di questo tipo. A prendere parte a questo “motogiro” eravamo in 12; come detto l’uscita è stata organizzata da Maddalena, quindi il luogo di rendez-vous è stato il suo negozio di articoli moto. Il gruppo ha preso il via alle 09:00. Dopo il logico “trasferimento”, ci siamo diretti a San Leo, Villagrande e Ponte Cappuccini dove abbiamo svoltato a sinistra in direzione Urbino. Questo primo tratto si presenterebbe, come già scritto in precedenza, molto divertente e piacevole, se non fosse per l’asfalto che è in condizioni che definire pietose è fargli un complimento. Inoltre siamo capitati nel bel mezzo del “motogiro” di uno “scooter raduno” e quindi per motivi di sicurezza abbiamo tenuto una andatura molto, molto bassa. A questo punto abbiamo fatto un altro tratto di trasferimento, sino ad arrivare a Sant’Angelo in Vado e a Urbania. Da Urbania sino a Urbino invece abbiamo avuto il primo vero assaggio di quello che ci avrebbe riservato la giornata: una strada bellissima, asfaltata di recente che sale dolcemente sino ad arrivare alla bella città marchigiana. Ad Urbino abbiamo fatto la prima sosta per dissetarci e rabboccare i serbatoi. Un volta ripartiti, ci siamo diretti al primo vero passo della giornata: Bocca Serriola. Per noi Cesena Bikers si è trattata della “gran prima” su questo bellissimo valico che unisce Marche ed Umbria. Per descrivere questa strada, non basterebbe a mio avviso un fiume di parole.. E’ semplicemente stupenda! Prima di tutto è ben asfaltata e presenta una carreggiata molto larga; in seconda battuta ma non certo meno importante Bocca Serriola presenta un disegno spettacolare: sembra disegnata volutamente per i motociclisti. Il primo tratto di questo passo è larghissimo e presenta dei “curvoni” a raggio ampissimo intervallati da lunghi rettilinei. In questo tratto, con una moto con una ciclistica a punto e molti cavalli, si può realmente fare la differenza in quei “curvoni da appoggio”. Passata la prima, velocissima parte, la strada inizia a salire. Il disegno delle curve varia leggermente, in quanto esse si presentano meno veloci di quanto non lo siano nel tratto precedente, ma consentono comunque una guida rotonda e pulita. I rettilinei si fanno ovviamente più brevi e le staccate più decise. Un volta “svalicato” inizia il tratto in discesa: qui il divertimento è davvero tanto. Non ci sono curve “secche” in questo passo e questo permette di impostarne l’entrata facendo si che ci si possa godere veramente il piacere di guidare su questa meravigliosa strada. A malincuore, abbiamo lasciato Bocca Serriola alle nostre spalle e ci siamo diretti verso il ristoro. Un altro tratto di trasferimento, nel quale abbiamo goduto del magnifico panorama offerto dal Lago di Montedoglio e siamo arrivati all’Agriturismo le Ceregne. Dopo esserci abbuffati, con la tuta che ci andava un po’ più stretta, siamo saliti nuovamente in sella per dirigerci verso il passo dello Spino e della Verna, dopo aver fatto un altro veloce rifornimento alle nostre moto. Arrivati a questo secondo valico abbiamo avuto una bellissima sorpresa: è stato asfaltato di recente e addirittura sono stati disegnati i cordoli rossi e bianchi e sono stati posti i cartelli di segnalazione di distanza delle curve, in quanto ci si è corsa qualche domenica fa, una gara di “velocità salita”. Il Passo dello Spino e della Verna è stupendo, solo che essendo molto veloce, risulta essere anche troppo breve da percorrere. Presenta degli allunghi molto decisi che terminano con delle belle staccate in quanto le curve sono decisamente più pronunciate di quanto non lo siano a Bocca Serriola. Passato il passo dello Spino e della Verna abbiamo fatto un ulteriore trasferimento sino a Soci, in Toscana dove poi abbiamo imboccato l’ultimo passo della giornata: i Mandrioli. Cosa dire dei Mandrioli che non sia già stato detto e ripetuto a iosa (essendo al momento il passo che abbiamo percorso più volte in questa motostagione 2009): gran bel passo. Completamente agli antipodi rispetto agli altri due che abbiamo percorso, con la sua serie interminabile di curve e controcurve, il passo dei mandrioli è una vera e propria serpe che si inerpica tra le montagne che dividono la Romagna dalla Toscana. Come sempre, per essere efficaci in moto su questa bellissima strada immersa nel verde, occorre impostare il ritmo corretto sin dall’inizio pennellando le sue “esse”. Una volta terminato anche quest’ultimo passo, ci siamo fermati a Bagno di Romagna per l’ultimo “abbeveraggio”. Qui una parte del gruppo che ha fatto ritorno a Cesena percorrendo la E-45, mentre Enrico, Omar e Barnaba, non paghi dal giro, hanno optato per fare ritorno a casa, passando dal Colle del Carnaio. Alla fine di questa lunga, intensa, fantastica giornata di motociclismo il contachilometri ha fatto registrare 387 Km percorsi. Non c’è che dire, davvero un gran bel giro. Come sempre concludo ringraziando tutti i partecipanti. Il grazie più sentito va però di diritto a Maddy, che ha organizzato il tutto con passione e competenza. E’ superfluo dire che al prossimo “motogiro” organizzato da Moto Maddy, Cesena Bikers parteciperà sicuramente!

mercoledì 20 maggio 2009

Moto2: Motore e Regolamento


Stesso propulsore per tutte le moto che correranno la Moto2: sarà derivato dall'Honda CBR 600.

Su Cesena Bikers già in precedenza avevo pubblicato un post inerente la "Moto2" ovvero la nuova categoria che andrà a sostituire l'attuale classe 250cc nell'ambito del motomondiale(http://cesenabikers.blogspot.com/2008/11/la-600cc-da-gp-e-gia-realta.html). Va detto che questa, a prescindere dalle considerazioni personali e oggettive circa la domanda che tutti gli appassionati si pongono: "La Moto2 sarà migliore o peggiore dell'attuale 250cc?"; rappresenta un vero e proprio cambiamento epocale. Come già scritto nel post precedente, io sono un estimatore delle moto a 4 tempi e quindi giudico questo cambiamento positivo. Ovviamente parlo (e scrivo..) da semplice appassionato e non da tecnico o da team manager, quindi allo stato attuale non sono assolutamente in grado di valutare se questa svolta nel mondo delle competizioni risulterà essere davvero più economica della soluzione attuale. Di sicuro va detto che la produzione mondiale della motocicletta verte oggi su propulsori a 4 tempi e quindi capisco quelle Case che non vogliono più investire nelle 2 tempi, non avendo più un "travaso" tecnologico dalle competizioni alla serie e non avendo più un ritorno d'immagine dalle corse direttamente riconducibile ad un dato modello di serie. Quello che a mio avviso si rischia però è che la Moto 2 risulti essere un inutile clone della 600 Supersport che già vediamo in pista. Come sempre saranno i piloti sui circuiti a fare la differenza e a dirci se questa formula sarà spettacolare o meno. In questo post inserisco quella che ad ora è la "bozza" del regolamento tecnico della nuova formula:
Tutti i piloti correranno con un propulsore derivato dalla Honda CBR 600 fornito gratuitamente dall'Irta e utilizzabile solo per gare e test ufficiali. Non ci sarà il monogomma. Iscrizioni aperte al Mugello, entro fine maggio si chiudono le preiscrizioni al mondiale Moto2 del prossimo anno. Il "bando di concorso" riguarda soprattutto i team privati della MotoGp, invitati caldamente a seguire questa nuova avventura del motomondiale. Si diceva che mancano specifiche tecniche, eccole, da fonte ufficiale. Il motore è derivato dall'Honda CBR 600 (quattro cilindri 600 cc) e i team sono stati consigliati a sviluppare le ciclistiche attorno ad un motore di serie. Quindi quello Moto2 avrà le stesse misure e identici attacchi. Il sistema di alimentazione sarà identico a quello di serie, almeno nelle misure esterne. La centralina elettronica potrà avere diverse mappature, ma in numero limitato (non ancora deciso) e il regime massimo di rotazione concesso sarà di 16.500 giri\minuto. Ancora da decidere il tipo di frizione che potrà essere a secco o in bagno d'olio, soluzione, quest'ultima, poco racing. Il cambio non sarà estraibile. La Honda fornirà rapporti adeguati alle esigenze. Nel caso ci fosse qualche costruttore in cerca di ispirazione, saranno disponibili progetti al CAD. La Honda consiglierà ai tecnici come lavorare su air box e scarichi che saranno lasciati al costruttore, in ogni caso il limite di rumorosità sarà di 115 decibel. Il sistema di acquisizione dati avrà un numero fisso di sensori e verrà fornito al costruttore. Incredibilmente, visto che in MotoGP esistono, in Moto2 non ci saranno limiti alla capacità del serbatoio! Si sta trattando con un fornitore unico di carburante e lubrificante per contenere i costi. Non si useranno benzine standard, ma speciali. Un capitolo molto interessante riguarda i pneumatici: non si parla di monogomma, ma di trattative con vari fabbricanti. La rosa è questa: Bridgestone, Michelin (che sta provando da mesi soluzioni per la nuova categoria) e Dunlop. In ogni caso cerchi da 17 pollici. Interpellato sul caso, il rappresentante di un "gommista" ha quantificato la fornitura per una stagione (telai di due moto) attorno ai 100.000 euro. Praticamente il costo di una moto! E adesso inizia la parte davvero interessante, ovvero la gestione. I motori saranno gestiti direttamente dall'Irta (l'associazione dei team) e saranno trasportati direttamente da questa associazione. Potranno essere utilizzati solo nella Moto2 e non in gare di altri campionati, anche nazionali. Quindi nel CEV non corrono (e non correranno) Moto2 "vere", ma solo qualcosa di simile. I propulsori, le centraline e il materiale per l'acquisizione dei dati verrano forniti gratuitamente alle squadre iscritte al campionato. I motori potranno essere usati (anzi, saranno disponibili) solo per gare e test ufficiali. Per test e sviluppo i costruttori dovranno usare un motore CBR di serie. I motori verranno distribuiti casualmente alle squadre e andranno restituiti all'organizzazione alla fine di gare o test ufficiali; solo in caso di gare che si susseguono settimanalmente i propulsori resteranno montati sulle moto. Verranno sigillati e non potranno essere aperti dalle squadre, le revisioni saranno fissate dal costruttore. In caso di rottura del motore, si potrà chiederne uno di scorta. Nei campionati nazionali si potranno usare le Moto2, ma con motori di serie e di minor potenza. Il prezzo non è stato fissato (un bell'affare al buio!) ma l'organizzazione garantisce un costo inferiore a quello della attuale 250. In attesa delle adesioni dei team della MotoGp (per ora "nicchia" solo Gresini, gli altri sembrano aver accettato), appuntamento al Mugello per conoscere i nomi dei primi iscritti. Il mondiale più strano di sempre, dove tutto è libero fuor che il motore, è già iniziato.
Il post è stato tratto da:

martedì 19 maggio 2009

Egli-Vincent: terza generazione














































































Posto l'articolo così come mi è stato inoltrato a mezzo e-mail da:
Nelle foto partendo dall'alto:
1) La bellissima versione racing originale datata 1970.
2-12) La versione attuale della motocicletta.
Negli Anni '50 era la moto di serie più veloce del mondo. Quasi vent'anni dopo Fritz Egli la dotò di un suo telaio e ne fece un bolide di straordinaria grinta, vero simbolo di un'epoca, che oggi rivive nella moderna replica in vendita a 50.000 euro. Lo specialista francese di moto classiche, Patrick Godet, ha un'eccellente reputazione che gli deriva dall'ottima qualità e dalla fedeltà assoluta delle oltre 60 Egli-Vincent replica che ha costruito e venduto in tutto il mondo negli ultimi 13 anni, oltre che dalla sua bravura nel restaurare le Vincent originali. I modelli Egli-Vincent sono i soli ad avere l'approvazione ufficiale di Fritz Egli (lo specialista svizzero che nel 1967 dette vita al concetto di café racer con la bicilindrica Egli-Vincent di 1000 cc) per l'utilizzo del suo nome. L'ultimo riscontro positivo a favore di Godet è stato proprio l'acquisto da parte dello stesso Egli di una replica che Patrick ha allestito nella sua officina di Rouen. Una fiducia ben riposta, potremmo dire, alla luce delle fantastiche caratteristiche di guida dell'ultima versione da 1330 cc che lo specialista francese ci ha fatto provare nel cuore della Normandia, a nord di Parigi. È davvero curioso notare come la Svizzera abbia dato i natali a un autentico genio della motocicletta, capace di creare alcuni tra i mezzi più belli degli ultimi quarant'anni. Tuttavia, è ancora più paradossale che nell'ultimo quarto di secolo, il più grande restauratore di moto Vincent sia stato un francese, anziché un inglese.Patrick Godet, oggi cinquantaquattrenne, ha acquistato la sua prima Vincent nel 1974, quando aveva 23 anni. Da allora, ha dedicato la sua vita al marchio britannico, oltre che all'equivalente della Vincent nel campo delle quattro ruote: la Aston Martin. Dal 1996 a oggi, poi, Godet ha deciso di concentrarsi esclusivamente sulla Vincent, dando vita alle splendide repliche di cui sopra e dedicandosi al restauro degli esemplari originali. Il primo di questi moderni esemplari è infatti uscito dall'officina di Godet nel 1986, a dimostrazione della fama che si era conquistato nella prima metà degli anni Ottanta all'interno delle gare per moto storiche grazie alla cosiddetta Speciale, la bicilindrica Vincent da corsa più vittoriosa del recente passato. La Speciale è stata sviluppata in Francia e nelle mani dello stesso Patrick e di Hubert Rigal ha raccolto successi a ripetizione, compresa la vittoria nella prestigiosa "Vintage Race of the Year" che si corre in Inghilterra. "Molta gente diceva che una Vincent non avrebbe mai potuto reggere il confronto in gara con le Triumph e le Norton in termini di maneggevolezza, frenata, velocità e affidabilità, ma io ho dimostrato il contrario!", ebbe a dire Godet 25 anni fa, durante un test sul circuito di Snetterton, dopo che, a parità di pilota, la Speciale aveva fatto segnare un tempo di 2 secondi inferiore a quello della più moderna Ducati 750 Super Sport. In poche parole, la moto di Patrick era maledettamente veloce. Dopo quell'episodio, infatti, il tecnico francese ha iniziato a costruire dieci repliche della Vincent monocilindrica di 500 cc soprannominata Grey Flash. Grazie all'esperienza maturata in questo tipo di attività e alle parti che nel frattempo replicava con grande fedeltà, Godet ha potuto contare su un'ottima base quando, circa 13 anni fa, ha deciso di ricreare la prima café racer Egli-Vincent."Avevo da parte alcuni telai Egli originali, uno dei quali mi è servito per costruire la dima con cui replicarli. – spiega Patrick – A onor del vero, non pensavo che questa operazione potesse riscuotere tanto successo. Del resto le Vincent venivano costruite in Inghilterra e non in Francia, ma appena ho realizzato i primi esemplari sono stato letteralmente sommerso dagli ordini! Così ho deciso di chiedere a Fritz Egli l'autorizzazione per quello che stavo facendo. Ci siamo incontrati e gli ho fatto vedere i miei lavori. Lui si è complimentato con me, dandomi subito il permesso di utilizzare il suo nome sulle mie moto, dal momento che, secondo lui, la cura con cui le stavo costruendo era addirittura superiore a quella che era solito profondere lui stesso! Non ha neppure voluto che gli pagassi delle provvigioni su ogni moto venduta, dicendo che altrimenti non avrei guadagnato un gran che… Ad ogni modo, sono l'unico al mondo ad avere il diritto di costruire delle Egli-Vincent. Ci sono infatti altre persone che lo fanno, sia in Inghilterra che altrove, ma non si tratta di veicoli certificati come quelli che escono dalla mia officina. Lo stesso Fritz conferma che non nessun altro può chiamare una moto con il nome di Egli-Vincent". Ognuna delle oltre 50 moto che Patrick Godet ha ricreato ispirandosi ai capolavori di Fritz Egli rappresenta qualcosa di speciale, una vera replica realizzata a mano secondo i più alti standard qualitativi, come testimonia anche il prezzo di 49.900 Euro. Nonostante ciò, comunque, gli ordini che Godet deve evadere al momento lo terranno impegnato fino al prossimo ottobre, al ritmo di una moto al mese. Le Egli-Vincent utilizzano il caratteristico telaio monotrave, il cui tubo principale in acciaio funge anche da serbatoio dell'olio, con bretelle in cromo molibdeno che abbracciano il motore, a cui è attribuito il compito di fungere da elemento stressato della struttura. Si tratta in pratica di una moto classica costruita con componenti moderni, cui va riconosciuto il raro merito di coniugare il fascino del passato con la funzionalità del presente, anche se certe caratteristiche tecniche, come il freno anteriore a tamburo replica Fontana, la geometria di sterzo conservativa, con il cannotto inclinato di 28°, e la ruota anteriore da 19" hanno dei limiti oggettivi. Una moto come questa, tuttavia, non va certo paragonata a una supersportiva attuale, ma va apprezzata in rapporto agli standard dell'epoca per il piacere di guida e la maggior affidabilità rispetto a un mezzo restaurato. Il bicilindrico Vincent a V di 50° con distribuzione ad aste e bilancieri è infatti ottimamente progettato, oltre al fatto di essere assemblato da Godet unicamente con parti nuove, commissionate ai migliori fornitori del mondo. Lo specialista francese, comunque, non si è limitato a replicare fedelmente il motore di 998 cc, ma è andato oltre, maggiorandone la cilindrata fino a 1329 cc, grazie a un aumento dell'alesaggio e della corsa, ottenendo prestazioni e una facilità di guida, soprattutto su strade aperte al traffico, ancora superiori. Per fare questo, Godet ha addirittura realizzato dei nuovi carter motore, in grado di supportare il maggior alesaggio. I pistoni forgiati sono realizzati dalla Wossner in Germania, vengono abbinati a bielle JPX e scorrono entro cilindri con canna in Nikasil. Il rapporto di compressione è pari a 8,4:1. Le nuove teste prevedono valvole in acciaio della G&S, due per cilindro, di diametro maggiorato, dotate di sedi e guide compatibili con la benzina senza piombo. L'alimentazione è assolta da due carburatori Mikuni VM da 36 mm, al posto degli Amal Concentrics che equipaggiavano la versione da un litro. Ne risulta una potenza massima pari a 88 CV a 5300 giri, vale a dire circa 20 in più rispetto al motore di 998 cc, per una coppia di 12,0 Kgm a soli 3000 giri: davvero un bel risultato per una moto che pesa soltanto 178 Kg con tutti i liquidi ma senza carburante.Il cambio è a quattro marce e, secondo Godet, si sposa abbastanza bene con le caratteristiche del motore, ma su richiesta può essere installata una nuova unità a cinque marce che Patrick ha sviluppato in modo da esaltare le doti del bicilindrico di 1329 cc, che fa raggiungere alla Café Racer una velocità massima di circa 220 Km/h davvero ragguardevole. A frenare la Egli-Vincent ci pensano un tamburo anteriore replica Fontana da 210 mm e un Vincent 2LS da 7" al posteriore, così come accadeva sul modello originale. La forcella è una Ceriani telescopica con steli da 35 mm, mentre al retrotreno compaiono due ammortizzatori regolabili nel precarico dell'inglese Maxton. L'impianto frenante anteriore è valido fin tanto che si viaggia a velocità moderata, ma tende a scaldarsi con facilità e necessità di un'azione piuttosto decisa sulla leva. Ai clienti che ne fanno richiesta, Godet installa un tamburo anteriore da 230 mm che, a fronte di un peso leggermente superiore e quindi di una minor maneggevolezza del mezzo, offre una potenza frenante più adeguata. Nulla da dire, invece, sull'impianto posteriore.Il forcellone impiega gli stessi caratteristici tubi a sezione semiellittica del modello originale, mentre altri componenti interni al motore, come quelli della distribuzione, gli ingranaggi del cambio e la trasmissione primaria a tripla catena vengono realizzati da un'azienda di engineering posseduta dall'attuale proprietario del marchio Vincent, David Holder, anch'egli entusiasta del lavoro portato avanti da Patrick.Sono invece di concezione più moderna l'alternatore della francese Alton, la frizione a secco con dischi in kevlar e, udite udite, l'avviamento elettrico! Chi ha avuto infatti occasione di possedere una Vincent originale sa quanto difficile, faticoso e frustrante fosse far partire il motore attraverso l'uso dell'apposita pedivella, dunque l'aggiornamento introdotto da Godet rappresenta una sorta di manna dal cielo. La possibilità di provare la replica dello specialista francese, soprattutto nella versione Café Racer di 1329 cc, fa viceversa tornare il sorriso a quanti si sono dovuti scontrare sulla scarsa praticità di questo tipo di moto.L'esemplare protagonista del test aveva già 6000 Km sul grosso tachimetro Smiths, riparato dalla tradizionale semicarenatura con cui Egli equipaggiava i propri mezzi e che, in seguito, sarebbe stata ripresa da Ducati sulla 750 Super Sport. Ad ogni modo, anche utilizzando il kickstarter, basta un colpo ben assestato e il bicilindrico prende vita istantaneamente, a testimonianza dell'ottimo lavoro svolto da Godet a livello di messa a punto e ottimizzazione dei componenti interni al propulsore.L'utilizzo dell'avviamento elettrico, tuttavia, permette di avviare il motore senza prima aver messo il cambio in folle, visto che questa operazione si rivela più difficoltosa del previsto, soprattutto a motore spento, nonostante che la frizione abbia un comando piacevolmente morbido, e in effetti, talvolta, anche l'inserimento della prima marcia crea qualche problema. Poco dopo essersi avviato, il bicilindrico a V di 50° si stabilizza sul regime di minimo, pari a circa 1000 giri, accompagnato da una rumorosità meccanica piuttosto contenuta se paragonata a quella di altri motori ad aste e bilancieri dell'epoca. Il funzionamento del motore Vincent è inoltre molto regolare e caratterizzato da un livello davvero basso di vibrazioni, anche agli alti regimi. L'impressione è che al suo interno siano state curate in modo particolarmente attento le tolleranze e ridotti al minimo gli attriti, mentre la tonalità emessa dallo scarico 2 in 1 e il risucchio proveniente dai carburatori (disposti sullo stesso lato come sulle Harley-Davidson) lasciano intendere che, comunque, il propulsore non scherza ed è pronto a tirare fuori i muscoli. Sul ponte di comando salta subito agli occhi la presenza del grande tachimetro Smiths con fondoscala a 150 miglia orarie, alla destra del quale c'è invece il piccolo contagiri Chronometric che arriva fino a quota 8000.La leva della frizione è molto morbida, mentre il comando del cambio, sul lato destro, rende difficile, ma non impossibile, l'inserimento della prima marcia. Una volta percorsi i primi metri, poi, si ha modo di apprezzare la grande riserva di coppia messa a disposizione dal bicilindrico Vincent fin dai bassi regimi. La spinta infatti si fa interessante già a partire dai 1500 giri e, fatto ancora più considerevole, è possibile spalancare completamente il gas non appena la moto prende velocità.L'accelerazione che ne risulta è davvero impressionante, a testimonianza del fatto che l'aumento di cilindrata operato da Godet ha prodotto ottimi risultati, tanto che è possibile "trattare" la Egli-Vincent 1330 come una moto moderna, senza prestare particolare attenzione al fatto che il suo progetto risale a circa cinquant'anni fa. Basterebbe infatti montare un freno a disco all'avantreno per ottenere una delle moto più godibili del ventunesimo secolo, adatta a percorrere lunghi tratti extraurbani e, al tempo stesso, perfettamente a suo agio nel traffico cittadino, grazie al connubio tra la spaziatura del cambio e l'erogazione del motore. La Egli-Vincent si dimostra inoltre particolarmente efficace negli allunghi, dimostrando di poter mantenere senza sforzo velocità sostenute grazie ai suoi 88 CV, gli stessi di una moderna Ducati Sport Classic. Di sicuro, la moto allestita da Godet dà la sensazione di avere un ottimo spunto, esente peraltro da qualsiasi tipo di strappo a livello di trasmissione. Cambiando intorno ai 5000 giri, si rimane sempre a cavallo della curva di coppia, ottenendo una valida accelerazione, nonostante vi sia una spaziatura piuttosto ampia tra la seconda e la terza marcia. Nel rapporto più alto, con il motore a circa 3000 giri, si viaggia intorno ai 130 Km/h, più che sufficienti a coprire lunghe percorrenze in relativa scioltezza, senza naturalmente pensare al fatto che si sta guidando una moto da 50.000 Euro! Anche la posizione di guida, nonostante le pedane molto arretrate, risulta abbastanza confortevole grazie alla sella ben imbottita, con il busto inclinato in avanti e le braccia protese verso i semimanubri che conferiscono una sensazione di grande controllo del mezzo. La forcella Ceriani da 35 mm e la geometria di sterzo piuttosto conservativa determinano una guida non particolarmente agile, ma se non altro l'avantreno ha reazioni prevedibili e la moto si comporta abbastanza bene anche in presenza di fondi sconnessi. Il telaio Egli si dimostra stabile e ben bilanciato, con gli ammortizzatori che conferiscono ulteriore stabilità grazie alla loro ottima taratura. Le principali quote ciclistiche sono dunque impostate in modo tale da non far sentire la mancanza di un ammortizzatore di sterzo neppure quando la Vincent-Egli avrebbe tutti i motivi per scomporsi o palesare nervose reazioni, come in caso di buche o dossi affrontati a velocità sostenuta. Se non fosse per la limitata potenza frenante offerta dal tamburo anteriore (il posteriore funziona abbastanza bene), la Egli Vincent avrebbe un comportamento simile a quella di una Ducati 750 Super Sport a coppie coniche, anche se ovviamente è stata la Casa bolognese a riprendere i concetti introdotti dalla Café Racer, come l'avantreno ben piantato in terra, la posizione di guida spaziosa e la sezione frontale ridotta. Rispetto ai bicilindrici paralleli della generazione precedente, questo modello ha decisamente rivoluzionato il panorama delle moto sportive inglesi. Perciò il lavoro svolto da Patrick Godet assume particolare importanza. Queste repliche rappresentano il massimo livello di sviluppo conosciuto da un progetto storico e godono dell'approvazione di colui che ha dato vita agli esemplari originali. Inoltre, così facendo Godet permette a tanti appassionati di mantenere vivo l'interesse nei confronti di un marchio di grande spessore, portabandiera di un'epoca in cui l'eccellenza costruttiva britannica rappresentava un valore riconosciuto in tutto il mondo.

lunedì 18 maggio 2009

17/05/09 Uscita dei Cesena Bikers







Ieri, domenica 17 maggio 2009 i Cesena Bikers hanno fatto un'altra meravigliosa uscita in moto. Trovare aggettivi nuovi per descrivere i nostri "motogiri" sta diventando sempre più complicato in quanto essi risltano essere di volta in volta più belli e divertenti. A questo punto, parole come fantastico, divertentissimo indimenticabile in ogni nuovo post che scrivo circa una nostra uscita, si sprecano.. Innanzi tutto va detto che questa in questa occasione a noi Cesena Bikers si sono aggiunti gli amici del gruppo "Primitivs" capeggiati dal grande e velocissimo Giuseppe Bagnolini oltre a tre degli "Old Boys" del gruppo a noi gemellato: Motoincontro Ruffio (Livio, Gino e Giorgio). L'appuntamento, vista la meta preventivata, questa volta è stato fissato alle ore 9 (anzichè alle 10 come di consueto..) sempre presso la pasticceria Ulivi di via Madonna dello Schioppo a Cesena. Con ottima puntualità, dopo la colazione, le foto di rito e il rifornimento al distributore della Secante (non c'è che dire: il rispetto per i nostri riti alla partenza di ogni "motogiro" è massimo..), il "gruppone" ha imboccato la A14 in direzione Bologna. Usciti a Castel S. Pietro Terme, abbiamo fatto una prima sosta nella stazione di servizio che si trova all'uscita del casello autostradale. Li abbiamo incontrato Cristian ed un suo amico. Cristian, from Ghibullo (RA), in sella alla sua meravigliosa BIMOTA Delirio, aveva già partecipato alla nostra uscita del 01 Maggio.. Oltre allo scopo di incontrare i due ragazzi, la nostra tappa a Castel S. Pietro era stata preventivata per permetterci di unirci con Matilde Grandi in sella alla sua Ducati Multistrada 1000cc. La nostra amica imolese infatti era già stata preventivamente designata a farci da apripista lungo i passi emiliani scelti per qesta uscita, a noi poco familiari. Siamo quindi saliti in sella, dirigendoci alla volta del Passo della Raticosa. Pochissimi chilomteri e abbiamo dovuto fare, per "cause di forza maggiore", un'altra piccola "sosta tecnica" ad Osteria Grande (fermata della quale preferisco non fornire dettagli in questo post..) e poi finalmente siamo ripartiti per la nostra meta. Per arrivare al Passo della Raticosa abbiamo percorso la medesima strada fatta l'anno scorso (uscita della quale ho pubblicato un post nel 2008). La Raticosa è un passo formidabile. Veloce e tecnico al tempo stesso, asfaltato come una vera e propria pista, offre curve a vario raggio sia destra, che sinistrorse. Peccato solo che attraversi molti paesini e che quindi occorra spesso (e giustamente..) rallentare. Ieri poi è risultata essere piuttosto trafficata. Nei suoi ultimi chilometri, prima di arrivare al famoso ristoro, è divertentissima e regala grandi emozioni ai fortunati che la percorrono. Arrivati allo Chalet poi, è sempre una festa: sembra di essere ad un motoraduno dato l'incredibile numero di motociclisti che ogni fine settimana vi si danno appuntamento. Altra sosta, soprattutto per dissetarci dato il gran caldo che la splendida giornata ci ha offerto, e siamo ripartiti per Fiorenzuola, con lo scopo di andare ad imboccare il Passo del Giogo. Il trasferimento dal Passo della Raticosa sino a Fiorenzuola, è risultato molto piacvole. Matilde infatti è salita in cattedra facendoci percorrere un bel toboga in discesa. Arrivati nella cittadina emiliana, abbiamo fatto rifornimento e siamo ripartiti alla volta del Giogo. Anche questa strada è veramente degna di nota. Per noi Cesena Bikers si trattava della prima assoluta. Il Passo del Giogo è molto più lento della Raticosa e la sua carreggiata non è molto larga. L'asfalto è però molto liscio e la bella sequenza di curve permette di tenere un ritmo estremamente piacevole, mentre la strada si inerpica per la collina. Anche qui la nostra amica di Imola ci ha fatto strada. Arrivati in cima al passo, si gode un panorama veramente mozzafiato: un bellissimo prato che termina in un fitto bosco il quale ricopre per intero le colline emiliane. Abbiamo deciso che questo passo sarebbe stato il nosro punto di ristoro. Dopo aver mangiato ed esserci divertiti in compagnia, siamo saliti nuovamente in sella alle nostre amate per terminare il Passo imboccato a Fiorenzuola e per trasferirci sino a Dicomano dove per percorrere il Passo del Muraglione e fare quindi ritorno a casa. Il trasferimento sino a Dicomano è stato ovviamente noiosissimo, in quanto la Toscana è il vero e proprio "El Dorado" dell'autovelox. Per ovvi motivi abbiamo tenuto una media prossima ai 30 Km orari. Arrivati a Dicomano abbiamo imboccato il bellissimo Passo del Muraglione. Anche questo passo è già stato ampiamente desritto su Cesena Bikers nel post del "motogiro" del 1 maggio. Cosa aggiungere di nuovo? Percorrerlo è veramente divertente, per la varietà di curve che offre e comunque per il suo essere un passo tecnico. Dopo la nuova sosta per "abbeveraggio" al famosissimo bar, e dopo aver fatto un rabbocco di carburante alle moto, abbiamo salutato Matilde, che è stata gentilissima, oltre che veramente paziente ad assecondarci, farci da apripista e soprattutto a resistere ai nostri innumerevoli scherzi. Arrivati a Forlì ci siamo diretti verso casa, stanchi ma veramente soddisfatti da questa incredibile giornata di moto e di amicizia, trascorsa insieme. In totale abbiamo percorso 287 km. Come sempre, ringrazio di cuore tutti coloro che hanno partecipato a questa fantastica uscita: i miei compagni Cesena Bikers, gli Old Boys del Motoincontro Ruffio, i Primitivs e soprattutto Matilde Grandi. Ora non mi resta che concludere scrivendo: alla prossima ragazzi!!

venerdì 8 maggio 2009

AAA: uscita del 24 maggio 2009


E' con grande piacere che pubblico questo post! Il negozio di articoli moto: Moto Maddy, amico di Cesena Bikers, organizza per il giorno 24 maggio 2009 una bella uscita che come meta vedrà i passi di Bocca Seriola e Bocca Trabaria. Noi Cesena Bikers siamo stati invitati a prendervi parte.. Le info. circa questo "motogiro" sono le seguenti:
Incontro davati al negozio Moto Maddy di Gambettola alle ore 08:40, caffè e partenza..
Bivacco presso l'agriturismo "Le Ceregne". Prezzo convenzionato per il pranzo euro 20.
Ritorno nel pomeriggio inoltrato.
Occorre prenotarsi entro e non oltre il giorno 21/05.
Per altre info scrivetemi oppure contattate telefonicamente il negozio Moto Maddy (il numero di tel. lo potete trovare in fondo a questa pagina web).

AAA: uscita del 17 maggio 2009


Ragazzi ci siamo!! E' con immenso piacere che pubblico l'annuncio per questa uscita in moto prevista per domenica 17 maggio 2009. Per la terza domenica del mese corrente è infatti in programma il "motogiro" che come meta vedrà i passi di: Raticosa, Futa e Giogo. L'incontro per i Cesena Bikers è previsto alle ore 09:00 presso la Pasticceria Ulivi in via Madonna dello Schioppo a Cesena. Il gruppo poi imboccherà la autostrada A14, dalla quale usciremo a Castel S. Pietro Terme, dove ad attenderci troveremo gli amici imolesi di Cesena Bikers (capeggiati da Matilde Grandi) che ci faranno da "apripista" lungo i "loro" passi. Ragazzi tenetevi liberi per quella che si preannuncia essere una uscita davvero grandiosa!!

martedì 5 maggio 2009

Gemellaggio con: motoincontroruffio


E' davvero con immenso piacere che Cesena Bikers annuncia il gemellaggio con il gruppo amico: motoincontroruffio.
Tra gli "old boys" di Ruffio di Cesena e Cesena Bikers esiste già da un anno un'amicizia, nata in occasione della seconda edizione del motoincontro "Memorial Marcello Montalti" risalente ad agosto 2008. Durante l'inverno i due gruppi sono rimasti in stretto contatto e noi Cesena Bikers siamo stati spesso invitati alle cene organizzate dagli amici di Ruffio e alle loro iniziative a scopo sociale. Io inoltre ho partecipato assieme a loro al motoraduno Guzzi che si è tenuto a Cesenatico in data: 28.03.09 . E' per questo motivo che considero un onore, oltre che un vero piacere, poter contribuire a far conoscere questo gruppo sul web. Gli "old boys" del motoincontroruffio ora sono infatti provvisti di un blog (del quale allego il link). In questo blog oltre alla storia del gruppo si trova anche l'elenco delle iniziative a fin di bene nelle quali questi "ragazzi" si sono impegnati. Chiedo pertanto ai lettori di Cesena Bikers di voler spendere due minuti del loro tempo per darvi un'occhiata. Ringrazio tutti quanti di vero cuore e colgo l'occasione per augurare un grande "in bocca al lupo" ai fantastici "old boys"!
Allego il link:
P.S.
Nella colonna di destra di Cesena Bikers, appena sopra all'elenco dei siti amici, troverte il logo del motoincontroruffio, "clikkandolo" vi si aprirà direttamente il loro blog.

lunedì 4 maggio 2009

01/05/09 Uscita dei Cesena Bikers




I partecipanti al "motogiro" di venerdì 01/05/09:
In piedi da sinistra: Andrea (HD Sportster 1200); Francesca (zavorrina); Orietta (zavorrina); Elisa (Honda Hornet 900); Alessandro (MV Agusta Brutale 910); Barnaba (Suzuki GSX-R 1000); Luca (Kawasaki ZR-7); Luca (Ducati 848); Maurizio (Suzuki GSX-R 1100), Adamo (ha fatto solo la foto, non il motogiro); Enrico (Moto Guzzi V11).
Accosciati da sinistra: Cristian (Bimota Delirio); Simone (Triumph Speed Triple); Cristian (Ducati Monster S4RS); Federico (MV Agusta Brutale 750); Alessandro (MV Agusta Brutale 750); Omar (Ducati Monster 900); Wilson (Moto Guzzi Nevada 750); Vincenzo (Triumph Speed Triple).
Che uscita ragazzi!! Per riassumere il “motogiro del primo maggio”, non mi viene in mente una affermazione più indicata di questa.. Il perché è da ricercarsi in diversi motivi: vuoi per il gran numero di amici e moto dal quale era composto il gruppo, vuoi perché abbiamo fatto un percorso diverso dal solito, cambiando la tendenza dell’anno passato che invece ci ha visto essere molto abitudinari nella scelta dei nostri itinerari, vuoi per la bella giornata, vuoi per la grande passione che ci accomuna, vuoi perché, per la prima volta si è aggiunta una motociclista al nostro gruppo, che in sella alla sua Hornet ci ha mostrato una gran bella guida nonostante fosse “zavorrata”, facendoci capire di che pasta è fatta e mettendo in chiaro la sua intenzione di mettersi dietro parecchi di noi, alla prima uscita in solitaria che verrà a fare “in solitaria”.. Fatto sta che per comprendere l’essenza e la bellezza di uscite come quella del 01/05 non basta cercarne i singoli motivi, esse infatti vanno vissute in prima persona. Entriamo quindi nello specifico: partiti come sempre dalla oramai mitica Pasticceria Ulivi di Cesena, dopo la consueta tappa al distributore “della secante” il “gruppone” si è diretto a Borello di Cesena per imboccare il Colle del Carnaio. Arrivati in cima, abbiamo preso per San Piero in Bagno dove abbiamo fatto prima tappa per dissetarci. Dopo “l’abbeveraggio” siamo di nuovo saliti in sella alla volta di Bagno di Romagna dove ci siamo congiunti con altri 5 centauri riminesi, amici di Simone. Insieme a quest’ultimi abbiamo imboccato il Passo dei Mandrioli. Sebbene l’anno scorso abbiamo attraversato questo passo svariate volte, questa è stata la prima occasione in cui lo abbiamo fatto da Bagno di Romagna sino a Bibbiena. Nel 2008 e all’inizio di questa motostagione 2009, lo abbiamo infatti percorso sempre in direzione opposta. La strada, del passo dei Mandrioli, è a mio avviso sempre molto bella. Il suo andare tormentato, fatto di curve e “controcurve” a disegnare una “S” infinita, un vero e proprio toboga che si inerpica lungo la montagna se affrontato al giusto ritmo, regala delle fortissime sensazioni a chi ha la fortuna di transitarvi in sella ad una motocicletta. Peccato che nelle curve più coperte dagli alberi abbiamo trovato delle macchie di umido, dovute alle pesanti precipitazioni della settima scorsa. “Svalicato” il Mandrioli abbiamo fatto tappa a Soci. Qui purtroppo il gruppo dei primi ha avuto una brutta sorpresa: il resto del gruppo ha infatti tardato a ricongiungersi con quelli partiti davanti, in quanto Luca è incappato in una caduta. Gli altri ragazzi quindi si sono fermati per aiutarlo a tornare in sella e fare in modo che si potesse ricongiungere a noi. Fortunatamente, il nostro amico non si è fatto male (qualche contusione, ma nessuna frattura per fortuna) e la sua moto, sebbene danneggiata nella carrozzeria, non ha riportato danni meccanici, permettendogli di tornare a casa. Con questo post voglio cogliere l’occasione di ringraziare di cuore Alessandro e Cristian che lo hanno accompagnato fino a Cesena. Dopo aver salutato il nostro amico che tornava a casa, il gruppo è ripartito da Soci alla volta del passo della Consuma. Dopo un’altra tappa al distributore, siamo giunti a Bibbiena per entrare in quello che secondo me è il più bel passo che finora abbiamo percorso. La Consuma è sempre spettacolare, pulita e liscia come una pista, con la sua carreggiata larghissima e le sue belle curve a vista. Percorrere questo passo toscano è sempre un immenso piacere. L’asfalto qui era asciutto e ciò ha permesso al gruppo di tenere un buon ritmo. La Consuma da sempre è anche il nostro punto di ristoro: i suoi bar offrono infatti la famosissima spianata salata, farcita con gli ottimi salumi toscani e con i funghi porcini. Dopo il bivacco, a pancia piena siamo ripartiti e abbiamo percorso ad andatura molto tranquilla la seconda parte del passo sino a Pontassieve. Da qui ci siamo trasferiti a bassissima velocità sino a Dicomano per imboccare il Passo del Muraglione. Anche di questo famoso passo è stata per noi Cesena Bikers la “prima assoluta”. In merito al Muraglione c’è poco da dire: bellissimo! Talmente bello che sia io che Omar ossia i due fondatori di Cesena Bikers, siamo della comune opinione che l’anno scorso abbiamo commesso un grave errore a non percorrerlo in neppure una occasione!! Questo passo si presenta infatti divertente, asfaltato benissimo, con un percorso che alterna tratti veloci ad altri più tecnici. Sia il tratto in salita che quello in discesa sono divertimento puro!! Anche qui il manto stradale liscio e asciutto ci ha permesso di tenere un ritmo divertente. Veramente bello questo passo, non mi stanco di dirlo.. Peccato che iniziasse ad essere un po’ tardi come orario e quindi non abbiamo fatto tappa al famoso bar che si trova al valico, punto d’incontro per decine e decine di motociclisti. L’ultima fermata della giornata la abbiamo fatta a Forlì per poi dirigerci a Cesena stanchi ma entusiasti dalla bellissima giornata trascorsa in sella alle nostre motociclette. Ringrazio veramente col cuore tutti i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato alla nostra bella uscita in moto e che hanno contribuito con la loro simpatia a rendere davvero grande questo “motogiro”. Dispiace unicamente per il nostro amico che è caduto, ma sapere che non si è fatto nulla di male, alla fine dei conti è l’unica cosa veramente importante.
La cartina dell'appennino tosco-romagnolo utilizzata è stata tratta da Curve & Tornanti: