sabato 28 agosto 2010

AAA: MOTO APERITIVO domenica 05 settembre 2010






















Amici Motociclisti, visto che ci stiamo addentrando nella "fase finale" di questa estate 2010 che si è rivelata, dopo un avvio un po' incerto, incredibilmente ricca di uscite e di avventure in sella alle nostre moto, i Road Spirits ed i Cesena Bikers hanno deciso di comune accordo di organizzare, per domenica 05 settembre 2010, un "motoaperitivo". Questa iniziativa è volta a ritrovarci tutti insieme, in un pomeriggio di festa, all'insegna della nostra grande passione comune per la motocicletta.
L'evento è così organizzato:
Ritrovo alle ore 15:30 all'ISOLA DEL CAFFEINA di Cesena (FC) e "MOTOGIRO" sulle nostre belle colline. Alle ore 17:00 inizio dell'aperitivo con esposizione delle moto, musica (si ballerà al ritmo scandito da DJ BUCK & DJ LOLLO!!), divertimenti e tanto altro ancora sino alle ore 23:00.
Iscrizione euro 8 (comprensiva di bevuta e piadina con salsiccia), mega offerta euro 10 tre birre!
Ragazzi non mancate!!!!!!!!!

lunedì 2 agosto 2010

Bill Ivy, il pilota maledetto..



























Bill Ivy fa senza dubbio parte di quella cerchia di piloti, che il pubblico ha sempre amato definire "maledetti". Il suo curriculum è assolutamente luisinghiero riportando: 21 vittorie, 42 podi conquistati, 23 giri più veloci e un campionato mondiale (quello del 1967) nella classe 125cc e da solo, è ampiamente in grado di farci capire di quale classe cristallina questo "fantino" delle due ruote fosse dotato. Nella realtà dei fatti però per comprendere chi in realtà fosse questo pilota/personaggio occorre entrare maggiormente nei dettagli. Campione mondiale nella 125 nel 1967, Bill Ivy ha rappresentato per le gare motociclistiche quello che Brian Jones dei Rolling Stones è stato per il rock'n'roll: capelli lunghi, abiti appariscenti, una vita tanto intensa quanto dissoluta, correndo dietro alle donne su macchine sportive e vistose ("le carrozze del sesso" come le chiama Lui), mentre si ubriacava, fumava erba ed era sempre pronto a qualche ragazzata. In questi suoi atteggiamenti spesso era seguito dal suo amico fraterno Mike Hailwood come quella volta che i due si presentarono ad una gara vestiti da hippy e fumando maryuana. Allo stesso modo di Jones, Ivy ha esemplificato il lato selvaggio dei fantastici anni Sessanta e, come Jones, è scomparso prematuramente. Quella di Ivy fu una permanenza breve ma spettacolare sul palcoscenico della vita, che ha abbagliato il mondo con la sua guida aggressiva e la sua personalità anticonformista. Campione del mondo a 25 anni, l'inglese morì prima di averne compiuti 27. La vita dei piloti era spesso breve in quei giorni pericolosi e ormai remoti, fatti di circuiti stradali spesso letali, così come letali erano quelle moto a due tempi, sempre a rischio grippaggio. Ivy e Jones avevano anche altro in comune. Entrambi erano celebrità di bassissima statura: Ivy era alto solamente 160cm e Jones sfiorava i 167. Molto probabilmente questo fatto fece si che entrambi fossero uomini vanitosi e vulnerabili, i quali nascondevano la loro fragilità dietro ad una maschera da fanfaroni e ad abiti sgargianti da figli dei fiori. Entrambi condividevano purtoppo lo stesso difetto dell'essere portarti ad alzare le mani: Jones picchiava la ragazza, Anita Pallenberg, mentre Ivy "preferiva" scagliarsi contro i malcapitati commissari che a suo giudizio si fossero dimostrati troppo zelanti. Ivy sopravvisse a Jones solo nove giorni: Jones annegò nella piscina di casa sua, in circostanze misteriose, il 3 luglio 1969; Ivy perse la vita durante il GP di Germania Est il 12 luglio dello stesso anno. Hailwood chiamava Ivy: "piccolo farabutto sfacciato". L'altro asso inglese degli anni sessanta e settanta, Phil Read, ricorda che i "due amiconi" (Hailwood e Ivy), correvano sempre a Londra a caccia di birra e ragazze. Ivy acquistò una serie di automobili favolose: una Corvette Stingray, una Ferrari 275 GTB4, una Maserati Ghibli. Le guidava come un pazzo! Sempre Hailwood raccontò che Bill Ivy, distrusse la sua Ferrari per fare colpo su di una ragazza! La leggenda vuole che lo spericolato pilota guidasse il suo bolide lungo il tracciato del TT. In auto con lui c'era lo stesso "Mike the Bike" che dopo qualche tempo raccontò: " Correvamo vicino a Highlander a circa 225 all'ora.. Mentre risalivamo verso Greeba Castle, gli dissi: "Ivy stai andando troppo veloce, non riuscirai a sterzare!!" Bill, mi rispose: "Bah, non ti preoccupare!!". Le cose però non andarono bene e la Ferrari andò a sbattere contro il muro. La ragazza che era in auto con loro scese barcollando. La testa le girava per lo shock e finì a vomitare sul ciglio della strada". Altre peripezie che li videro spesso entrambi protagonisti furono le loro famigerate sfide automobilistiche in giro per l'Europa! I due "pazzi", si cimentavano in veri e propri inseguimenti alla James Bond. Sempre Hailwood raccontò di quella volta che da Zurigo a Clermont-Ferrand fecero una "gara stupenda", Bill al volante della sua Stingray e lui con una Ferrari. Arrivati a destino le due costose automobili erano ridotte a rottami, fumanti e bollenti. Oggetto di discussione non fu solamente la vita privata di Ivy, ma anche e sopratutto la sua carriera di pilota. Nonostante il titolo mondiale, Ivy è sempre stato considerato come un "perdente di lusso" dalla faida più aspra delle corse. La guerra con il suo compagno di squadra alla Yamaha, Phil Read, durante il campionato del 1968, mise infatti in moto una sequenza di eventi che di fatto lo condusse alla morte. Come risaputo sul finire degli anni Sessanta, Honda e Suzuki (per motivi differenti), abbandonarono il Mondiale. La Yamaha divenne così protagonista assoluta del Campionato del Mondo con le sue formidabili V4 250 e 125 a due tempi. La Casa nipponica decise a tavolino che, in caso, a Read sarebbe spettato il titolo delle ottavo di litro mentre a Ivy quello delle quarto di litro. In questa maniera i vertici pensarono giustamente di evitare inutili lotte fratricide tra i propri alfieri. I giapponesi però non avevano fatto i conti con il pilota più indomanbile dell'intero circus: Phil Read. Tutt'ora Phil racconta che udì Ivy pavoneggiarsi con altre persone del fatto che avrebbe vinto nella cilindrata maggiore rispetto al comapgno di scuderia. Questa cosa non gli andò giù per niente e quando il circus fece tappa a Brno, dove i giochi erano ancora aperti, Read incattivito come non mai, si impegnò al massimo e strappò vittoria e titolo al malcapitato compagno. Read, in quella stagione fu quindi Campione del Mondo in due cilindrate, Ivy invece andò in pezzi. Bill lasciò le gare motociclistiche con l'intenzione di passare alle quattro ruote oltre a quella di aprire una boutique. In lui scorreva un talento naturale anche per le corse con le auto, tanto che al debutto in F2, nell'aprile del 1969, fece immediatamente registrare una clamorosa pole-position davanti nientemeno che a Jackie Stewart. Lo stesso asso scozzese rimase strabiliato dal talento dell'ex centauro tanto che disse: "Ha una dote naurale per la guida, superiore a chiunque altro io abbia mai visto gareggiare!". La carriera automobilistica di Ivy stava decollando, ma finanziariamente era al tracollo. Venne contattato dalla Casa motociclistica Ceca, la Jawa che gli offrì un contratto ben pagato per tornare alle moto ed Ivy, non potè che accettare per sanare le sue finanze. Quell'estate, attraversò l'Europa a velocità deliranti al volante della sua Maserati Ghibli, perennemente con una canna tra le dita. Si alternò alla guida delle moto: Montjuic, Hockenheim ed Assen; e delle auto: Monza, Nurburgring, Zolder. La Jawa V4 350 a due tempi che guidava, non era la moto peggiore del lotto anche se poco ci mancava. Aveva infatti la terrificante tendenza al grippaggio di pistoni e albero. Durante la sua prima gara, la Jawa tenne fede alla sua tremenda reputazione perdendo un pistone. Nel TT olandese ad Assen, Ivy rimase in testa davanti alla MV Agusta di Giacomo Agostini finchè alla sua moto non si sporcò una candela e per di più si ruppe uno scarico. Ivy sembrò prendere coscienza di quello che di li a breve sarebbe accaduto. Disse infatti ai suoi amici che quell'estate egli sarebbe morto! Prima di partire per il GP di Germania Est, sistemò le sue faccende, riordinò casa e mise da parte dei soldi per una veglia funebre.. Durante le prove al Sachsenring (che ai tempi era un circuito stradale), mentre sfrecciava a tutta velocità per la cittadina di Hohenstein-Ernstthal l'abero motore della sua moto si bloccò a causa del cedimento di un cuscinetto. Il pilota inglese fu scagliato contro una colonna di cemento non protetta riportando lesioni fatali. Fine della storia. Bill Ivy è solamente uno degli innumerevoli piloti che, all'epoca morivano o erano vittime di tristi incidenti causati dai grippaggi di quei fragili motori a due tempi e dalla pericolosità dei tracciati sui quali si disputavano le competizioni. Il grippaggio dei pistoni con l'immancabile blocco della ruota posteriore era la cosa più temuta dai piloti. Esso solitamente era "preannunciato" da un tintinnio precedente l'accensione: un avviso che uno dei pistoni stava per surriscaldarsi. I piloti avevano una definizione che calzava a pennello per questo momento di inquietante tranquillità, che anticipava l'attimo in cui il motore si sarebbe piantato: "Sussurri di morte". Non stupisce quindi che Ivy sentisse il bisogno di vivere così intensamente: aveva il sospetto che la sua vita non sarebbe durata a lungo. Giusto il tempo di un sussurro.
Riders n.32

ANNUNCIO IMPORTANTE:





















Cesena Bikers è lieto di annunciare l'ingresso nel suo Staff di due nuovi membri. Alla oramai consolidata "triade" Canaja (Enrico Zani), Maso (Davide Masini), Ruscio (Cristian Ruscelli) e Ivo Brighi si sono aggiunti, in maniera ufficiale a partire da ieri 01 agosto 2010 anche: Nauel Paolucci ed Erika Giada Vitali. Questa crescita è sicuramente un momento importante per il nostro gruppo che ha come obiettivo quello di ampliare il "ventaglio" delle attività in cui si vuole impegnare. E' da tre anni infatti che Cesena Bikers esiste e che, con un sempre crescente successo (in termini di partecipanti e di chilometri percorsi) organizza uscite in moto da una giornata. Da due anni collabora con gli Old Boys di Ruffio alla realizzazione del Motoincontro e ultimo ma non da meno ha stretto un'importante amicizia e il conseguente gemellaggio con i Primitivs Bikers. A questo punto abbiamo deciso di "crescere" ulteriormente e di organizzare uscite di più giorni, di partecipare a corsi di guida sicura e.. tanto altro ancora. Su questa base è stato progettato e voluto l'ampliamento del nostro team, in quanto fedeli al principio secondo il quale l'unione fa la forza sappiamo che se con "tre teste siamo arrivati sino a qui", aggiungendone altre due.. non possiamo che migliorare! Diamo quindi il benvenuto ai nostri nuovi membri con l'augurio che si trovino bene nel nostro team e che la nostra collaborazione possa essere duratura e prolifica.

AAA: Uscita di domenica 08 agosto 2010





Per domenica 08 agosto 2010, Cesena Bikers organizza la seguente uscita in moto: Ritrovo ore 10:00 al "Bar Cesare" di Savignano sul Rubicone, ci dirigeremo alla volta di Carpegna. Una volta arrivati al piccolo paese marchigiano, faremo tappa al Passo della Cantoniera per poi scendere verso Pennabilli. Da qui ci dirigeremo verso Viamaggio. A questo punto avremo due possibilità: svoltare a destra e seguire per Novafeltria dove percorrere il Barbotto e poi seguiretutto il crinale sino a Sogliano al Rubicone; oppure, svoltare a sinistra, percorrere Viamaggio sino al "Sottobosco", prendere per le Balze, scendere ad Alfero e fare ritorno percorrendo la "Strada Vecchia". Avvisiamo tutti che si tratta di una USCITA TRANQUILLA da affrontare eventualmente "zavorrati". Rietro previsto per il pomeriggio inoltrato.