mercoledì 25 aprile 2012

AAA: Uscita di domenica 29 aprile 2012


Per domenica 29/04/2012 Cesena Bikers ripropone il classico itinerario: Colla–Muraglione. Questa uscita era già stata proposta domenica 01/04/2012 e per domenica 22/04/2012 ma poi, a causa delle incerte condizioni metereologiche che hanno caratterizzato le prime ore di entrambe le mattinate, ha subito delle notevoli modifiche in corso d’opera. Confidiamo quindi che questa sia la “volta buona” per poter effettuare questo “motogiro” su due dei passi più caratteristici del nostro appennino. Voglio inoltre aggiungere che: se da un lato il Passo del Muraglione è una delle strade che durante la mostagione andiamo a percorrere con più frequenza, d’altro canto è anche vero che la Colla invece non è una di quelle che più spesso rientrano nei nostri itinerari. Per i Cesena Bikers appassionati di questo nastro d’asfalto che da Brisighella si snoda sino a Borgo San Lorenzo, questa è un’occasione da non perdere! Incontro domenica mattina alle ore 09:30 al Circolo Endas di Ruffio (la nostra sede). Colazione e partenza. Si prega di presentarsi con la moto già provvista del pieno di carburante. Rientro previsto nel primo pomeriggio. Per ulteriori info contattatemi.

Martedì 1° Maggio 2012: MOTO d'EPOCA in PIAZZA a CESENA




Per Martedì 1° MAGGIO il MOTOCLUB Paolo Tordi di CESENA organizza il tradizionale evento MOTO d'EPOCA in PIAZZA, evento aperto ai possessori di moto d'epoca e non. Incontro alle ore 10:00 davanti alla sede del MOTOCLUB Paolo Tordi, motogiro, pranzo al ristorante e rientro alle ore 14:00 per esposizione delle moto in PIAZZA del POPOLO a Cesena.

giovedì 19 aprile 2012

Honda VFR750R (RC30): la Superbike



La Honda VFR750R, meglio nota come RC30 è una delle moto di serie e da gara più leggendarie della storia. Nata nel 1987, venne accolta alla sua presentazione come un “tradimento” dello spirito sportivo del Campionato che si avviava a dominare: il Mondiale Superbike. Il Campionato iridato per le maxi-sportive derivate dalla serie prese il via nel 1988 ma, quando nel 1987 la RC30 venne presentata dalla Casa dell’Ala dorata, il suo regolamento era stato scritto e deliberato. La Honda, presentando questa moto venne accusata di averlo raggirato. Il World Superbike Championship venne creato dal Flamini Group con lo scopo di far si che si potesse gareggiare per un titolo iridato, con motociclette delle alte prestazioni ma a costi “umani”. La neonata categoria ammetteva (ed ammette tutt’ora) al via unicamente moto derivate da quelle della produzione di serie, spinte da propulsori a quattro tempi. Essa andava a sostituire il precedente Campionato TT-F1 che al contrario ammetteva anche i prototipi a due e quattro tempi. Nelle intenzioni dei suoi ideatori la Superbike avrebbe dovuto offrire il medesimo spettacolo della serie precedente, garantendo ai Team ed alle Case una grande competitività con budget più ristretti. Il regolamento fondamentalmente obbligava le case ad aver prodotto almeno 1000 esemplari, regolarmente in vendita dai concessionari, delle moto da cui derivava il mezzo da corsa che si voleva iscrivere al campionato. Agli occhi degli addetti ai lavori, la Honda con la RC30 fece una “mezza furbata”: invece di abbandonare il prototipo RVF 750cc usata in gara sino al 1985 nel Campionato TT-F1, affinò ulteriormente questa moto utilizzandola come base di partenza per arrivare alla VFR750R che poi produsse in serie. In sunto installarono su di una moto da corsa fari, frecce targa e quant’altro necessario per poterla omologare per la circolazione sulle strade regolarmente aperte al traffico. Nacque così la costosissima RC30. Moto che rispettava il regolamento del nascente campionato Superbike ma che non ne incarnava lo spirito. La moto nel 1987 in Italia poteva essere acquistata alla fantasmagorica cifra di 25 milioni di lire! Per dare un’idea di quanto il suo prezzo fosse completamente fuori portata per la maggior parte della gente, basti pensare che la “best seller” dell’epoca, la Suzuki GSX-R 750 costava la metà! La Honda per allinearsi ai prezzi correnti di mercato produsse anche una versione “umana” della RC30 ossia la VFR750F. Questa motocicletta vantava la condivisione con la più racing versione “R” di buona parte della propria tecnologia: dal telaio al favoloso propulsore V4. La “F” venne lanciata sul mercato ad un prezzo allineato a quello della “GIXXER”. Furono in molti a tal proposito a sostenere che dato l’elevato contenuto tecnologico che questa moto offriva, la Honda da essa non traesse alcun profitto! I più maligni sostennero addirittura che esse venisse venduta in perdita! Tornando alla RC30, essa era si estremamente costosa ma, in Honda pienamente fiduciosi (ed a ragione..) sulle immense potenzialità del loro incredibile prodotto, capirono che trovare 1000 piloti disposti a pagare quella cifra per avere una moto che con pochi ritocchi era pronta per vincere le gare, sarebbe stato un gioco da ragazzi! I fatti confermarono pienamente la loro teoria. La VFR750R inoltre venne acquistata anche da un “gran” numero di smanettoni che fecero follie pur di averne un esemplare in garage. Prima della venuta della RC30 definizioni come “Supersportiva” o “Race-Replica” erano già state usate. La prima di queste moto fu la sopra citata Suzuki GSX-R750 con la quale si aprì il “nuovo corso” in tema di motociclette sportive. La Honda VFR750R alla sua presentazione però si presentò immediatamente come la moto più “pistaiola” mai vista sino a quel momento. La parola “estrema” le risultò essere estremamente calzante. Con la nuova 750 della Casa di Tokyo, vennero gettate alle ortiche le ultime vestigia di versatilità a cui le moto, anche le più sportive ancora si aggrappavano. Essa fu la progenitrice delle moto supersportive di nuova generazione. La posizione di guida che si doveva assumere in sella alla RC30 oggi non farebbe alcun effetto particolare al possessore di una qualunque moto sportiva, dato che gambe ranicchiate su pedane arretrate e polsi carichi su mezzi manubri spioventi sono all’ordine del giorno ma, nel 1987, gli unici ad avere familiarità con quella postura racing erano appunto i piloti di moto da corsa. Infatti, proprio per le corse la VFR750R venne ideata, progettata e realizzata a mano dalla HRC. Nella versione omologata per la circolazione su strada il V4 (quattro tempi) da 750cc, con raffreddamento a liquido, trasmissione primaria a cascata di ingranaggi e bielle in titanio (!!) della RC30 sviluppava 112cv. La potenza della moto della Casa di Tokyo era perfettamente allineata a quella della Suzuki GSX-R 750 e della Kawasaki ZXR 750. Acquistando la VFR750R però ci si metteva in casa una moto tecnicamente molto superiore a quelle della concorrenza e soprattutto una moto al di sopra del prezzo pagato. Nel 1988 venne lanciato il kit ufficiale (costo circa 5 milioni di lire) che comprendeva: pistoni, alberi a cammes, carburatori e scarico. Il propulsore, se il lavoro veniva eseguito a regola d’arte, arrivava a sviluppare 145cv. Il secondo step del kit racing includeva: forcella pluriregolabile, mono Ohlins, cerchi alleggeriti. A questo punto la moto arrivava ad essere molto vicina ad una Superbike ufficiale, quindi già in grado di ben figurare in gara. La RC30 quindi spazzò via in un sol colpo qualunque possibilità del Mondiale SBK di diventare una serie realmente riservata alle moto derivare dalla serie: le altre Case infatti non restarono a guardare la Honda “piglia tutto” ed iniziarono a lanciare sul mercato i loro “prototipi omologati”: Yamaha OW01, Suzuki GSX-R750R, Kawasaki ZXR-750R. Il fascino di questa “opera d’arte” made in Japan è ancora oggi immutato. In estate sui nostri passi (soprattutto Viamaggio, il Muraglione e saltuariamente alla Calla) se ne vedono un paio e, gli sguardi d’ammirazione che ancora ricevono, catalizzando spesso molto più l’interesse dei presenti di quanto non facciano le supersportive attuali, la dice assai lunga su quanto, quei 25 milioni fossero soldi ben spesi all’epoca!
Tratto da SUPERBIKE ITALIA (aprile 2012)

Per saperne di più:
http://cesenabikers.blogspot.it/2008/12/honda-rc30-750cc-superbike.html

martedì 17 aprile 2012

AAA: Uscita di domenica 22 aprile 2012


Per domenica 22/04/2012 Cesena Bikers ripropone il classico itinerario: Colla–Muraglione. Questa uscita era già stata proposta domenica 01/04/2012 ma poi, a causa delle incerte condizioni metereologiche che hanno caratterizzato le prime ore di quella mattinata, ha subito delle notevoli modifiche in corso d’opera. Confidiamo quindi che questa sia la “volta buona” per poter effettuare questo “motogiro” su due dei passi più caratteristici del nostro appennino. Voglio inoltre aggiungere che: se da un lato il Passo del Muraglione è una delle strade che durante la mostagione andiamo a percorrere con più frequenza, d’altro canto è anche vero che la Colla invece non è una di quelle che più spesso rientrano nei nostri itinerari. Per i Cesena Bikers appassionati di questo nastro d’asfalto che da Brisighella si snoda sino a Borgo San Lorenzo, questa è un’occasione da non perdere! Incontro domenica mattina alle ore 09:30 al Circolo Endas di Ruffio (la nostra sede). Colazione e partenza. Si prega di presentarsi con la moto già provvista del pieno di carburante. Rientro previsto nel primo pomeriggio. Per ulteriori info contattatemi.

domenica 15 aprile 2012

HONDA RC30: Filmato Promozionale

AMA Motorcycle Hall of Famer Scott Russell

mercoledì 11 aprile 2012

L'inizio di un'amicizia..
















La storia che voglio raccontare oggi è quella dell’inizio di una grande amicizia: quella che ha legato Marco Lucchinelli e Barry Sheene. La Mans, anno 1976. Tra lo stupore e lo scetticismo generale, Roberto Gallina, allora Team Manager dell’omonima scuderia, iscrisse al GP di Francia il giovane spezzino Marco Lucchinelli, affidandogli una delle sue nuovissime Suzuki RG MKI. Quando gli organizzatori francesi scorsero il nome di questo sconosciuto tra gli iscritti al loro GP cercarono di escluderlo, negandogli la partecipazione, in maniera da lasciare spazio ad un altro pilota più conosciuto e che magari avesse più appeal sul pubblico transalpino. Al termine della sessione di qualifiche però dovettero ricredersi: Marco era in pole position! La tenda del Team Gallina (altro che motor-home!!) venne presa d’assalto dai curiosi. Fra questi c’era anche il futuro due volte Campione del Mondo Barry Sheene che, dopo aver guardato la moto e le gomme usate dall’italiano per conquistare quella fantastica pole, gli fece i complimenti per l’impresa e gli offrì una sigaretta. Lo stesso gesto si ripetette la domenica, sul podio quando Barry vincitore, si ritrovò affiancato da Lucky, giunto terzo al traguardo ed autore del giro più veloce! Sheene sorridendo al pilota spezzino esclamò: “Ma sei ancora qui?!?”. Con questo gesto è stata sancita la grande e sincera amicizia che ha legato i due anticonformisti campioni..

martedì 10 aprile 2012

Marco, Barry, Randy & Kork..



GP d’Inghilterra, anno 1981. In questa foto scattata sulla pit-lane vediamo quattro dei i protagonisti della Classe Regina del Motomondiale: Marco Lucchinelli (Suzuki n.2), Barry Sheene (Yamaha n.7), Randy Mamola (Suzuki n.3) e Kork Ballington (Kawasaki s.n.). Come noto a fine stagione a conquistare l’iride fu Lucchinelli che ebbe la meglio sullo Mamola. Il feroce braccio di ferro tra l’italiano e lo statunitense si risolse in favore del primo solamente all’undicesima ed ultima prova del Campionato 1981 tenutasi in condizioni atmosferiche incerte sul tracciato svedese di Anderstorp. Sheene non fu mai in lotta per il titolo a causa del poco feeling che si instaurò tra lui e la moto della casa di Iwata. Ballington, autentico mattatore nelle categorie 250 e 350 negli anni precedenti sempre su Kawasaki, pagò l’alterna competitività della mezzo litro di Akashi, con la quale non poté esprimere il suo potenziale.

martedì 3 aprile 2012

Quando Randy divenne grande..


Nel 1978 Randy Mamola vinse il Campionato AMA nella classe 250 GP, ma nonostante questo lusinghiero risultato, in pochi avrebbero scommesso che il giovane californiano di li a poco sarebbe stato in grado di mettersi in luce nelle competizioni di livello internazionale. Nel 1979 al veloce e promettente pilota statunitense, venne però concessa una grandiosa opportunità per mettersi in luce e dimostrare a tutti di che pasta fosse fatto: gareggiare come portacolori della squadra USA alle Anglo-American Match Races. Nella foto lo vediamo appunto impegnato sul tracciato di Mallory Park, in sella alla sua Yamaha 500, mentre conduce sul due volte Campione del Mondo di categoria Barry Sheene. Seguono il duo di testa: Rich Schlachter (N.26), Dave Potter e Dale Singleton (N.23). Mamola sorprendendo tutti gli addetti ai lavori ed i tifosi, fu protagonista assoluto di quella edizione del torneo che vedeva contrapposti gli assi “born in the USA” a quelli “al servizio di sua Maestà, la Regina d’Inghilterra”. Nel 1979 totalizzò il secondo miglior punteggio della serie dietro al connazionale Mike Baldwin. Fece però meglio della superstar Barry Sheene e relegò alle sue spalle gli altri piloti statunitensi di grande esperienza internazionale quali: David Aldana, Gene Romero, Schlachter, Steve Baker, Wes Cooley, Dale Singleton and John Long. Fu grazie a questa performance che per Randy Mamola si aprirono le dorate porte del Motomondiale..