giovedì 27 settembre 2012

Uscita di Domenica 14 ottobre 2012


























Per domenica 14 ottobre 2012 i gruppi Cesena Bikers e BBikers organizzano un'uscita congiunta di carattere turistico per chiudere in bellezza la motostagione 2012.

Il programma prevede:

  • Incontro alle ore 08:30 al Chioschino di Cesena (parcheggio moto)
  • Colazione al bar 45 giri
  • Partenza alle ore 08:45 alla volta 
  • Pranzo
  • Rientro previsto per le ore 16:30
L'uscita è aperta a qualsiasi tipo di moto e "scooterone" inoltre vi si può prendere parte sia "zavorrati" che non.

Si prega di presentarsi al ritrovo mattutino, con la moto già con il pieno.

ITINERARIO:

Questo è l'itinerario definitivo che abbiamo scelto per l'uscita di chiusura stagione 2012:  Si procederà per Faenza da dove andremo a percorre il Passo della Colla. Una volta in Toscana si farà il fondovalle del Chianti/Rufina sino alla Consuma. Pranzo al Passo della Consuma al ristorante: "Locanda Fonte allo Spino" (menù previsto un primo ed un secondo, prezzo 20 euro circa). Nel pomeriggio, rientro attraverso il Passo dei Mandrioli e poi la "Strada Vecchia" sino a Cesena. saremo a Cesena circa alle ore 16:30.

martedì 25 settembre 2012

Motoconcentrazione della Vendemmia: CANTINA SOCIALE di Cesena - Domenica 07 ottobre 2012






















ISCRIZIONE DALLE 08:30 ALLE ORE 11:00
Quota iscrizione euro 10
Colazione a tutti gli iscritti
Partenza Giro Turistico (in regola con il codice della strada) di circa 60 km che dalle colline ci porterà verso il mare attraversando le saline di Cervia Sosta Aperitivo Presso "il Porto e il Ristorante "da Mario" a Cervia sul Porto Canale
Rientro verso le ore 12.3O per il pranzo

Nel pomeriggio:
ESPOSIZIONE MOTO D'EPOCA
PREMIAZIONI
SPETTACOLO STUNTMAN
GIOCHI

mercoledì 19 settembre 2012

CADALORA TORNA IN SELLA A YAMAHA ALLA 200 MIGLIA DI IMOLA REVIVAL














Il 3 volte iridato in sella a Yamaha YZR-M1 MotoGP ed alla mitica YZR 500 di Eddy Lawson. In pista anche i Club ufficiali TZ Italia ed RD Series. Apertura straordinaria per la Collezione Moto Poggi COMP. Gerno di Lesmo (MB), 7 settembre 2012 – Luca Cadalora, celebre ex pilota modenese 3 volte iridato in carriera (classi 125 e 250) sarà l’ospite d’onore di Yamaha in occasione della terza edizione della rievocazione storica “200 Miglia di Imola Revival” in programma sul circuito di Imola nella tre giorni 21-22-23 settembre 2012. Dopo l’incredibile ondata d’affetto, nostalgia e rinnovata passione per gli uomini, i piloti e le epiche due ruote Yamaha d’antan celebratasi l’anno scorso presso all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola, edizione che vide tornare a confrontarsi tra i cordoli, tra gli altri, icone Yamaha come Giacomo Agostni, Phil Read, Carlos Lavado, Steve Baker, Don Emde e Christian Sarron, quest’anno gli obiettivi della casa di Iwata saranno tutti puntati sull’ex pilota italiano che per ben 9 stagioni fu portacolori dei tre diapason nel Mondiale velocità nelle classi 250 e 500. Cadalora sarà presente in circuito durante l’intero fine settimana a disposizione di fan e nostalgici appassionati e, nella giornata di domenica 23 settembre, avrà l’occasione di riprovare i vecchi sapori del Mondiale scendendo in pista prima in sella alla mitica due tempi Yamaha YZR 500 nella gloriosa versione iridata di Eddie Lawson, ed in seguito “debuttando” su una moderna MotoGP, la Yamaha YZR-M1 in versione 50° anniversario. In occasione dell’affascinante kermesse rievocativa, saranno presenti in forze sia il Club ufficiale Yamaha TZ Italia (www.tzitalia.it), dedicato alle Yamaha da competizione che trionfarono sui circuiti di tutto il Mondo sin dagli anni ’70, che l’RD Series Club (www.rdseries.it), gruppo formato da appassionati possessori di modelli RD, moto direttamente derivate da quelle da GP che hanno segnato un'epoca. Sempre in occasione dell’edizione 2012 della 200Miglia di Imola Revival, evento durante il quale, per la prima volta, si svolgerà anche una 4 ore di Endurance riservata alle moto storiche, vi sarà un’apertura straordinaria della già celebre Collezione Privata Moto Poggi COMP, la collezione privata più esclusiva al Mondo di moto Yamaha da competizione. L’esposizione di Villanova di Castenaso – BO (via Giuseppe di Vittorio n. 2) che vanta oltre 60 esemplari Yamaha d’epoca tra cui veri e propri cimeli da collezionisti come, ad esempio, una Yamaha YDS1R del 1959, una serie di Yamaha TZ di cilindrate differenti (250, 350, 500 e 750), sarà gratuitamente visitabile nelle serate di venerdì e sabato (dalle 18.00 alle 23.00) e per l’intera giornata di domenica (dalle 10.00 alle 18.00) per tutti i possessori di ticket d’ingresso della 200 Miglia di Imola Revival. Maggiori info sulla 200 Miglia di Imola Revival: http://it.200miglia.com/

Per saperne di più:
http://cesenabikers.blogspot.it/2011/04/luca-alla-corte-del-re.html

martedì 18 settembre 2012

Il 21, 22 e 23 settembre la 200 Miglia di Imola Revival Una terza edizione più promettente che mai! Grandi campioni, moto magnifiche, ma anche una 4 ore di Endurance riservata alle moto storiche.
















La terza edizione della 200 Miglia di Imola si terrà dal 21 al 23 settembre e si prevede che sia ancora più interessante e appassionante delle precedenti. Le liste dei partecipanti, infatti, sono ormai complete e permeteranno a molti amatori di guidare lungo il circuito su moto d’epoca tirate a lucido. Tale entusiasmo permetterà anche di scoprire qualche moto del passato riesumata per il piacere degli occhi e per tutti gli appassionati di tecnica.
Ovviamente, oltre agli appassionati di belle moto, ritroveremo molti campioni del mondo, in particolare Loris Capirossi. Il simpatico italiano sarà alla guida di una Ducati, come anche Paul Smart, il primo vincitore della 200 Miglia.
Citare tutte le personalità sarebbe noioso, ma sappiate che ci saranno Luca Cadalora, Fausto Ricci, Roberto Gallina, Roland Freymond, Gianfranco Bonera, Renzo Pasolini Jr e Jean-François Baldé, tutti alla guida di moto che si sono distinte alla 200 Miglia.
A questa lista, però, dobbiamo ancora aggiungere Gianni Rolando, Virginio Ferrari, Loris Reggiani, Fausto Gresini, Bruno Spaggiari, Rossano Brazzi e Riccardo Crespi.
Solo bella gente, solo campioni!
La 200 Miglia meriterebbe una visita solo per questa presentazione, ma non dimentichiamoci dell’expo proposta da Ducati, mostra che ripercorrerà 40 anni di vittorie e di dominio dei famosi bicilindrici dell’industria di Bologna, e dove si potranno ammirare motori e moto fuori dal museo della marca in via del tutto eccezionale.
E come se non bastasse, oltre alle numerose attività e diverse animazioni, l’edizione 2012 propone anche una gara di Endurance.
Come alla Bikers’ Classics di Spa-Francorchamps, Imola ritroverà l’atmosfera particolare delle gare di durata. Per quattro ore, sabato 22 settembre a partire dalle 15, la pista verrà invasa dagli equipaggi e dai meccanici che vissero i momenti d’oro del Bol d’Or, della 24 ore di Le Mans o di Liegi. Una vera gara alla vecchia maniera, con le moto sistemate a spiga per la partenza, e tutte le varie riprese che la rendono unica!
Assolutamente da non perdere!

martedì 11 settembre 2012

Finalmente a Imola anche la “4 ORE di ENDURANCE”



Nel programma della terza edizione della 200 Miglia di Imola Revival, in calendario dal 21 al 23 settembre 2012, è stata inserita una 4 Ore di Endurance riservata alle moto costruite entro il 31 dicembre 1980. L’evento ricalca la formula di successo della “4 Hours of Spa Classic” che si disputa durante la Bikers’ Classic a Spa-Francorchamps e conta di ripeterne il successo di iscritti e di gradimento da parte del pubblico. Già nel 2011 la DG Sport (società organizzatrice dell’evento imolese), aveva inizialmente inserito la 4 Ore di Endurance nel programma della manifestazione, ma poi era stata costretta a rinunciare per una serie di insormontabili problemi organizzativi che ora, finalmente, sono stati appianati. Il merito di tutto ciò, oltre alla DG Sport che ha lavorato febbrilmente a tale scopo è anche da attribuire al nuovo direttore del circuito: Pietro Benvenuti. Quest’anno all’interno della 200 miglia di Imola Revival verrà dedicato uno spazio particolare alla Ducati. La Casa bolognese infatti in questa occasione, festeggerà i quaranta anni dalla vittoria di Paul Smart (ed il secondo posto di Bruno Spaggiari) nella prima edizione della “Daytona d’Europa”, tenutasi sul tracciato del Santerno il 23 aprile 1972.
L’ingresso al pubblico è gratuito per i ragazzi di età inferiore ai 16 anni. Per il pubblico adulto questi sono i prezzi dei biglietti: venerdì 15 €; sabato 25€; domenica 25€. Il pacchetto per l’intero  week-end costa 35 euro se acquistato direttamente al circuito durante la manifestazione mentre, se esso verrà comprato in prevendita attraverso il sito: www.vivaticket.it il prezzo scende a 30€. 

sabato 8 settembre 2012

Cadalora e Capirossi alla 200 Miglia di Imola Revival


















La 200 Miglia di Imola Revival (21, 22 e 23 settembre p.v.) riporta all’Enzo e Dino Ferrari il fascino ed il blasone della MotoGP. Un feeling mai interrotto a livello emotivo quello tra il circuito imolese ed il motomondiale che ha fatto tappa fissa sulle rive del Santerno nel 1996 e per i successivi tre anni quando  competizione regina è stata la classe 500. Nel 2011 una assidua comunione di intenti della macchina organizzativa griffata 200 Miglia di Imola Revival ha regalato all’appassionato pubblico romagnolo la possibilità di vedere in azione Giacomo Agostini, Phil Read e Steve Baker con la moderna Yamaha M1 di Jorge Lorenzo. Una miscela esplosiva, la storia del motociclismo mondiale incontra una delle più avanzate forme di potenza e tecnologia in ambito due ruote motorizzate. Qualcosa di più di un semplice esperimento. Una sorta di anticamera verso le porte del sogno che quest’anno, a meno di un mese dall’atteso evento revival, diventerà realtà.  Domenica 23 settembre p.v., nel corso della parata riservata alla categoria MotoGP, Loris Capirossi e Luca Cadalora saranno i protagonisti di uno dei momenti di maggiore emozione della manifestazione. Ducati Desmosedici per il tre volte iridato di Borgo Rivola e Yamaha M1 di Jorge Lorenzo per il blasonato centauro modenese. La Rossa di Borgo Panigale (stagione sportiva 2006/2007) arriverà direttamente dalla collezione privata del Sig. Giuseppe Sandroni di Tavullia, la M1 della casa dei tre diapason giungerà ad Imola grazie alla tradizionale collaborazione della Yamaha Italia. Se Luca Cadalora ha confermato da tempo la propria iscrizione alla 200 Miglia di Imola Revival per Loris Capirossi si tratterà decisamente di una esclusiva partecipazione ducatista sulla pista di casa. Una sentita celebrazione per il primo pilota capace di portare sul gradino più alto del podio una Ducati MotoGP (GP Catalunya 2003) nell’anno in cui, la 200 Miglia di Imola Revival, festeggerà quarant’anni di trionfi bicilindrici con la presenza del leggendario Paul Smart.
200 Miglia di Imola Revival, passato e presente hanno un unico colore, quello della passione!

mercoledì 5 settembre 2012

Locandina 200 Miglia di Imola 2012

I lettori più giovani probabilmente non sapranno a quale gara fa riferimento l'immagine raffigurata nella bella locandina della 200 Miglia di Imola revival 2012 e chi sono i due centauri in sella a queste argentee Ducati. A seguire, ripropongo, proprio per questo motivo, un mio post del 2010 in cui, chi ancora non conoscesse questa bellissima "favola del motociclismo" potrà imparare qualcosa di nuovo:


Nel 1972, per la prima volta, fu organizzata sul circuito di Imola da Checco Costa, il padre di Claudio Costa, fondatore della Clinica Mobile, una gara per le moto strettamente derivate dalla serie. La 200 Miglia di Imola del 1972 fu sponsorizzata dalla Shell, e vide la partecipazione ufficiale delle squadre: Ducati, MV Agusta, Kawasaki, Suzuki, Triumph, Yamaha, Norton oltre che alla Moto Guzzi e una miriade di piloti privati in sella a mezzi ben realizzati. La 200 di Imola suscitò immediatamente degli appassionati ed ebbe un grande risonanza a livello mediatico per il tempo. Checco Costa svolse un lavoro lusinghiero di promozione dell'evento tanto che in breve la partecipazione da parte delle Case divenne un vero e proprio imperativo: vietato mancare! La gara venne presentata al pubblico con l'accattivante soprannome di “Daytona d'Europa”. Nel vecchio Continente infatti le gare di durata erano intese come 24 ore: Bol d'Or e Spa ma non a distanza. Questa formula invece era adottata maggiormente negli USA: la 200 Miglia di daytona appunto e quella dell'Ontario. Costa volle quindi portare in Italia questa formula appassionante, organizzando quella che ai tempi venne definita come la “gara del secolo” dagli addetti ai lavori. Per questa competizione, la Ducati sviluppò appositamente la 750 Imola Desmo direttamente dalla 750 GT del 1971 ossia la prima moto prodotta a Borgo Panigale, dotata di propulsore bicilindrico a “L”. La squadra corse ordinò ben dieci esemplari dalla produzione. Otto di questi vennero spediti a Imola dalla fabbrica di Borgo Panigale. La principale differenza fra la 750 e la 750 GT fu l'applicazione del sistema 'desmo', sviluppato dall'ingegner Fabio Taglioni, sui motori utilizzati per la gara di Imola. La livrea delle Ducati era stata ispirata da quella classica colore argento delle moto GP degli anni '50, ma da quando venne creata la 500 GP nel 1968, il colore diventò lucido con l'aggiunta di una speciale polvere di alluminio. Quattro 750 Imola vennero iscritte alla gara, a condurle sarebbero state: Bruno Spaggiari (9), Paul Smart (16), Alan Dunscombe (39) ed Ermanno Giuliano (45). Molto lustro venne aggiunto alla manifestazione dall'attesissima partecipazione della MV Agusta che iscrisse il “mostro sacro” di allora, Giacomo Agostini. La Casa di Cascina Costa, così come la Ducati preparò una moto preparata appositamente per l'occasione: la nuova e rivoluzionaria 750 4 cilindri. Anche questa moto per rispondere al regolamento tecnico della 200 Miglia era una derivata dalla serie. La gara fu un trionfo per la Ducati, con Spaggiari e Smart a lottare per la vittoria quasi fino al traguardo. Un fatto che non tutti sanno è che Spaggiari rimase al comando della gara fino a tre curve dalla fine, ma subito dopo le Acque Minerali, la sua moto incominciò a perdere colpi perché era finita la benzina. Smart superò Spaggiari e vinse la gara per la Ducati. Spaggiari, sfortunato e arrabbiato, riuscì comunque a concludere la gara ottenendo un più che lodevole secondo posto. I due piloti giunsero al traguardo con un vantaggio abissale su Walter Villa, in terza posizione in sella alla sua Triumph Trident, mentre Agostini fu costretto al ritiro con la sua MV dopo 42 dei 62 giri in programma per noie meccaniche. Ai tempi vedere la MV, ritirarsi era una cosa piuttosto rara e questo sicuramente fu un fatto che sicuramente il grande Ago ricorda ancora oggi. La vittoria,alla “Daytona d'Europa” ha fatto si che la bicilindrica Ducati 750 Imola Desmo diventasse una vera moto da corsa. I risultati ottenuti da questa motocicletta hanno fatto da base a quelli successivamente ottenuti dalla casa di Borgo Panigale prima in F1 e poi in SBK risultando quindi essere il primo capitolo di una bellissima storia..
Su Cesena Bikers ho già pubblicato molto materiale inerente alla 200 Miglia di Imola del 1972. In questo post voglio però riportare il racconto di chi l'ha vissuta in prima persona: Paul Smart, vincitore in sella alla Ducati di quella prima, epica edizione. Queste sono le sue parole:
"Mi imbarcai sull’aereo già stanco, dopo aver appena corso una gara ad Atlanta, negli Stati Uniti per recarmi a quello che doveva essere il mio primo incontro con la nuova Ducati. Decisamente, non mi sorrideva l’idea di affrontare un lungo viaggio fino a Imola per disputare quella gara: era stata mia moglie ad impegnarsi per me, ed io non ero affatto sicuro di volerci andare. Arrivato in Italia, c’era una sorpresa ad aspettarmi: un “macchinone” venuto a prendermi all’aeroporto. Sapete, una di quelle auto con le tendine ai finestrini, una macchina da dirigente o cose del genere. Dire che il mio atteggiamento inizialmente fosse ostile è dire poco: ero sicurissimo che il mezzo con cui avrei gareggiato fosse l’ennesima moto superata, messa insieme in qualche modo per la gara. Dall’aeroporto, venni accompagnato direttamente al circuito di Modena, dove trovai ad aspettarmi una folla di meccanici ed altro personale di pista in tuta blu. Un chiaro segnale che stava succedendo qualcosa di importante. Franco Farné, che all’epoca dirigeva il reparto corse, parlava poco l’inglese, ma grazie al cielo aveva una segretaria sudafricana anglofona. Parlando con loro, ebbi l’impressione che si stesse preparando qualcosa di grosso. Andammo direttamente al circuito di prova a Modena, che si trovava proprio in centro città. Il circuito fungeva anche da aeroporto, e c’erano degli aerei parcheggiati a bordo pista. In quello stesso circuito si teneva una prova del Campionato Italiano. La pista era circondata da condomini, e tra case e aerei, era molto facile distrarsi. Ero in Italia da meno di un giorno, eppure all’ora di pranzo mi trovavo già al circuito di Modena, pronto a testare una moto nuova di zecca, sotto gli occhi dell’intera squadra corse e della direzione. La 200 Miglia di Imola era in programma pochi giorni più tardi, il tempo stringeva. Vidi la moto per la prima volta già in pista. Pensai: "Questa cosa è talmente lunga che non ce la farà mai a curvare …ha perfino una cerniera nel mezzo!". Ci si fanno idee preconcette giudicando una moto dall’aspetto. Ero sceso da poco da una delle moto più maneggevoli del mondo e questa nuova Ducati mi sembrava un ritorno al passato. “Una bicilindrica a quattro tempi?!” Ripetevo nella mia testa.. Comunque sia uscii e feci dieci giri. Immediatamente, mi resi conto che la grossa novità era il motore. Evidentemente, Ducati aveva lavorato parecchio, mettendoci tanto impegno. Sembrava girare a basso regime, uno scoppio ogni morte di papa (in realtà, era solo un’impressione) ma era comunque sufficientemente veloce, e il telaio pareva a posto. Dopo i primi 10 giri, mi sentii di criticare solo gli pneumatici stradali TT100. Io avrei voluto gomme da gara Dunlop, ma i meccanici erano convinti che non avrebbero resistito per tutta la 200 Miglia: io comunque continuai a insistere perché le cambiassero prima di andare a Imola. Facemmo qualche piccola modifica (le pedane, il manubrio, cose del genere) e dopo circa 20 minuti tornai a uscire. Feci altri dieci giri e poi rientrai nel paddock. Come ho già detto, ero stanchissimo e di malumore, ma quando arrivai al box, pronto a criticare e a fare a pezzi la moto, mi accorsi che era successo qualcosa. Tutti i componenti della squadra saltavano, battevano le mani e mi davano pacche sulle spalle. Avevo appena battuto il record sul giro del campione del mondo Agostini, e con pneumatici stradali!! Tra gli altri c’era l’Ingegnere, Taglioni. Aveva sempre il sorriso sulle labbra, era sempre pronto a parlarti, a fare domande, ad analizzare la situazione. Non dimenticherò mai il suo largo sorriso di quel giorno. La moto era fresca di produzione, ed era stata creata assemblando pezzi dei nuovi modelli GT appena presentati. La mia sensazione era che un mezzo tanto sperimentale difficilmente sarebbe arrivato al traguardo di una 200 Miglia. La moto era molto più veloce di quanto mi aspettassi visti i suoi 84 cavalli effettivi, e non perdeva potenza quando si surriscaldava durante la corsa a differenza delle moto a due tempi che avevo guidato in precedenza e che allora erano viste (e non a torto..) come il futuro del motociclismo. L’erogazione di potenza era molto morbida e mi consentiva di gestire il gas in maniera più aggressiva. Ero decisamente sorpreso: la nuova Ducati era molto più guidabile e più potente della Triumph con la quale avevo corso l’anno precedente. Non rimaneva molto da fare, Ducati aveva pensato a tutto. La mia più grande preoccupazione restavano le gomme, ma i tecnici non volevano ascoltarmi. Insistetti per un po’, e poi mi dissi che ci avremmo pensato se fossi arrivato a fine corsa con solo le carcasse. Era la gara più importante in Italia, il grande evento di Checco Costa, padre del Dr. Costa, che aveva preteso la partecipazione di tutti i costruttori italiani, e di tutti i migliori piloti. Niente scuse, non erano ammesse defezioni. Arrivato al circuito, incontrai alcuni personaggi che già conoscevo: Agostini, i piloti inglesi e un paio di altri concorrenti, tutti sorpresi nel vedermi lì. La massima riservatezza ai box Ducati, il sorriso dell’ingegner Taglioni e la mia presenza a Imola erano gli argomenti del giorno: Ducati stava preparando una sorpresa. Tutti i piloti e i team più famosi si presentarono all’appuntamento: Agostini con la sua MV Agusta campione del mondo, Villa su una fortissima Triumph gestita dal team svizzero Koelliker, Jack Findlay su un’eccezionale Moto Guzzi, Saarinen con la sua Yamaha, Peter Williams e credo Croxford con le Norton e il grande team Triumph ufficiale con Pickford e Jefferies in sella. In più, c’erano le squadre Suzuki, Yamaha e Kawasaki. Era stato offerto ad alcuni tra i migliori piloti di guidare la nuova Ducati, ma tutti avevano rifiutato di salire su un mezzo così sperimentale. Le prove andarono molto bene, io e il mio compagno di squadra Bruno Spaggiari facemmo segnare quasi tutti i tempi migliori. Questo scatenò l’immediato malcontento di tutti coloro che prima avevano declinato l’offerta di correre con quella moto e che ora, con loro grande sorpresa, se la ritrovavano davanti. Agostini aveva un piano: andare fortissimo e vincere, almeno finché la sua MV non si fosse rotta. Credo che fosse in pole position. Sono quasi certo di averlo tenuto dietro in prova, ma comunque, alla fine era in pole. Dopotutto, era il campione del mondo, e nessuno contestò. Io non ero particolarmente preoccupato ne’ intimidito dalla concorrenza, e nemmeno dal mio compagno di squadra Spaggiari: ero arrivato a un punto della mia carriera in cui non mi lasciavo più impressionare dagli altri. Non mi importava chi fossero, purché arrivassero dal secondo posto in giù. Il giorno della gara, si radunò una folla incredibile. L’atmosfera era carica di elettricità, e c’era un rumore assordante, come solo gli italiani riescono a fare. Migliaia di tifosi intasavano le strade e ci volle un eternità a raggiungere il circuito. C’erano spettatori dappertutto, ovunque si potesse scorgere la pista, sui tetti delle case, arrampicati sugli alberi: guardandosi intorno, si vedeva una marea di facce. La pista è uno dei miei ricordi più precisi. Era un bellissimo circuito da Grand Prix vecchio stile, che si snodava, e ancora si snoda, lungo le colline che circondano il cuore della città di Imola. La gara si disputava anche su un tratto di strada pubblica chiusa al traffico per l’occasione, e il tipo di tracciato favoriva le alte velocità. La mia unica preoccupazione era la pioggia, in quanto il circuito era costeggiato in diversi punti da guardrail d’acciaio e alberi, e mettere una ruota fuori pista avrebbe potuto avere conseguenze piuttosto spiacevoli. L’asfalto era leggermente umido e sapevo che sarebbe stata una gara di velocità più che di durata: impossibile pensare di chiudere il gas o rimanere fuori dalla mischia. La parte critica del circuito era la curva del Tamburello (dove nel 1994 uscì di pista Ayrton Senna.ndr.). Per vincere, bisognava affrontarla a gas spalancato e trovarsi nella posizione giusta per l’uscita di curva. Non bastava essere piloti esperti per fare bene questa curva: ci voleva anche una certa dose di coraggio, o di pazzia, per percorrerla a velocità da leader della corsa. Bisognava tenere il gas aperto dalla fine della discesa fino a tutta la curva, superando le 150 miglia orarie (240 kmh). Quelle moto non erano affatto lente, e montavano pneumatici strettissimi rispetto a quelli di oggi. Il direttore della squadra Ducati Fredmano Spairani era un uomo incredibilmente determinato e assolutamente deciso a vincere. Prima della gara, per prevenire eventuali dissapori, mi aveva detto, in presenza di Spaggiari: "Stammi a sentire, tu e Bruno sarete primo e secondo. Vorrei che vi metteste d’accordo per dividervi il premio in denaro che spetta ai primi due classificati, quando vinceremo." Era talmente sicuro e convincente che ci dicemmo d’accordo. E come ciliegina sulla torta, mi disse che, se avessi vinto, avrei potuto tenere la moto. In gara non c’erano tabelle di segnalazione dai box, solo tre aste: rossa, pericolo, pilota vicino, gialla, mantieni la velocità e verde, rallenta. Era prevista una fermata ai box durante la corsa, e anche in quel caso, niente segnalazioni. Avevamo una striscia trasparente sul serbatoio, per consentire ai meccanici di controllare che il serbatoio fosse pieno a fine rifornimento. Tutto molto elementare, niente di digitale allora! Durante l’allineamento per la partenza, tutto il contorno, le urla dei tifosi, cominciarono a dissolversi: in quel momento non pensi più a tutte le persone che ti stanno intorno, sei solo. Io guardavo il cielo e pensavo “oh Cristo, ora comincia a piovere”. La partenza prevista era da fermi, con il motore acceso. Agitata la bandiera, la MV di Ago partì velocissima, ma io fui più prudente perché volevo far durare a lungo la frizione … e durare a lungo anch’io! Ero perfettamente cosciente di avere un intero schieramento di concorrenti agguerriti alle calcagna, e non volevo rovinare tutto al primo tornante. Bruno ed io raggiungemmo in fretta le prime posizioni, ma quasi subito, persi la prima marcia. Mi ha sempre colpito il fatto che Bruno non se ne sia accorto: mi superò di slancio. E’ anche possibile che, senza la prima, mi sia risparmiato tante cambiate; e comunque, non credo di aver perso velocità nelle curve da prima. Fatto sta che il problema più grosso ce lo crearono i doppiati: Imola era un circuito veloce, e c’erano tanti piloti lenti su moto lente. Inoltre, la 200 Miglia era una gara massacrante, e dovevamo evitare di continuo moto che si ritiravano o che finivano il carburante: la percentuale di abbandoni era piuttosto alta. Facemmo un solo rifornimento e fu la parte più critica di tutta la gara. Per aumentare la tensione, sia io che Spaggiari rientrammo al box nello stesso momento: fu ancora più spettacolare ritrovarci insieme in testa alla gara e poi rientrare insieme al box a fare rifornimento. Ducati non voleva solo vincere, voleva che le sue moto fossero prima e seconda, in formazione, per tutta la gara e anche durante il pit stop. Ducati voleva tutto, e riuscire nell’impresa sarebbe stato magnifico (anzi, sarebbe stato, semplicemente, un miracolo). Spaggiari mi aveva superato durante la gara ma io lo avevo immediatamente ripreso. Non ci riprovò fino all’ultimo giro, quando cercò di sorpassarmi all’esterno in uscita dalle Acque Minerali. Quella parte del circuito si affrontava a gas spalancato, e quando vidi la sua ruota anteriore che mi si affiancava, per comunicargli il mio disappunto allargai la traiettoria sempre più... Non lo vidi più accanto a me, e quando alla fine mi voltai a guardare indietro mi venne il sospetto che fosse finito nella siepe a bordo pista! Avevamo un enorme margine di vantaggio su tutti gli altri . Negli ultimi giri, si sentivano le urla dei tifosi sovrastare il rumore dei motori. Che pubblico straordinario. Io e Bruno tagliammo il traguardo primo e secondo, e per la prima volta da quando ero salito su quell’aereo ad Atlanta, sentii la tensione allentarsi. Mi resi conto di quello che era successo solo quando rientrai con la moto nella corsia box, vedendo l’espressione sul volto dei componenti del team, e in particolare, di Taglioni e Spairani: esaltazione pura. Avevano scommesso, e avevano vinto. Quello fu per me un giorno davvero straordinario, anche per un altro motivo: era il mio compleanno ( 23 aprile 1943). Davvero un ottimo compleanno.. In Italia, impazzirono tutti per me, Bruno e la Ducati. Ci caricarono insieme alle moto su un grande autocarro con una parete di vetro e attraversammo Bologna in parata, con una processione di automobilisti dietro che suonavano il clacson sventolando bandiere. Ci fermammo davanti alla stazione, doveva essere una sosta di un minuto ma migliaia e migliaia di persone ci circondarono e si unirono ai festeggiamenti. Io avevo ancora addosso la tuta, ero stanchissimo, stravolto dal cambiamento di fuso orario, ma era impossibile andare a dormire nel bel mezzo di quella festa. Pareva che tutta la città si fosse riversata in strada a celebrare la gloria di Ducati, di Bologna e dell’Italia. Il giorno dopo, Spairani mi ricordò che avrei potuto tenere la moto, a patto di disputare alcune gare internazionali in Gran Bretagna. Io e la mia Ducati 750 andammo a vincere la Hutchinson 100 a Brands Hatch battendo il dominatore di allora, Phil Read. Durante la 200 Miglia di Imola e le gare successive, entrai in grandissima sintonia con quella moto. Era veloce e infallibile. Se dovessi trovarle un difetto, direi la luce da terra in piega, ma grazie al mio stile di guida "fuori" dalla moto, non è mai stato un grosso problema. Sono ancora il proprietario di quella moto, ma l’ho prestata alla Ducati e ora fa bella mostra di se’ al Museo Ducati di Bologna."
Per saperne di più:

La LAVERDA alla 200 Miglia di Imola Revival 2012





Alla “ 200 Miglia di Imola Revival “ sarà presente al suo completo il Gruppo Sportivo Italiano “Laverda Corse “.
Esso rappresenta la tradizione e continuità della Moto Laverda degli anni 70 e 80 che con le sue moto è stata protagonista delle gare riservate alle moto di serie e di Endurance di quel fantastico e irrepetibile periodo storico per le due ruote di grossa cilindrata.

Il Gruppo riunisce infatti i tecnici, meccanici, collaudatori e piloti e che, con il loro entusiasmo e lavoro, hanno permesso di promuovere il marchio Laverda in tutto il mondo.
Laverda Corse ha restaurato e riporta in pista nei più importanti meeting Europei tutti i modelli da corsa più significativi nelle cilindrate 750 cc, 1000 cc e 500 cc.

Sarà presente  anche l’Ing. Piero Laverda  con i migliori pezzi della collezione di Famiglia e con il mitico 1000 V6, prototipo corsa per l’Endurance realizzato a metà degli anni 70.
Questa rarissima  moto è considerata oggi  per la sue innovative caratteristiche tecniche (6 cilindri, 24 valvole, DOHC, raffredamento a liquido, motore stressato, 150 CV per 280 km/h) la pietra miliare nello sviluppo delle moto sportive stradali di oggi.

Laverda Corse opera oggi anche come centro di consulenza e assistenza per il restauro delle moto Laverda, e nel punto di incontro che verrà allestito nei box del circuito tutti  i
“ Laverda Owners “ presenti a Imola potranno incontrare e parlare con i migliori esperti di questo storico marchio Italiano.


200 Miglia di Imola Revival 2012

http://it.200miglia.com/