Sul finire degli anni ‘50 il nuovo Codice della Strada creò terreno fertile per la diffusione massiccia e capillare di un elevato numero di ciclomotori che misero letteralmente in moto l’Italia. Accanto ai modelli più semplici pensati per sostituire la bicicletta, apparvero quasi subito versioni sportive fornite di semimanubri e sellini tipo corsa che emulavano nelle forme le moto sportive di maggior cilindrata. Inizialmente si trattava di mezzi dotati di cambio a tre marce con comando a manopola, poi arrivarono i motori con il comando del cambio a pedale. Niente fu più come prima. Le marce diventarono subito quattro, come sulle moto vere, poi addirittura cinque o sei. Tra i giovanissimi si scatenò l’apoteosi. I modelli sportivi diventavano sempre più estremi, in certi casi sembravano vere moto da corsa realizzate su misura per un adolescente che di colpo poteva ambire ad essere il più Fico della compagnia. Ed è ovvio che tutti volevano essere il più Fico. In Italia il fenomeno assunse proporzioni uniche, grazie soprattutto alla fantasia e alla capacità dei tanti talentuosi personaggi che si cimentarono nel segmento e alla capacità tutta italiana di aggirare l’ostacolo del limite dei 40 km/h imposta dal Codice introducendo le versioni Export, poi diffuse anche entro i nostri confini. Quando gli “ stesini” (così nella Terra del Mutor, culla di tanti marchi, venivano chiamati i cinquantini con i mezzi manubri) iniziarono la parabola discendente arrivarono in forze i modelli fuoristrada. Questi ultimi lentamente ma inesorabilmente conquistarono le nuove generazioni di teenager, ma i “cinquantini da sparo” resteranno per sempre legati indissolubilmente a quell’unico e celebrato periodo storico, mantenendo la loro schiera di “aficionados” e rivivendo a distanza di decenni un appassionato ritorno di fiamma. Queste piccole moto si sono ritagliate una loro precisa identità rappresentando il sogno di molti ragazzini e raccolsero consensi persino tra i padri dei giovani centauri dell’epoca (cosa che, naturalmente, in famiglia non avrebbero ammesso neanche sotto tortura). Oggetto di cure maniacali, elaborazioni e modifiche, gli esili minibolidi da 50 cc sono rimasti nel cuore di un gran numero di appassionati, molti dei quali hanno avuto il loro battesimo motociclistico proprio in sella ai vari Itom, Italjet, Malanca, Mondial, ecc. Freni a quattro ganasce e grossi carburatori con cornetti ad imbuto qualificavano i modelli più cattivi e le loro marmitte ad espansione squarciavano il silenzio delle serate, regalando emozioni uniche a chi aveva la fortuna di cavalcare questi piccoli siluri, seppure attirandosi le maledizioni di chi delle moto non gliene fregava niente. Questo sito è dedicato a chi ha voglia ancora oggi di rincorrere queste emozioni, giocare con questi mezzi e mantenerli in perfetta forma a testimonianza di un epoca passata. Soprattutto è dedicato a chi, oggi come allora, li vuole performanti ed elaborati. Con questo spirito è nato il nostro Club, ed annualmente ci ritroviamo assieme a tanti appassionati in quel di Plaino (UD) in un gioioso raduno che ad ogni edizione ha visto aumentare il numero dei partecipanti, a riprova dell’affetto che ancora oggi circonda le rumorose zanzare. Ancora una volta il tempo è stato galantuomo…
Con questa bellissima
introduzione si apre la Home Page del sito "Piccoli Bastardi 50cc": http://www.piccolibastardi.it/homepage.html che quest'oggi voglio segnalare a tutti i lettori di Cesena Bikers che sono amanti del genere, nostalgici o semplicemente curiosi che ne vogliono sapere un po' di più a proposito di queste fantastiche "zanzare" da 50cc che hanno infiammato i cuori e acceso la passione dei givani motociclisti tra gli anni sessanta e settanta.
lunedì 14 maggio 2012
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I love your blog so much my friend have a great day
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