martedì 14 aprile 2009

Il motore perfetto..











Prima di scrivere questo post, voglio fare una chiara premessa: non sono un ingegnere o un tecnico motorista e non scrivo questo articolo avvalendomi di dati tecnici inconfutabili. Per descrivere quanto stò pubblicando, citando un aggettivo che appartiene ai modi di dire del mio grandissimo amico Omar Tesei (amico e "socio fondatore" di Cesena Bikers..), questo post è: "puramente emozionale" e si basa unicamente sulle mie sensazioni e sulle famigerate "chiacchere da bar" che insieme agli amici sono solito fare quando ci si incontra ed immancabilmente si parla di moto. Fatta questa doverosa premessa, voglio porre all'attenzione di tutti i lettori del blog Cesena Bikers la domanda che spesso insieme agli amici (discutendo appunto di moto), ci poniamo: "Secondo te qual'è il motore migliore per una motocicletta?". Ovviamente parlando di "motore migliore" non si vuole intendere la Marca bensì il frazionamento, o per dirlo in parole povere: il numero dei cilindri. Come sempre trattandosi di chiacchere da bar ognuno ha la sua personale, ma per questo non meno valida , teoria in merito: il bicilindrico perchè su strada ciò che conta è la "coppia"; il quattro cilindri in quanto l'allungo è tutto per un motore; il tre cilindri siccome esso rappresenta il "magico compromesso" tra gli altri due. Ovviamente i sostenitori di questo o quel tipo di propulsore sono anche pronti a trovare i difetti degli schemi che non prediligono: nel bicilindrico, tutto muore sul più bello; il "quattro" in alto è puro rock&roll, ma in basso è peggio di un "valzerone di Castellina Pasi"; il "tre" è il chiaro esempio di "vorrei m non posso".. Tornando al discorso fatto nella premessa, con ottima probabilità un motorista che lavora in Ducati direbbe che senza dubbio il bicilindrico con distribuzione desmodromica è il propulsore migliore (salvo poi far gareggiare e vincere Casey Stoner con una quattro cilindri facendomi pensare che questo sia il frazionamento migliore..). Un tecnico della Triumph sarebbe pronto a giurare che il tre cilindri è l'unico propulsore che rappresenta il giusto compromesso. Infine un giapponese che lavora in una a caso delle "quattro sorelle" nipponiche sosterrebbe che il quattro clindri è senza dubbio l'unica soluzione da adottare se si vuol far "camminare" una moto (impossibile dargli torto basandosi unicamente su quanto vediamo in Moto GP). Dal mio modesto punto di vista, credo che quello che conta davvero di un propulsore per una motocicletta che deve essere utilizzata su strada non siano i cavalli che sviluppa ma le emozioni che sa regalare a chi lo deve guidare. Il mio pensiero, in merito a questa domanda, si è dimostrato estremamente mutevole, durante le fasi della mia "vita motociclistica". Essendo "figlio degli anni novanta" in quanto ho potuto guidare il ciclomotore nel 1991 per passare al "125" nel 1993 ancora oggi sono estasiato dalla linea squadrata delle moto di quel decennio. Ai tempi leggevo Motosprint e "sbavavo" sulle prove delle varie Kawasaki ZXR 750cc, Yamaha YZF 750cc, Suzuki GSX-R 750cc, sino alle esotiche ed inarrivabili Honda RC30 e RC45.. Allora pensavo che la moto, quella con la M maiuscola, potesse avere unicamente avere gli occhi a mandorla e un bel motore a quattro cilindri da tre quarti di litro. Poco mi importava se le moto che sognavo di notte venivano ripetutamente "bastonate" sui circuiti di tutto il mondo dalle rosse bicilindriche "made in Borgo Panigale": per me la Ducati vinceva in quanto favorita dal regolamento tecnico che le permetteva, in virtù del propulsore bicilindrico che montava, di avere la cilindrata di 1000cc, contro i 750cc delle quattro cilindri nipponiche. Piano piano però l'ottusaggine del ragazzino ha iniziato a lasciare spazio alla ragione e ho iniziato ad apprezzare quel capolavoro della tecnica che è il propulsore bolognese, con la sua distribuzione desmodromica e quel rombo o meglio quel boato assordante che emette dai due scarichi. Finalmente nel 2000 ho comprato la mia prima moto, una GSX-R 600 di "ottava/nona" mano. Dopo tanti anni, ho avuto l'opportunità di provare con mano quel propulsore che tanto avevo sognato. Il risultato è stato disastroso! Probabilmente per mancanza di manico da parte mia, o comunque per il poco tempo che ho tenuto quella moto (alla fine di quella stessa estate ho trovato un pazzo disposto a darmi quasi tutti i soldi che avevo speso per acquistarla e quindi l'ho "sbolognata" alla svelta) che mi ha impedito di prenderci confidenza; fatto stà che il quattro cilindri non mi è minimamente piaciuto. Non sono mai stato in grado di divertirmi con quella motocicletta e la delusione è stata veramente cocente. Dal 2000 al 2008 sono stato nel "limbo dei motociclisti appiedati". Nel frattempo la Honda, da sempre sostenitrice del quattro cilindri a V nell competizioni delle "maximoto derivate dalla serie" per vincere un paio di titoli Superbike ha dovuto creare qualla fantastica moto a due cilindri che è la VTR 1000. In seguito i regolamenti della Superbike sono variati portando a pari cilindrata di 1000cc i propulsori sia a due che a quattro cilindri. Nonostante questo la Ducati ha continuato imperterrita a bastonare gli avversari, dando prova al mondo che non vinceva per via della cilindrata maggiore, ma perchè quando una moto è competitiva e un progetto è indovinato, si vince, punto e basta! Durante questo lasso di tempo ho visto il mio grandissimo amico Zack (anche lui membro dei Cesena Bikers), cambiare varie moto passando dal Monster 600cc, a due 1000cc a due cilindri di Noale consecutive, sino ad arrivare alla Kawasaki Z750. Parlando con lui è sempre emerso quanto il due cilindri fosse "facile da mandare" e permettesse a tutti di andare forte in poco tempo, mentre di quanto il quattro, sebbene meno immediato fosse in grado di regalare fortissime emozioni anche in virtù del suo sibilo assordante e di quell' "effetto jet" che dona una volta entrato in coppia. Nel 2008 la svolta, ho acquistato la V11 della Guzzi. Un "motorone" due cilindri a V di 90° raffreddato ad aria, con soli 95 cavalli, ma con una tonnellata di coppia e una personalità a mio avviso unica che la rende ai miei occhi una signora moto! Se dieci anni fa mi avessero detto che un giorno avrei acquistato una Moto Guzzi, mi sarei messo a ridere, essendo le moto di Mandello del Lario quanto di più lontano dai miei gusti, ci potesse allora essere. Omar, poco dopo il mio acquisto, si è portato a casa una Ducati Monster 900cc a carburatori e Zack invece, ha ceduto al sua Kawasaki Z750 per passare ad una Ducati Hypermotard. Ovvio quindi che nelle nostre chiacchere dal bar, in quel periodo il propulsore migliore del mondo fosse il bicilindrico. Di li a poco il gruppo Cesena Bikers ha preso vita e si sono uniti a noi altri ragazzi per lo più in sella a moto a quattro cilindri, tra cui una splendida MV Agusta Brutale 750cc che con il suo magnifico sound, mi ha fatto ricordare ben bene l'antico amore che ho provato per quel tipo di frazionamento del propulsore. In Superbike intanto sono cambiati ancora regolamenti, consentendo alle bicilindriche di vedere innalzata la cilindrata massima sino a 1200cc, lasciando invece le "quattro" a quota 1000cc, con il risultato di ottenere l'ennesima stagione dominata dalla Ducati. Arriviamo così al 2009, anno in cui Cesena Bikers vanta un numero sempre maggiore di ragazzi che stanno dando vita a questa fantastica motostagione, con moto diverse tra loro. Tra questi c'è Simone, in sella alla sua fantastica Triumph Speed Triple 1050cc. Questa moto, forte di un grande propulsore che "tira sempre" emette un ruggito speventoso dallo scarico (se si dovesse scegliere il "motore perfetto" in base al sound emesso, questo tre cilindri se la giocherebbe solo con il "sei" della Honda CBX, stracciando tutti gli altri..), va da fare spavento ed ha alimentato di nuovo le oramai famose chiacchere da bar.. Il tre cilindri ha molta più coppia di un quattro e, non muore sul più bello come invece fa il due. Che sia questo il magico compromesso? Dal punto di vista del blasone agonistico, basta citare due esempi, per capire che il "tre" c'é: le MV Agusta 500cc e 350cc plurivittoriose con Ago e la NS 500cc che ha portato all'iride Fast Freddie Spencer nel 1983.. Gli elementi per essere giudicato motore perfetto ci sono tutti però poi penso ad una cosa: si tratta di chiacchere da bar e non di un discorso veramente tecnico (come già ampiamente detto), so che nessuno di noi sarebbe ben disposto a dire che la moto che guida (di qualunque tipo essa sia), è poi tanto distante dall'essere quella perfetta, quella che gli ha dato di più, quella (che fino alla prossima?!??!) non cambierebbe mai! Credo allora che queste chiacchere da bar debbano rimanere tali, alimentate dalla passione di ognuno di noi che le rende divertenti e soprattutto "infinite".. Inutile quindi cercare una verità assoluta che alla fine non esiste, anche perchè la moto è fatta di passione e non calcoli, grafici con le curve di coppie e potenza, modelli matematici e tempi sul giro.. Il "motore perfetto" è quindi quello che regala emozioni (a chi queste emozioni le sa cogliere..), indipendentemente dal numero dei suoi cilindri o dalla potenza che sviluppa..
P.S.
Nel frattempo Zack ha lasciato la Hypermotard per passare alla MV Agusta Brutale 750cc..

4 commenti:

Enrico ha detto...

Beh... vedendo come va Simone, la voglia del 3 cilindri è difficile non farsela venire! :-)

A parte gli scherzi, io sono uno che fino a pochissimo tempo fa non avrebbe mai potuto concepire un motore diverso dal 2 valvole Ducati. Quindici anni e sei moto equipaggiate da questo motore; dopo la 125 non avevo mai guidato altro a parte una infelice parentesi lunga meno di un anno in sella a una 748 4 valvole: la moto peggiore della mia vita motociclistica.

Per anni sono stato legato al preconcetto secondo il quale se vuoi un motore che tiri forte in basso devi per forza avere un bicilindrico bolognese. La prima volta che pensai a un motore diverso dal Ducati provai brevemene una Guzzi Griso, ma a dir la verità a me il motore Guzzi non ha entusiasmato, e qui torniamo al discorso di Enrico su quanto le valutazioni siano personali.

La prima volta che ho fatto un giretto un po'più lungo su un 4 cilindri è stato sulla vecchia GSX/R600 del mio amico Gianfranco. Una cagata pazzesca, concordo con Enrico. E concordò anche Gianfranco che la vendette dopo 6 mesi per comprare una GSX/R 750 K7 nuova. Quella quando la provai mi piacque, anche a livello di motore. Bel tiro anche con due cilindri in più... e qualche certezza cominciava a crollare.

Alla fine ho ceduto: ho comprato la mia prima 4 cilindri e devo dire che se il motore è grosso può avere 2,3,4, 26 cilindri a stella... ma cavolo se tira!!! Il mio Kappone tiene la sesta a 40 all'ora (difficile chiedere lo stesso al vecchio DS Ducati...) e da lì riprende sicuro e senza esitazioni, oppure ti porta a passeggio con un filo di gas. Per non parlare di quanto tiri forte anche solo fino ai 6000 giri imposti dal rodaggio... o di quanto arrivi svelto agli 11000! Motore a doppia faccia... altro che senza bassi! :-)

Enrico Zani ha detto...

Ciao Enrico.. Trovo che hai pienamente ragione: un motore se ben progettato e ben inserito nel contesto della moto che deve "spingere" va, a prescindere dal numero dei cilindri.. Ti ringrazio come sempre per seguire Cesena Bikers e per postare i tuoi commenti tutt'altro che scontati.. Ci sentiamo presto, un saluto..
Enrico

Francè ha detto...

Ho avuto la fortuna di provare 2,3,4 cilindri...tutti motori con un loro carattere.
Nonostante mi piaccia molto il 3 cilindri, non disdegno anche altri schemi.

Diciamo che ci vorrebbe una moto per ogni frazionamento :D

Enrico Zani ha detto...

Beato te Francè.. A me il tre cilindri manca ancora e ti devo confessare, che mi incuriosisce davvero tanto..