Anche quest'anno, l'inizio dell'autunno sarà caratterizzato da un evento motociclistico che gli appassionati non potranno assolutamente perdere: la prova del Campionato Mondiale SBK che si disputerà sul circuito Dino & Enzo Ferrari di Imola. I palati più raffinati verranno adirittura deliziati, il week-end successivo con la rievocazione storica della 200 Miglia di Imola (la Daytona d'Europa), gara che dal 1972 ai primi anni ottanta ha visto darsi battaglia su questo tracciato, i migliori piloti di moto dell'epoca, in sella alle “derivate dalla serie” ossia le antenate delle attuali SBK. Visto che stò attendendo queste due manifestazioni con febbrile trepidazione, ho voluto pubblicare su Cesena Bikers la “biografia” del tracciato in modo da far si che anche chi non ne conosce la storia oramai sessantenaria possa farsi una idea di cosa è stato, cosa è e cosa sarà questo magnifico impianto, denominato da Enzo Ferrari “il piccolo Nurburgring”.
giovedì 16 settembre 2010
AUTODROMO DINO & ENZO FERRARI
L'Autodromo Enzo e Dino Ferrari è un circuito automobilistico situato nel comune di Imola (BO), intitolato a Enzo Ferrari, fondatore dell'omonima casa automobilistica e al figlio Dino. Prima della morte di Enzo Ferrari avvenuta nel 1988 era chiamato Autodromo Dino Ferrari. È colloquialmente noto come Autodromo di Imola, e ha ospitato, dal 1981 al 2006, il Gran Premio di San Marino di Formula 1, oltre a molte altre corse automobilistiche e motociclistiche di caratura mondiale. È uno dei pochi tracciati in cui si corra in senso antiorario. Dopo la chiusura a fine 2006 le competizioni sulla pista sono riprese il 21 settembre 2008 con la gara del monomarca Porsche Cayman Cup, gara di contorno disputatasi poche ore prima della corsa valida per il campionato mondiale WTCC. Un'altra manifestazione è stata in calendario il 2 novembre successivo. Questo circuito - su cui hanno corso i più grandi corridori di motociclismo e automobilismo di ogni tempo – venne ideato alla fine degli anni anni '40 dall'ESTI (Ente Sport e Turismo Imolese) al fine di rivitalizzare la depressa economia della zona che, come molte altre, risentiva dei disagi del dopoguerra. Furono messi in cantiere diversi lavori pubblici che prevedevano, fra l'altro, la costruzione di una strada di collegamento tra la via Emilia e il vicino centro di Codrignano. Da questo progetto presero spunto un gruppo di amici - Alfredo Campagnoli, Graziano Golinelli, Ugo Montevecchi e Gualtieri Vighi, cui si aggiunse poi Checco Costa - che progettarono la realizzazione di un autodromo nella zona. La posa della prima pietra del circuito imolese avvenne il 22 marzo 1950; un primo collaudo si ebbe il 19 ottobre quando Enzo Ferrari fece provare una 340 Sport sulla quale si alternarono i piloti Alberto Ascari, Giannino Marzotto, Luigi Villoresi e Nino Farina. La Maseraii dal canto suo mandò Bertocchi. Le origini dell’Autodromo di Imola sono così ricordate da un testimone di eccezione, Enzo Ferrari, in un suo libro del 1980: “Il mio primo contatto con Imola risale alla primavera del 1948. Valutai fin dal primo momento che quell’ambiente collinoso poteva un giorno diventare un piccolo Nurburgring per le difficoltà naturali che il costruendo nastro stradale avrebbe compendiato, offrendo così un percorso veramente selettivo per uomini e macchine. Da questo mio parere i promotori di Imola si sentirono confortati. Nel maggio del 1950 si cominciò a costruire. Ero presente alla cerimonia della prima pietra, che fu posata dall’avvocato Onesti con il saluto del CONI e un contributo di 40 milioni che credo sia stato il primo gesto dell’Ente nei confronti dell’automobilismo sportivo. Un piccolo Nurburgring – mi ripetevo quel giorno volgendo lo sguardo intorno – un piccolo Nurburgring, con pari risorse tecniche, spettacolari e una lunghezza di percorso ideale. Questa mia convinzione si è realizzata attraverso i decenni che da allora sono trascorsi.” In quella occasione vi furono prove anche di motociclismo, col campione della Gilera Umberto Masetti su Gilera Lorenzetti sulla Moto Guzzi. Dovettero passare tre anni perché, il 25 aprile 1953, avvenisse l'inaugurazione ufficiale con una gara motociclistica GP CONI valida per il campionato italiano delle classi 125 e 500 che vedrà vincitori gli stessi Masetti e Lorenzetti. Nello stesso anno la gestione dell’Autodromo è assunta dall’E.S.T.I. (Ente Sport e Turismo Imolese), con presidente Tommaso Maffei Alberti. L'automobilismo fece il suo debutto a Imola il 20 giugno 1954 con la Conchiglia d'oro Shell promosso dall’Automobil Club di Bologna per vetture Sport, con una grande sfida tra Ferrari e Maserati: Umberto Maglioli (su Ferrari) giunse primo davanti a Musitelli e Luigi Musso che guidavano delle Maserati. A seguire la vittoriosa Ferrari di Umberto Maglioli giunse si classificarono anche due futuri protagonisti della storia dell’automobilismo mondiale: l’inglese Colin Chapman e l’australianoJack Brabham. Un altro big dell’automobilismo mondiale, Bernie Ecclestone, corse ad Imola nel 1956, in una gara di motociclismo con una Norton Max. Il 21 aprile 1963 si è assistito agli esordi della Formula 1 sul tracciato imolese, data in cui si svolse la prima gara non ufficiale, che però, vinta dallo “scozzese volante” Jim Clark con la Lotus Climax Brm con la quale alla fine della stagione diventò Campione del Mondo. La gara venne boicottata dalla Ferrari per via di alcune diatribe con gli organizzatori. Ciò nonostante, la massima categoria automobilistica non tornerà a correre dalle parti del Santerno per molti anni. Il 7 settembre 1967, invece, fu la volta del Motomondiale ad approdare sul tracciato con il “Gran Premio delle Nazioni”. Nel 1970 l'autodromo prese il nome di Dino Ferrari, il figlio di Enzo prematuramente scomparso negli anni '50. Il 1972 fu l’anno di un’altra grande idea motociclistica: Checco Costa si inventò la “Daytona d’Europa”, ovvero la mitica 200 Miglia trasportata sull’altro lato dell’Atlantico. In breve partirono i lavori di ammodernamento dell'impianto che riguardarono la zona del traguardo, con la costruzione della Variante Bassa per rallentare le percorrenze nel rettilineo dei box. Un'altra variante, la Variante Alta, venne creata nello stesso periodo per spezzare il tratto che scollinava verso le curve della Rivazza. Sempre negli anni '70, col passaggio della gestione dell'autodromo dal Moto club Santerno alla SAGIS, la direzione dell'autodromo riallacciò i contatti con la Formula 1 per ospitare una gara titolata. Dopo diversi sopralluoghi da parte della FOCA e dei piloti, ulteriori modifiche vennero realizzate per ampliare le vie di fuga; laddove ciò non fosse stato possibile, il disegno del tracciato fu modificato, come nel caso della chicane inserita nella curva delle Acque Minerali. Dopo ampi lavori di ristrutturazione del circuito e la costruzione del nuovo edificio box – all’epoca il più moderno d’Europa – si svolse, il 16 settembre del settembre 1979, un nuovo GP di Formula 1, non valido per il Campionato del Mondo ma con la presenza di tutti i team partecipanti al campionato; vinse Niki Lauda sulla Brabham di Bernie Ecclestone. L'anno successivo, il 14 settembre 1980, l'autodromo ospitò la sua prima gara di Formula 1 valida per il titolo mondiale: il 51° Gran Premio d'Italia, in quella circostanza spostato dal circuito di Monza. Dall'anno seguente, tornata la tappa italiana del mondiale a Monza, la pista imolese divenne sede del Gran Premio di San Marino. Sin da allora sul tracciato imolese si disputarono gare tra le più spettacolari del calendario del Campionato Mondiale F1, tant’è che secondo un’indagine effettuata dalla Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA) nel 2005, il 35% degli appassionati nel mondo aveva dichiarato che il loro interesse verso la Formula 1 era strettamente connesso alla presenza del circuito “Enzo e Dino Ferrari” in calendario. A seguito della scomparsa di Enzo Ferrari, il 14 agosto 1988, al nome del figlio Dino venne affiancato quello del Drake. Nel 1994 è stato vissuto il GP più drammatico, con molti incidenti, alcuni mortali: venerdì 29 aprile, durante le prove, Rubens Barrichello si schianta all'uscita della Variante Bassa, ma nonostante il grave incidente riporta solo la rottura del setto nasale e l'inclinazione di una costola che lo costringono a saltare il resto della gara; sabato 30, l'ala anteriore della Simtek di Roland Ratzenberger si stacca e l'auto va a schiantarsi alla curva Villeneuve; il pilota muore e si tratta della prima fatalità in Formula 1 dalla morte di De Angelis nel 1986. Domenica 1º maggio, giorno della gara: allo spegnersi della luce verde la Benetton di JJ Lehto rimane ferma sullo schieramento e viene presa in pieno dalla Lotus di Lamy; i pezzi, tra cui una ruota, volano in tribuna centrale ferendo alcune persone tra il pubblico. Entra la Safety Car che per 5 giri scorta il gruppo. Alla ripartenza passano 2 soli giri (7º giro) quando laWilliams di Ayrton Senna esce dritta al Tamburello per la rottura del piantone dello sterzo e va a finire contro il muro. Senna viene trasportato all'ospedale di Bologna dove morirà poche ore dopo. Infine, ai box il panico è seminato da una ruota, staccatasi dalla Minardi di Michele Alboreto, che ferisce quattro meccanici. Dopo questa gara, il circuito ha subito nuove e radicali modifiche, in modo da renderlo meno pericoloso. La curva del Tamburello, teatro dell'incidente di Senna, è stata sostituita da una più lenta chicane, meno spettacolare ma più sicura, mentre il curvone dove picchiò Ratzenberger nelle qualifiche, denominato Villeneuve, è stato a sua volta soppiantato da due curve lente. Modificato anche il tratto denominato Acque Minerali, dove ora ci sono due pieghe veloci al posto della vecchia chicane e una via di fuga molto più ampia, le curve Rivazza, e la Variante Bassa, punto in cui Rubens Barrichello, come detto, rischiò la vita a causa di un brutto incidente. Di nuovo, a partire dal 1996 e per i tre anni successivi, tornò a fare tappa a Imola il Motomondiale con il GP Città di Imola e, sempre restando in tema di motociclismo, il 2001 vide debuttare da protagonista lo spettacolare ed affascinante Campionato del Mondo Superbike che permise a Imola di affermarsi nuovamente come primario circuito anche per le grandi manifestazioni internazionali motociclistiche. Nel 2004 il circuito ospitò per la prima volta il Campionato Europeo Turismo FIA (ETCC) dedicato alle vetture turismo e la gara del Campionato Mondiale FIA GT; entrambe le manifestazioni si sono ripetute nel 2005, questa volta con validità mondiale. Il 19 novembre 2006 alle ore 16:14, il vecchio corpo box è stato demolito utilizzando 700 candelotti di dinamite. All’esplosione hanno assistito 3.000 persone assiepate in un commosso silenzio sulla collina della Rivazza. Il circuito e le strutture annesse sono state oggetto di un piano di riqualificazione e di ammodernamento, conclusosi nel settembre 2007 e curato dal noto architetto tedesco Hermann Tilke, specializzato nella realizzazione di circuiti automobilistici. Il pit-building è stato interamente ricostruito: la nuova struttura conta 32 box (contro i precedenti 18), è stato creato un paddock molto più spazioso e realizzata la nuova Race Control che, concepita secondo i più moderni criteri, ospita uffici, direzione gara, sala cronometraggio, speakeraggio ed una vip-lounge. A queste opere hanno fatto seguito ulteriori interventi, eseguiti a ritmo serrato durante i mesi estivi del 2008, che hanno riguardato la ridefinizione del layout dell’ingresso della pit lane e l’ampliamento della via di fuga della Curva Piratella, oltre alla riasfaltatura del tratto di tracciato compreso tra l’uscita dei box e la fine della Curva del Tamburello nonché vari approntamenti di sicurezza quali cordoli, banchine erbose e barriere di gomme. Il 6 marzo 2008, viene firmata la convenzione per la nuova gestione trentennale del circuito. Nonostante l'esistenza di un contratto sino al 2009 il Gran Premio di San Marino è stato estromesso dal calendario 2007 e 2008 del Mondiale di F.1, in quanto i pesanti lavori di ammodernamento, richiesti dalla Federazione, non sarebbero stati completati in tempo utile per l'effettuazione del Gp. A questo va poi aggiunto la pesante crisi che ha travolto la SAGIS, ovvero la società che gestiva l'autodromo. Ad ogni modo, sarà ben difficile per Imola reinserirsi nel giro iridato della F1, stante la volontà politica della Formula One Management di non far disputare più di una corsa nello stesso Paese, oltre a quella di spostare il baricentro del Mondiale fuori dall'Europa. Grazie all'intraprendenza del gruppo Norman, il Comune di Imola, proprietario dell’impianto, ne affida la gestione a Formula Imola S.p.A. che riapre ufficialmente i cancelli dell’Autodromo il 3 maggio con l’evento “Imola torna in pista”: una due giorni di grande festa all’insegna di musica, sport, spettacolo e gastronomia alla quale intervengono 38.000 persone entusiaste di partecipare alla kermesse e soprattutto di poter accedere di nuovo all’interno dell’impianto simbolo storico della città. L’inaugurazione del tracciato, dal punto di vista sportivo, è avvenuta con la gara del Campionato del Mondo Vetture Turismo (WTCC) nel mese di settembre dello stesso anno e, dato il successo riscosso, il WTCC è stato ripetuto anche nella stagione 2009 il 18, 19 e 20 settembre. Nell’estate 2009 è stata realizzata la Nuova Variante Bassa, necessaria per rispondere ai requisiti omologativi richiesti dalla Federazione Motociclistica Internazionale. Tale intervento, atto a neutralizzare la lieve piega a destra caratteristica del tracciato per le auto, si colloca di fronte alla corsia dei box e apporta dal punto di vista sportivo un nuovo spunto di tecnicità, agonismo e spettacolo. I lavori per la realizzazione di questa variante si sono conclusi il 7 luglio e sono stati sperimentati in anteprima dai Campioni della Superbike in occasione dei successivi Test ufficiali che hanno avuto luogo dal 14 al 16 luglio in vista dell’attesissimo round del Campionato del Mondo Superbike che Imola ha ospitato dal 25 al 27 settembre 2009. Nell’ambito delle grandi manifestazioni di carattere non motoristico, va sicuramente citato il celebre Heineken Jammin’ Festival che dal 1998 ha richiamato oltre centomila spettatori per ciascuna sua edizione e proprio sullo scenario dell’Autodromo ha accresciuto di anno in anno la sua fama internazionale. Dal punto di vista morfologico degli spazi e delle strutture fisiche complementari, il circuito è da sempre considerato all’avanguardia in termini di flessibilità e funzionalità, l’utilizzo polifunzionale del circuito rappresenta, quindi, uno dei più importanti driver di sviluppo del piano industriale dell’Autodromo, per sfruttare al massimo il patrimonio immobiliare, territoriale ed organizzativo che il complesso esprime, per garantire l’indotto sul contesto circostante, generando revenue economiche con caratteristiche di continuità e di programmabilità.
Per saperne di più:
ALBO D'ORO MOTOMONDIALE:
ALBO D'ORO SBK:
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