..quel giorno imparai tutto sulle motociclette: erano meravigliose, nulla poteva eguagliarle, avevano voce ed odore, potevano essere domate con grande bravura da intrepidi piloti. Imparai però anche che potevano uccidere, senza colpa o cattiveria, senza comprendere ma.. lo potevano fare! Nate dal genio dell'uomo, avevano purtroppo ereditato dalla fallibilità umana un grande peccato originale..
martedì 5 luglio 2011
Le due facce della medaglia..
Cito un passaggio stupendo, nella sua lucida e sincera drammaticità, tratto da Ti porterò a Bray Hill di Roberto Patrignani. Nel contesto il protagonista, ricorda quando da bambino visse da vicino una gara di motociclistica che si tenne nei pressi del paese dove abitava. La competizione si disputò sulle strade di pubblica circolazione (chiuse al traffico per l'occasione allo scopo di creare un circuito), con il pubblico assiepato ai bordi delle stesse (incurante del pericolo), come ai tempi era consuetudine fare. Nella prima parte c'è lo stupore per la scoperta di un mondo meraviglioso fatto di odori, rumori, colori e uomini eroici che con il loro estro ed il loro coraggio domano questi cavalli d'acciaio. Nella seconda parte, c'è la scoperta che le moto, per quanto bellissime, possono ferire o addirittura uccidere: il protagonista, tornando a scuola il lunedì mattina vede il banco di un compagno vuoto e viene a sapere che il bimbo che solitamente lo occupava è stato travolto ed ucciso da una moto che è finita fuori strada durante la corsa.
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