"Paolo Gardella scarica su Claude Danis, e quindi sulla Federazione Internazionale, la responsabilità di aver voluto la chicane che tutti contestano."
Dopo aver parlato della giornata passata al paddock del circuito di Imola, dello spettacolo offerto e dei tempi fatti registrare da piloti e moto, trovo doveroso chiudere questa serie di post scrivendo in merito all'argomento che poi è il fulcro attorno al quale ha ruotato tutto quanto: la nuova chicane costruita sul circuito del Santerno, motivo per il quale sono state effettuati queste prove, in ottica della gara che si terrà su questo tracciato il 27 settembre 2009. Personalmente trovo che il lavoro non sia dei migliori proprio per il disegno stesso della curva, che si "arriccia su se stessa" e soprattutto per il fatto che non si era mai visto un muretto dei box (dal quale vengono date le segnalazioni ai piloti, ecc ecc..) così distante dal tracciato. I tecnici che esponevano i cartelli ai piloti infatti dovevano andare alla fine della chicane, dove muretto e tracciato tornano ad essere tangenti, e questo accade ben oltre i box (lo si vede benissimo nella foto in basso). Questa probabilmente è l'ennesima modifica apportata al bellissimo tracciato imolese che va a snaturare "il piccolo Nürburgring " (così come Enzo Ferrari definiva questa pista). Premetto che sono solamente un appassionato e non un tecnico, credo però che neppure dal punto di vista della sicurezza (nel cui nome oggi sembra obbligatorio rovinare tutti i tracciati più belli del mondo) questa chicane abbia senso di esistere: i piloti vi arrivano letteralmente "a cannone" e, soprattutto nella 600 Supersport, si sono visti diversi "lunghi". Inoltre nella piega a destra, il nastro d'asfalto va a rasentare il muretto posto dinnanzi alle tribune.. Allego a questa mi personale e quindi opinabile considerazione l'articolo che ho trovato su motonline.com:
Imola - La nuova chicane dell'autodromo Enzo e Dino Ferrari continua a far discutere. E non solo quella. C'è la collocazione della partenza e dell'arrivo che è ancora del tutto incerta, visto che ieri si era certi che il via sarebbe stato a valle della chicane, mentre il traguardo finale si sarebbe trovato a monte della stessa, per evitare situazioni pericolose in volata. Oggi invece è arrivato il contrordine: l'arrivo dovrà trovarsi dopo la chicane, anche se non in corrispondenza della linea di partenza."Funziona così e non è colpa nostra – dice il direttore dell'autodromo di Imola, Paolo Gardella – noi riceviamo delle direttive da un signore che tutto può e che ci dice semplicemente "Si fa così e non ammetto discussioni". Le critiche, che magari condividiamo come in questo caso, ce le dobbiamo poi sorbire noi".Il riferimento di Gardella è naturalmente a Claude Danis, responsabile per la Federazione Motociclistica Internazionale dell'omologazione delle piste. "Abbiamo provato a sottoporgli ipotesi differenti, ma non c'è stato niente da fare. Devo dire che col responsabile delle piste della Formula Uno non abbiamo mai avuto problemi di questo genere: è il metodo che è diverso, c'è margine per discutere fra professionisti e cercare la soluzione migliore. Qui no. Si deve solo obbedire. Pensi che adesso, dopo che si era stabilito di porre l'arrivo prima della chicane, in modo da consentire ai piloti di tagliarla a gara finita dopo una volata, è arrivato il contrordine: l'arrivo sarà dopo la chicane, il che significa due cose: una è il pericolo insito in un arrivo a tre o più piloti che si buttano assieme, velocissimi, nella variante, per giocarsi la vittoria; l'altra è che questa modifica comporterà anche lo spostamento della postazione dei cronometristi, con un costo che stimo in almeno 50.000 euro".
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