domenica 12 febbraio 2012
Australiani: tipi tosti!
Wayne Gardner, Mick Doohan, Casey Stoner nei GP, Troy Corser e Troy Bayliss nel Campionato Mondiale Superbike. Questi sono i nomi dei piloti australiani più famosi nella storia delle competizioni motociclistiche, quelli che hanno vinto almeno un titolo in uno dei due massimi Campionati Mondiali di velocità. L’Australia quando “sale in sella ad una moto ed afferra i semi manubri”, non scherza affatto! Il comune denominatore proprio di tutti i suoi campioni è sempre lo stesso: il carattere di ferro! Caparbi, mai domi nello spirito, duri e risoluti in pista, velocissimi e determinati a vincere contro tutto (soprattutto contro il dolore fisico) e contro tutti. Gardner è l’icona del motociclista australiano: magari non brillantissimo a livello di stile di guida ma velocissimo. Curve affrontate con traiettorie larghe in ingresso per arrivare strettissimo alla corda ed infilare gli avversari. Grintoso al limite dell’aggressività e spericolato, è stato l’unico pilota che dal 1983 al 1993 sia riuscito ad interrompere il domino Yankee nei GP. Accadde nel 1987 e l’australiano guidava una Honda dal carattere indomabile proprio come il suo. Il binomio risultò imbattibile per chiunque ed anche il plurititolato Eddie Lawson in sella alla Yamaha, dovette piegarsi di fronte al suo acerrimo rivale. Una serie di infortuni ha fatto si che nel 1992 appendesse il casco al chiodo, forse troppo presto, ma non prima di aver vinto ancor un ultimo GP, in Inghilterra nello stesso anno. Gardner inoltre ha vinto ben quattro volte la Otto Ore di Suzuka, diventando il beniamino del pubblico nipponico. Mick Doohan, cinque Mondiali conquistati dopo aver rischiato addirittura l’amputazione della gamba destra in seguito ai postimi del terribile incidente di Spa Francorchamps del 1992. Letteralmente rapito dall’ospedale olandese (dove era in cura dopo l’incidente) dal dottor Marcello Costa, si è sottoposto ad una terapia dolorosissima pur di salvare il suo arto menomato. Ha sofferto in silenzio consapevole che “sarebbe tornato” e che lo avrebbe fatto da vincente! Dopo un 1993 in cui si è preparato, dal 1994 al 1998 è stato l’unico, indiscusso re della Classe Regina. Ha triturato gli avversari trovando dentro di se una forza micidiale che lo ha reso uno tra i più grandi di sempre. Casey Stoner sta scrivendo ancora la sua storia ma ha già conquistato due volte l’iride in Moto GP piegando Valentino Rossi nella prima occasione e Jorge Lorenzo la seconda. Di sicuro attualmente è il pilota più veloce in pista, quello che più di ogni altro ha imparato a guidare questi bolidi, fidandosi ciecamente della elettronica che essi offrono, buttandosi “a vita persa” in ogni curva, costantemente al limite (e spesso oltre). Troy Bayleiss, tre Mondiali vinti con la Ducati, portando al successo 3 moto diverse: la 998, la 999 e la 1098. Nessuno come lui ha saputo adeguarsi ai cambiamenti del mezzo e dei regolamenti, neppure Fogarty, che ha vinto quattro Titoli ma sempre con la stessa moto. Troy Bayleiss ha avuto dentro di se l’istinto animale per la vittoria, la forza mentale ed il talento per ottenerla. Nella storia il suo rientro ai GP nel 2006, come “premio” concessogli dalla Casa di Borgo Panigale per aver trionfato nel Campionato Superbike. Valencia, ultima gara della stagione. A giocarsi il titolo sono Nicky Hayden e Valentino Rossi. A Troy viene offerta questa possibilità. Lui sa di avere con i GP un conto in sospeso. Nei tre anni di militanza in questa categoria non ha messo in evidenza tutto il suo talento cristallino. Sale in sella della Ducati Desmosedici MY 2006, moto per lui nuova, gomme mai provate prima e.. come morso dalla tarantola imprime un ritmo infernale alla gara, vincendola distaccando tutti gli altri! Il conto coi GP è finalmente chiuso! Troy Corser. Due titoli Mondiali Superbike, una carriera che lo vede tra i protagonisti dal 1994 e che ha abbracciato ben tre decadi! Vincente con ogni moto: ha corso con Ducati (con la quale ha vinto il suo primo Mondiale), ha avuto una parentesi sfortunata nei GP, ha condotto in gara la Proton, ha portato al successo Aprilia, Yamaha, Suzuki (la moto del secondo titolo iridato) ha contribuito allo sviluppo della BMW. Moto bicilindriche, a tre cilindri o a quattro non faceva differenza: Troy era sempre la davanti a lottare con i migliori di cui lui ha sempre fatto parte! Capace di sferrare la zampata decisiva quando tutti di lui dicevano: è finito, è sul viale del tramonto, non ha più nulla da dire! Caparbio e veloce. Potrebbe aver vinto molto di più se non si fosse accasato in squadre poco competitive, forse lusingato da ingaggi di primissimo livello. Oltre a questi “magnifici cinque” il Nuovissimo Continente che piloti ci ha offerto? Partiamo da Keith Campbell, primo Campione del Mondo australiano. L’anno era il 1957 e la moto era una Guzzi 350cc. Morì a soli 27 anni in un GP. In 125 il primo e sino ad ora unico titolo iridato australiano è quello conquistato nel 1961 da Tom Phillis. Egli fu anche secondo in 250, dietro al grandissimo Mike Hailwood. Sempre in 125 si ricorda il successo di John Dodds su Aermacchi, nel 1970 sul difficile tracciato del Nurburgring: il pilota venuto “dagli antipodi”, regalò il primo successo nei GP alla Casa varesina. Nella classe 250 l’unico pilota australiano a fregiarsi del titolo iridato è stato Kel Carruthers, nel 1969 su Benelli. Kel doveva aiutare il nostro Paso a conquistare finalmente quell’iride che da tempo inseguiva. Una serie di infortuni invece mise fuori gioco Renzo Pasolini e Carruthers si trovò spianata la strada verso la conquista dell’iride, grazie anche, ad una moto estremamente competitiva. Più sfortunato di lui, fu invece Gregg Hansford. Nel biennio ’78-’79 in sella ai “missili verdi” di Akashi, arrivò secondo in 250 e terzo in 350, preceduto dal fortissimo compagno di squadra, il sudafricano Kork Ballinghton. Nelle due classi intermedie la Kawasaki alla fine degli anni Settanta dominava la scena! Graziano Rossi, scherzosamente considerava Hansford come il suo “porta fortuna”. Tutte e tre le vittorie di Rossi senior nel Mondiale, sono avvenute proprio battendo Hansford. Il biondo australiano si ritirò con 10 successi nel palmares e si dedicò alle corse automobilistiche. Trovò la morte in una di queste nel 1995. Nella Classe Regina il primo GP vinto da un australiano fu quello dell’Ulster nel 1953 da Ken Kavanagh. Egli è rimasto famoso nel tempo per aver portato in gara la mitica Moto Guzzi 8 cilindri. L’assalto alla conquista della corona iridata sfuggì prima a Jack Ahearn nel 1964 (che venne battuto dal Mike Hailwood in sella alla MV Agusta 500) e poi a Jack Findlay nel 1968 (a trionfare questa volta fu invece Giacomo Agostini, sempre su MV Agusta 500). In tempi più recenti, parliamo dei primi anni Novanta, si è messo in luce un altro forte pilota australiano: Daryl Beattie. Fu sostituto di Doohan, durante l’infortunio diquest’ultimo, alla Honda. Vinse in coppia con Wayne Gardner la 8 Ore di Suzuka del 1992. Nel 1993, al ritiro di Wayne, divenne compagno di squadra di Doohan in seno al team ufficiale Honda HRC. Passò poi alla Suzuki. Durante i test invernali del 1994 incappò in una banale scivolata con la sua moto che però gli costò un infortunio molto serio: si amputò tutte le dita del piede sinistro, triturato dalla catena di trasmissione della moto. Con caparbietà tornò in sella, contribuendo allo sviluppo di uno stivale speciale che gli consentisse di poter guidare, anche con questa menomazione, una 500 da GP. Nel 1995 fu protagonista insieme a Doohan della lotta la titolo iridato. Si è ritirato dalle competizioni con 3 vittorie, 7 secondi e 3 terzi posti. Ultimo in ordine di tempo è Chris Vermeulen. Fortissimo sul bagnato, ha portato al successo la sua Suzuki nel 2007 nel GP di Francia sul tracciato di Le Mans. Vermeulen è il classico esempio del pilota che avrebbe potuto fare di più se solo fosse capitato in una Squadra capace di fornirgli una moto competitiva. Giovane promessa della Superbike, nel 2005 è stato vicecampione del Mondo in sella alla Honda CBR 1000 ufficiale. La Honda in lui vedeva l’uomo giusto per tornare alla vittoria nel Campionato Mondiale dedicato alle derivate della serie e gli fece questa proposta: “Nel 2006 corri ancora in Superbike per noi (vincendo il titolo..) e dal 2007 ti portiamo nei GP in sella ad una delle nostre moto”. Una proposta allettante per un pilota di soli 24 anni! Nello stesso periodo però la Suzuki era alla ricerca di un secondo giovane pilota da affiancare allo statunitense John Hopkins per gettare le basi della riforma del team di Moto GP. Venne fatta la proposta a Chris e lui, non attese nemmeno un momento a firmare per la Casa di Hamamatsu passando immediatamente ai GP. Una scelta azzardata, a posteriori forse una scelta sbagliata ma sicuramente una scelta di carattere! E si sa.. il carattere ai piloti australiani di certo non è mai mancato!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento