Nelle foto, partendo dal basso:
1) Una bella "foto di gruppo" nella quale vediamo diversi modelli prodotti dall'azienda.
2) La Sport 1200 S, motorizzata Suzuki.
3) La Sfida 4V, motorizzata con il propulsore a 4V per cilindro della Moto Guzzi.
4) La Giappone 52, sempre motorizzata Guzzi.
5) La Sfida 1100 i.e. biposto, motorizzata col famoso bicilindrico da 1.064 cc, made in Mandello del Lario.
6) La Australia 98, motorizzata con il bicilindrico mandelliano, a 4 V per cilindro da 1.000 cc.
Per la stesura di questo post, ho preso spunto da quello pubblicato sul blog amico: L-TWIN (vedi link nell'elenco dei siti preferiti) in data 20/01/09. Da guzzista e ovviamente da amante dei propulsori bicilindrici, mi sembrava doveroso, pubblicare un post che riguardasse la azienda Magni e le moto che produce. Di Arturo Magni nella veste di capo del reparto esperienze della MV Agusta al tempo di Mike Hailwood e di Giacomo Agostini ho già pubblicato un post in precedenza. Magni era colui che metteva in mano al campionissimo le moto vincenti e non transigeva su nulla, le moto sulle quali lavorava erano perfette, assemblate con cura maniacale. Le imbattibili MV 750 quattro cilindri della metà degli anni '70 filavano a velocità massime nell'ordine dei 270 km/h ed il merito era in buona parte suo. L’epopea della MV però giunse al termine e Magni, forte di una impareggiabile esperienza e di un know-how senza eguali nell’ambito delle motociclette da competizione e sportive, decise di mettersi in gioco personalmente. L' aspetto piu' bello di tale longevità tecnica consiste nel fatto che Arturo coinvolse in questa avventura anche i figli, ai quali ha saputo passare tutto l' enorme capitale di esperienza tecnica raccolto in anni di corse e di vittorie. Una volta chiusa l' esperienza MV, Arturo Magni diede infatti vita a un proprio atelier nel quale, con i figli Giovanni e Carlo, ha realizzato moto da favola, personalizzate e impreziosite fino all' ultimo dettaglio, ispirate a quella incomparabile esperienza vincente con le Mv Agusta da Gp. Nel 1977 nasce la ditta Magni. Tutta l'esperienza derivata da oltre 25 anni di lavoro presso il reparto corse più titolato del mondo è disponibile per sviluppare nuovi prodotti in ambito motociclistico. L'attività comincia con la produzione di pezzi speciali per trasformare le moto MV Agusta da strada: kit trasformazione trasmissione finale da cardano a catena, kit cilindri e pistoni per maggiorare la cilindrata, carenature, selle, impianti di scarico, insomma tutto quello che oggi viene definito con il termine di Tuning. In breve, dato il successo riscosso presso il pubblico con i suoi prodotti l’azienda Magni passò all’ambizioso progeto di realizzare il primo telaio per il motore MV a quattro cilindri. Questo chassis, realizzato in tubi d'acciaio al cromo-molibdeno e saldato a T.I.G, incrementava notevolmente le caratteristiche di guida della motocicletta. Ancora oggi è possibile restaurare una motocicletta MV Agusta con i pezzi prodotti da Magni, o addirittura costruire ex-novo una replica delle storiche motociclette da competizione, made in Schiranna, utilizzando un motore quattro cilindri stradale e attingendo dal ricco catalogo dell’azienda. All'inizio degli anni '80 avvenne un nuovo decisivo passo in avanti per l’azienda Ma: venne costruita la prima moto completa, utilizzando un motore Honda 900 Bol d'Or a quattro cilindri. La motocicletta venne prodotta in due versioni: "MH1", senza carenatura e con molti particolari della moto originale come le ruote e la forcella, e "MH2", versione carenata ed estremamente raffinata, che di serie mantenne solo il propulsore. Di quest’ultimo modello ne furono prodotti 300 esemplari. Nel 1982-1983 si passò al progetto di un nuovo telaio adatto per il motore BMW boxer da 1000cc, così come accadde per la Honda, anche questo modello venne prodotto in due versioni: "MB1" ed "MB2", la prima economica e la seconda completa. Di questa seconda variante della motocicletta ne vennero prodotti solo 150 esemplari poiché nel frattempo la BMW mise fuori produzione il motore boxer avendo introdotto il nuovo modello serie "K". A seguito di questa interruzione forzata della fornitura dei propulsori BMW, nel 1985 iniziò la collaborazione con la Moto Guzzi. Magni infatti era intenzionato a produrre una moto completamente italiana e per questo la scelta volse sui motori Guzzi. Il primo modello prodotto chiamato "LeMans", ara dotato di carenatura integrale. Per questa motocicletta venne progettato un nuovo sistema di sospensione posteriore: il parallelogrammo. Con questo nuovo sistema tutte le reazioni indotte dalla trasmissione cardanica, vennero eliminate. Si realizzò una motocicletta con trasmissione finale a cardano ma con le doti di guida simili ad una moto a catena. Sistemi simili vennero poi adottati anche da altri costruttori di moto. Il parallelogrammo è ancor oggi montato sulle Magni in produzione. Nel 1987 vennero presentati due nuovi modelli di grande successo: "Classico 1000" ed "Arturo 1000". Questi modelli, vennero dotati di accessori di prima qualità e linee in stile retrò che ricordano nello styling moto prodotte negli anni '70: ruote a raggi, parafanghi d'acciaio inox lucidati, grosso fanale rotondo e motore completamente in vista. Il modello “Classico 1000” è completamente privo di carene mentre la "Arturo 1000" ha una semicarenatura. Nel 1989 venne commercializzato un nuovo modello denominato "Sfida 1000" caratterizzato dalle linee tipiche delle moto italiane degli anni '60, con il serbatoio realizzato a mano in alluminio. Nel 1990 venne prodotta una nuova moto, in versione corsa, con motore Guzzi a quattro valvole per cilindro. Questa moto venne utilizzata da alcuni importatori per partecipare a competizioni riservate a moto con motori a due cilindri (BOTT). L'importatore australiano ottenne brillanti risultati piazzandosi in tutte le corse sempre tra il primo e il sesto posto:
28/09/90 - Kambalda, West Australia - Thunder bike race - 2°;
4/10/90 - Merredine, West Australia - Formula one - 4°; 27/10/90 - Wanneroo, West Australia - Formula one - 5° - e Open four stroke - 3°,
3/11/90 - Wanneroo, West Australia - Thunder bike - 1°;
10/12/90 - Winton race way, Victoria - Thunder bikes B.E.A.R.S. - 4°;
26/12/90 - Wanganui - New Zealand - B.E.A.R.S. THUNDER BIKES 2° - e Formula one - 4°;
25/03/91 - Manfield - New Zealand - B.E.A.R.S. THUNDER BIKES - 2°;
11/04/91 - Pukekohe, New Zealand - B.E.A.R.S. THUNDER BIKES - 2°.
Per questo motivo la moto fu chiamata "Australia". Da questo modello da corsa nacque la versione stradale, entrata in produzione a fine 1993. L'Australia stradale risultava identica al modello da competizione, tranne che per tutti quegli accorgimenti strettamente necessari per ottenere l’omologazione per la circolazione su strada: impianto elettrico, silenziatori, e cavalletto. Il propulsore montato sull’Australia era il bicilindrico Moto Guzzi già visto sulla Daytona 1000, con quattro valvole per cilindro e alimentazione a iniezione elettronica, capace di una potenza di 95 cavalli, Nel 1995 entrò in produzione la nuova "Sfida 1100" con motore a carburatori. Per questo modello venne progettato un nuovo telaio che risultò la naturale evoluzione dei precedenti, migliorando ulteriormente la rigidità torsionale e la guidabilità della moto. Nel 1997 la "Sfida 1100", la "Sfida1100 i.e. biposto", caratterizzato dal posto per il passeggero vennero ulteriormente affinate essendo dotate dal nuovo motore ad iniezione. A fine 1997 venne presentato lo "Sfida 1000 4v" versione con motore 1000cc a quattro valvole, derivata sempre da quello montato sulla Guzzi Daytona. Nel 1998 entrò in commercio la versione aggiornata dell’Australia: la "Australia '98", con il nuovo motore a quattro valvole per cilindro, in grado di erogare una potenza pari a 102 cavalli ed il nuovo telaio con inclinazione dello sterzo di 24°. Ne sortì una moto che sapeva mantenere il sapore e il valore di un' esperienza incomparabile, ma che ha saputo aggiornarsi con sapienza e grande equilibrio generale. La linea della moto risulta essere moderna ancora al giorno d’oggi. L' impostazione di guida della “Australia ‘98” è classicamente e genuinamente sportiva, pur garantendo un comfort adeguato al suo utilizzo su strada e non soltanto in pista. Le doti di guida sono tutt’ora da considerarsi superbe per bilanciamento e precisione, a riprova dell’estrema bontà del progetto iniziale. Il tutto era “farcito” da una componentistica di primo ordine. La Australia ‘98 era in grado di correre ad oltre 250 Km/h. Oltre alla “Australia ‘98” venne presentata anche la nuova "Giappone 52", modello in serie limitata, che venne messo in produzione allo scopo di celebrare la ricorrenza dei 20 anni d'attività della Ditta Magni e nello stesso tempo dei 50 anni d'attività della Ditta Fukuda Motors, partner della Casa italiana per la quale importava le moto per il mercato giapponese. Il 15 settembre 1999 venne presentato ufficialmente il nuovo modello Magni per l'anno 2000: la "Sport 1200 S", che costituì il ritorno della Magni ai motori a 4 cilindri. Il nuovo modello infatti, utilizzava il motore del Suzuki GSX 1200 Inazuma. Partendo dalla stradale nipponica, il cui propulsore vantava ben 90 cavalli, alla Magni modificarono radicalmente l’assetto turistico della moto di base installando le forcelle anteriori telescopiche Ceriani con regolazione idraulica in estensione e in compressione ed elaborarono, come loro consuetudine un telaio ad hoc per rendere la nuova nata, una moto dalle caratteristiche sportive che sapesse regalare quelle doti dinamiche e quel piacere di guida, tipiche dei prodotti Magni. Caratteristica di questa nuova moto fu la ripresa delle linee della più classica delle moto italiane della fine anni '60, primi anni '70: la MV Agusta 750S. Nata come modello dedicato al mercato del sol levante fu in sostanza una celebrazione delle moto con cui i giapponesi negli anni settanta avevano conquistato i mercati di tutto il mondo. Ancora oggi la ditta Magni continua la produzione sia dei modelli con motore Guzzi (Sfida 1100 i.e., Australia, Giappone 52 e Sfida 4V), sia dello Sport 1200 S, affiancata dalla realizzazione di special, esemplari unici costruiti “su misura” per i clienti, dalla vendita di kit e parti speciali e al restauro di moto d’epoca.
28/09/90 - Kambalda, West Australia - Thunder bike race - 2°;
4/10/90 - Merredine, West Australia - Formula one - 4°; 27/10/90 - Wanneroo, West Australia - Formula one - 5° - e Open four stroke - 3°,
3/11/90 - Wanneroo, West Australia - Thunder bike - 1°;
10/12/90 - Winton race way, Victoria - Thunder bikes B.E.A.R.S. - 4°;
26/12/90 - Wanganui - New Zealand - B.E.A.R.S. THUNDER BIKES 2° - e Formula one - 4°;
25/03/91 - Manfield - New Zealand - B.E.A.R.S. THUNDER BIKES - 2°;
11/04/91 - Pukekohe, New Zealand - B.E.A.R.S. THUNDER BIKES - 2°.
Per questo motivo la moto fu chiamata "Australia". Da questo modello da corsa nacque la versione stradale, entrata in produzione a fine 1993. L'Australia stradale risultava identica al modello da competizione, tranne che per tutti quegli accorgimenti strettamente necessari per ottenere l’omologazione per la circolazione su strada: impianto elettrico, silenziatori, e cavalletto. Il propulsore montato sull’Australia era il bicilindrico Moto Guzzi già visto sulla Daytona 1000, con quattro valvole per cilindro e alimentazione a iniezione elettronica, capace di una potenza di 95 cavalli, Nel 1995 entrò in produzione la nuova "Sfida 1100" con motore a carburatori. Per questo modello venne progettato un nuovo telaio che risultò la naturale evoluzione dei precedenti, migliorando ulteriormente la rigidità torsionale e la guidabilità della moto. Nel 1997 la "Sfida 1100", la "Sfida1100 i.e. biposto", caratterizzato dal posto per il passeggero vennero ulteriormente affinate essendo dotate dal nuovo motore ad iniezione. A fine 1997 venne presentato lo "Sfida 1000 4v" versione con motore 1000cc a quattro valvole, derivata sempre da quello montato sulla Guzzi Daytona. Nel 1998 entrò in commercio la versione aggiornata dell’Australia: la "Australia '98", con il nuovo motore a quattro valvole per cilindro, in grado di erogare una potenza pari a 102 cavalli ed il nuovo telaio con inclinazione dello sterzo di 24°. Ne sortì una moto che sapeva mantenere il sapore e il valore di un' esperienza incomparabile, ma che ha saputo aggiornarsi con sapienza e grande equilibrio generale. La linea della moto risulta essere moderna ancora al giorno d’oggi. L' impostazione di guida della “Australia ‘98” è classicamente e genuinamente sportiva, pur garantendo un comfort adeguato al suo utilizzo su strada e non soltanto in pista. Le doti di guida sono tutt’ora da considerarsi superbe per bilanciamento e precisione, a riprova dell’estrema bontà del progetto iniziale. Il tutto era “farcito” da una componentistica di primo ordine. La Australia ‘98 era in grado di correre ad oltre 250 Km/h. Oltre alla “Australia ‘98” venne presentata anche la nuova "Giappone 52", modello in serie limitata, che venne messo in produzione allo scopo di celebrare la ricorrenza dei 20 anni d'attività della Ditta Magni e nello stesso tempo dei 50 anni d'attività della Ditta Fukuda Motors, partner della Casa italiana per la quale importava le moto per il mercato giapponese. Il 15 settembre 1999 venne presentato ufficialmente il nuovo modello Magni per l'anno 2000: la "Sport 1200 S", che costituì il ritorno della Magni ai motori a 4 cilindri. Il nuovo modello infatti, utilizzava il motore del Suzuki GSX 1200 Inazuma. Partendo dalla stradale nipponica, il cui propulsore vantava ben 90 cavalli, alla Magni modificarono radicalmente l’assetto turistico della moto di base installando le forcelle anteriori telescopiche Ceriani con regolazione idraulica in estensione e in compressione ed elaborarono, come loro consuetudine un telaio ad hoc per rendere la nuova nata, una moto dalle caratteristiche sportive che sapesse regalare quelle doti dinamiche e quel piacere di guida, tipiche dei prodotti Magni. Caratteristica di questa nuova moto fu la ripresa delle linee della più classica delle moto italiane della fine anni '60, primi anni '70: la MV Agusta 750S. Nata come modello dedicato al mercato del sol levante fu in sostanza una celebrazione delle moto con cui i giapponesi negli anni settanta avevano conquistato i mercati di tutto il mondo. Ancora oggi la ditta Magni continua la produzione sia dei modelli con motore Guzzi (Sfida 1100 i.e., Australia, Giappone 52 e Sfida 4V), sia dello Sport 1200 S, affiancata dalla realizzazione di special, esemplari unici costruiti “su misura” per i clienti, dalla vendita di kit e parti speciali e al restauro di moto d’epoca.
2 commenti:
Ah Enrì ma tu giochi pesante!
Complimentissimi davvero per il tempo che dedichi e la dovizia di informazioni che scrivi nel tuo blog.
Peró, per caritá non mi citare piú, che se poi uno viene a vedere il mio e trova i miei due sputacchi crptici....che figura ci faccio! :-)
Un Lampeggio!
L-Twin
Ciao L-Twin.. Che piacere vederti inserire un commento sul mio blog.. Io ti ho citato in questo post, cosi' come ti citero' nel post sulla Laverda, in quanto quello che e' dovuto e' dovuto.. Mi sono ispirato a scrivere della ditta Magni seguendo il tuo blog e quindi e' giusto che chi mi legge sappia da dove e' partito l'imput x farmi pubblicare quel post..
Contraccambio i complimenti che tu hai fatto a Cesena Bikers, dicendo che L-Twin e' un ottimo blog e che io lo seguo tutti i giorni!
Un salutone!!
Enrico
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