E' già trascorso un anno dal 13 luglio del 2008, giorno in cui, sul passo di Viamaggio, in sella alla sua Aprilia Tuono, ha perso la vita Adriano Pieri o come tutti i motociclisti di Cesena lo chiamavano: Piraja. Su di lui è stato detto e scritto tutto ed il contrario di tutto. Io personalmente, sul forum di Anima Guzzista ho "discusso" con chi senza conoscerlo, ha dato dei giudizi, per sentito dire su di un motociclista (ma soprattutto un amico) che purtoppo ci ha lasciato. Senza ombra di dubbio dispiace enormemente che nell'incidente che gli è costato la vita, sia stato coinvolto un altro motociclista (Diego se non vado errato..) e quest'ultimo, sia uscito dall'incidente gravemente ferito (addirittura si parla di danni fisici permanenti..). Non è però di questo terribile incidente che voglio parlare nel post che stò scrivendo, anche perchè le mie sarebbero solo supposizioni, non essendo io presente al momento dell'impatto e non avendo mai parlato con nessuno degli eventuali testimoni. Intendo invece raccontare di Piraja, per quel che l'ho conosciuto, a coloro che non hanno avuto questa opportunità. Adriano Pieri era un motociclista della vecchia guardia.. Si può tranquillamente parlare di una vita su due ruote. Negli anni Settanta, quando era giovane (e magro come uno stecco..) ha avuto un trascorso da pilota. Spesso quando raccontava delle sue peripezie diceva di se stesso in dialetto Cesenate: A so' stè e mei campion de mond! (Tradotto: Sono stato il migliore campione del mondo!) Frase ripetuta allo sfinimento nel paddock il giorno in cui fece una "finta pole-position" sul tracciato di Misano Adriatico. Ho scritto "finta pole-position" perchè fu effettivamente considerato in pole nella sua categoria sino a quando, verso sera, al briefing dei commissari di pista emerse che qualcuno lo aveva visto "tagliare" palesemente il circuito con lo scopo di guadagnare tempo!! Finita la sua carriera da pilota privato, dalla quale ha avuto diverse soddisfazioni a livello regionale e nazionale, Adriano Pieri è diventato famoso a Cesena e dintorni per essere un vero "fulmine su strada", nelle "sparate domenicali". Negli anni è diventato un omone grosso e calvo, con una voce cavernosa, il carattere burbero e il temperamento da cesenate doc! Sempre inguinato nella sua antidiluviana tuta nera, con l'immensa toppa bianca a forma di scorpione che gli ricopriva tutta la schiena, Piraja imperversava soprattutto sul famosissimo valico di Viamaggio, strada sulla quale quasi nessuno era in grado di tenergli testa. I "non cesenati" erano soliti chiamarlo, per via di questa toppa, "il Re Scorpione" o più semplicemente "lo Scorpione". La sua "fama" era piuttosto grande visto che nel 2006 la rivista 2 RUOTE gli dedicò addirittura un articolo. In quella occasione vennero a sfidarlo sul "suo" passo addirittuta dei giornalisti, ma come accadeva a tutti (o quasi..), dopo tre curve Piraja se ne era già andato.. Su quella strada aveva visto sole e pioggia, aveva sentito l'asfalto più di una volta e soprattutto, credo che conoscesse "personalmente" tutti i carabinieri, poliziotti e vigili urbani che su quel passo avevano prestato servizio. Amante delle Guzzi (ne possedeva diverse), le preparava con l'aiuto del suo grande amico Benito Savoia (anch'esso scomparso poco più di un anno fa), che era stato meccanico di Loris Reggiani quando correva nella classe 250cc con la Aprilia. Piraja era uno che andava preso "per il suo verso". Di sicuro non a tutti era simpatico, in quanto era solito esternare senza mezzi termini i suoi pensieri e in moto veniva spesso giudicato pericoloso da quelli che provavano a stargli dietro. Ho sentito più di un motociclista raccomandare al figlio, al nipote o all'amico: "Se vedi Piraja, non andargli dietro perchè c'è da cadere..". La verità è che Pieri era molto veloce in moto e piuttosto spericolato, anche se, da qui a definirlo pazzo, come molti "perbenisti" (che non lo hanno mai neppure visto andare in moto..) hanno fatto, di differenza ne passa davvero tanta. Ai giovani era solito dire: "Non fate come me!". Io "conoscevo" piraia già quando avevo 16 anni e iniziavo a fare le prime uscite al valico di Viamaggio in sella alla mia Aprilia 125. Il "conoscevo" va rigorosamente posto tra virgolette in quanto non ci avevo mai parlato! Lo conoscevo, come tutti i miei coetanei "motorizzati", più che altro per la fama che si era pprocurato e lo vedevo mentre mi "sverniciava" lungo la strada. A dire la verità, nei suoi confronti, essendo io allora ragazzino, provavo un certo timore reverenziale. Poi gli anni sono passati; e ho avuto modo di scambiare qualche battuta con lui. E' accaduto l'anno scorso, a fine aprile, due mesi prima che morisse. Avevo comprato la moto da pochissimo (20 giorni circa..), un sabato mattina un po' nuvoloso mi sono recato in concessionaria per fare regolare una freccia che non funzionava bene. Appena mi sono tolto il casco ho sentito un vocione che rivolto a me diceva: Vut che un zovan sa di cavel acsè long us fos da cumprè un b...ein cumpagna la Guzzi? (Tradotto: Vuoi che un giovane con dei capelli così lunghi si dovesse comprare un "bidone" come la Guzzi?) A tono io ho risposto: Fintent che e zovan si cavel long e pega at tasca su, us compra che c...z cui pè! (Tradotto: Fino a che il giovane coi capelli lunghi paga di tasca sua, si compra quello che "cavolo" gli pare!) Piraja allora si è avvicinato a me, mi ha dato un buffetto sul viso (buffetto è un eufenismo, viste le dimensioni delle sue mani..), dicendomi: Na t'arabia pataca, che ad Guzzi a n'ho un garag pein! (Non ti arrabbiare/offendere "patacca" che di Guzzi ne ho un garage pieno!). Poi abbiamo scambiato quattro chiacchere sulla mia V11. Dopo di quel giorno non l'ho più visto.. Anche perchè l'anno scorso non ho mai percorso Viamaggio. Cosa dire, questa mia descrizione è frutto di una scarsa conoscenza personale di Adriano Pieri, ma di una buona conoscenza del personaggio Piraja. Senza dubbio le sue "gesta" nel bene e nel male sono impresse nella memoria dei motociclisti cesenati appartenenti a diverse generazioni.. Certamente, ha contribuito a fare appassionare alla moto tanta, tantissima gente, in quanto in primis era lui stesso un grandissimo amante della motocicletta e parlandoci appunto, questa suo grande amore emergeva, nonostante il suo carattere burbero e impressionantemente schietto. Purtoppo la sorte ha voluto che la strada che tanto amava e sulla quale era "imbattibile" se lo sia portato via e che in questo incidente sia rimasto coinvolto un altro motociclista.. In cuor mio (e credo in quello di ogni motociclista..), so che anche questo, purtoppo puo' fare parte del gioco.. Senza dubbio, con la sua morte è venuto a meno un pezzo della storia del motociclismo cesenate, una storia che per quattro decenni ha corso sulle curve del passo più bello, pericoloso e senza dubbio carico di fascino di tutta la Romagna.. Daltro canto Piraja diceva sempre: Chi va forte in Viamggio, va forte ovunque!
Per saperne di più:
http://www.motonline.com/news/articolo.cfm?codice=144582
Ringrazio Pietro C. per avermi fatto la cortesia di girarmi l'articolo preso dalla rivista DUE RUOTE.
8 commenti:
Bellissimo post, Enrico...
Piraja io non lo conoscevo, ma ricordo di aver visto qualche volta la sua Guzzi così particolare in cima a Viamaggio. E' stato strano, e molto brutto, vedere le sue foto in giro per la rete l'anno scorso quando è morto: mi ha fatto un effetto strano... non lo conoscevo ma vedere la sua moto e associarla a un evento tragico non è stato un bel momento...
Grazie Enrico.. Mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato questo post.. In questo anno sul web si è scritto tanto su Adriano Pieri e spesso chi lo ha fatto in maniera negativa non lo aveva neppure mai visto! Io ho voluto scrivere il mio contributo su di "un amico" che non c'è più, mettendo in evidenza gli aspetti di lui che conoscevo.. Poi come già detto dispiace enormemente per l'altro motociclista che è stato coinvolto in questo tragico avvenimento..
Bel post Enrico.
Grazie anche a te Sauro..
Bella storia. Non conoscevo questo personaggio ed il tuo racconto mi ha incuriosito. Qualcun'altro ha scritto di lui?
Ciao, grazie per i complimenti.. Su Piraja ha scritto la rivista 2 ruote. Su diversi forum, tra cui quello di Anima Guzzista, si è scritto..
Preferivo un post su Diego, il ragazzo di 35 anni coinvolto con Adriano (Scorpione) nell'incidente.
I testimoni affermano chiaramente che fu lo Scorpione ad invadere la corsia opposta.
Forse non sapete che Diego è stato in coma per venti giorni, ha avuto bisogno di 13 litri di sangue in quanto lo perdeva in continuazione essendo tutto rotto dentro e fuori, la gamba sinistra, quella dell'impatto devastata, non hanno trovato parte del femore e sono ricorsi alla banca delle ossa e ricostruita con placche di metallo, il braccio sinistro ha tutti i legamenti rotti e non lo muove quasi più, la milza è la prima cosa che gli hanno tolto, sono passati oltre tre mesi e ancora non si muove dal letto, sua moglie vive in ospedale con lui e il figlio Luca piange perchè il papà non si muove e non gioca con lui. I medici hanno detto che ci vorrà un anno di terapia fisica perchè possa riprendere a camminare e muoversi bene, senza sapere oggi se tornerà "normale", se potrà correre con Luca come fanno tutti i babbi.
Forse questo lo Scorpione non lo voleva, sicuramente non lo prevedeva visto che era il mago di via Maggio, ma questo è accaduto, ma ha fatto un errore e ora non facciamolo passare come un eroe morto che ha sacrificando la propria vita per qualche sogno, era solo un uomo che ha buttato la sua vita in una curva, e che ha causato un mare di dolore in un'altra famiglia.
P.S. E' passato più tempo dall'incidente, il messaggio era già stato postato in altri luoghi ove si "osannava" lo Scorpione, e mi sembrava giusto che anche qui venisse riportata la realtà dei fatti, ovvero che era un criminale e che ha rovinato un intera famiglia.
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