domenica 16 gennaio 2011

Pat Hennen, il primo degli Yankee








Ieri, sabato 17 gennaio, insieme ad alcuni amici mi sono recato in una nota concessionaria cesenate per andare a vedere qualche nuova moto moto e per "cazzeggiare" un po' restando sempre nell'ambiente che tanto amo ossia quello del motociclismo. Questa concessionaria è famosa a Cesena per essere una sorta di luogo di rendez vous per motociclisti di vecchia data (i così detti "vecchi volponi") e per i novelli che vanno ad ascoltare in religioso silenzio racconti dei più "anziani". Il sabato pomeriggio infatti a Cesena se un appassionato di moto non ha di meglio da fare ed ha voglia di trovare qualcuno per fare le classiche quattro chiacchiere sulle moto, si reca li e trova sempre e comunque qualcuno!! I racconti che i giovano ascoltano spesso parlano di pieghe garibaldine e di telai avvitati su se stessi nel tentativo di non cedere un metro all'amico/rivale nelle acerrime sfide che si sono consumate nel tempo lungo i nostri bellissimi passi. Il titolare di questa concessionaria, il mitico Augusto, è un motociclista di vecchia data e da sempre vende, ripara e prepara moto. Il mio rapporto personale con lui è fantastico e spesso nei nostri discorsi si arriva al punto in cui lui "tira in ballo" questo o quel pilota del passato oppure questa o quella moto dei tempi andati per verificare la mia "preparazione in materia". Ieri per non variare il solito rituale, ad un certo punto mi ha chiesto, con la sua solita espressione da furbetto, scolpitagli in volto da decenni di esperienza e dall'aver avuto a che fare con quesi tutti i motociclisti di Cesena dagli anni sessanta ad oggi: "Ma secondo te che fine ha fatto Pat Hennen?". Prontamente gli ho risposto: "So che purtoppo è paralizzato dal TT del 1978..". A questa mia risposta è seguito un: "Bravo, sei preparato!" E poi abbiamo continuato a parlare di moto come se nulla fosse.. Ho quindi deciso di postare una breve biografia dello sfortunato pilota statunitense, che di fatto fu quello che diede il via al fantastico American Wave che prese appunto il via in quell'anno e che terminò all'inizio degli anni novanta: significando quindici anni di grande dominio USA nei GP con Kenny Roberts, Freddie Spencer, Eddie Lawson, Wayne Rainey, Kevin Schwantz.. Tutti protagonisti e tutti titolati nella classe Regina. Pat Hennen nonostante il suo talento cristallino, non ebbe il tempo di poter diventare la stella che avrebbe dovuto essere. La sua carriera fu infatti stroncata da un terribile incidente accadutogli al TT del 1978 (per uno scherzo del destino proprio la mitica edizione che vide il trionfale ritorno di Mike Hailwood sull'Isola..). Ad Hennen va comunque riconosciuto l'onore di essere stato il primo pilota made in USA ad aver ottenuto successo nei GP e quello di aver aperto un ciclo che ancora oggi fa sognare gli appassionati di tutte le età!
Pat Hennen (Phoenix, 27 aprile 1953) è un pilota motociclistico statunitense.Secondo di tre fratelli trasferitisi con la famiglia a San Mateo (California), Hennen esordì nelle competizioni nel 1968, in una gara amatoriale di dirt track nella sua città di residenza, terminata al quarto posto. L’anno seguente corse il campionato californiano “novizi”, finendolo al secondo posto. Il 1971 è l’anno dell’esordio nella Velocità per Hennen, che corse a Laguna Seca con una Suzuki 250 offertagli da Ron Grant, pilota ufficiale Suzuki USA. Il sesto posto della gara lo convinse a dedicarsi a tempo pieno alle corse su asfalto: dopo un 1972 caratterizzato dalla scarsa affidabilità della sua moto (una Suzuki Titan 500 preparata), il 1973 vede Hennen vincitore di 10 gare. In quest'ultima stagione fece anche il suo debutto all’estero, correndo in Nuova Zelanda le Marlboro Series, serie di gare non iridate riservate alle 750. Nel 1974 il pilota californiano ottenne buoni risultati: vincitore alla 100 Miglia di Daytona e del campionato AMA Junior, oltre che delle Marlboro Series. Questi risultati gli consentirono di ottenere la licenza "Expert" e di diventare pilota ufficiale Suzuki per la stagione '75. In questa veste Hennen partecipò al Transatlantic Trophy in Inghilterra, apprezzando molto l’ambiente delle corse in Europa. A fine stagione rivinse le Marlboro Series e, grazie all’aiuto dell’importatore neozelandese Suzuki ed ex pilota ufficiale AJS Rod Coleman, poté allestire un piccolo team per partecipare al Motomondiale. L’esordio di Hennen nel Mondiale avvenne al GP delle Nazioni 1976 (5° in sella a una Suzuki RG 500). Dopo il buon secondo posto ad Assen dietro a Barry Sheene, il pilota di San Mateo vinse ad Imatra: fu la prima vittoria di un pilota statunitense nel Mondiale. La stagione si concluse con il terzo posto al Nürburgring, e con il terzo posto nella classifica finale della mezzo litro. L’ottimo piazzamento garantì al californiano l'ingaggio da parte del Team Heron-Suzuki (lo stesso del campione del Mondo Sheene) per il '77. Nella stagione 1977 Hennen ripeté il piazzamento dell'anno prima, grazie a una vittoria (al GP di Gran Bretagna), un secondo posto (in Germania Ovest) e tre terzi posti (Venezuela, Olanda e Belgio). In quella stagione il californiano chiese ed ottenne di partecipare al Senior TT, terminato al quinto posto. Nel 1978 lo statunitense si ripresentò al via del Mondiale, che in quella stagione vedeva debuttare il connazionale Kenny Roberts. Hennen pareva essere uno dei principali rivali di Roberts per la conquista del titolo della 500, grazie alla vittoria in Spagna e ai secondi posti in Venezuela, Francia e al Nazioni, in seguito ai quali era secondo in classifica dietro all’alfiere della Yamaha. Poiché il GP successivo al Nazioni – quello d'Olanda – era a più un mese di distanza, il pilota californiano partecipò di nuovo al Senior TT. Dopo una partenza non entusiasmante, Hennen recuperò fino al secondo posto, facendo segnare il giro record del Mountain Circuit in 19 minuti e 53 secondi (a oltre 180 km/h di media), primo pilota a percorrere un giro in meno di venti minuti. Nel corso dell’ultimo giro, a Bishop Court (poco prima del salto del Ballaugh Bridge) Hennen venne colpito in volto da un volatile: l'urto, stordendolo, gli fece perdere il controllo della sua Suzuki. Sbalzato dalla sella, terminò la sua corsa nel cortile di una chiesa vicina. Trasportato in coma in ospedale, Hennen sopravvisse all’incidente. Il suo corpò rimase però estremamente segnato dall'accaduto e il bravo pilota americano, fu costretto da quel momento si di una sedia a rotelle. Dimesso dall’ospedale, il californiano decise di ritornare negli USA. Restò comunque nell’ambiente del motociclismo. Nella sua carriera prese parte a 17 GP, in essi ottenne 12 podi complessivi di cui 3 furono le vittorie. Si piazzò terzo in classifica sia nel 1976 (anno del debutto) che nel 1977 sempre in sella alla Suzuki. Nel 2007 è entrato nella AMA Motorcycle Hall of Fame:

2 commenti:

sburbiz_marca ha detto...

Ho riletto recentemente la storia dello sfortunato Pat su Motociclismo D'Epoca e quel terribile volo nei pressi della chiesa di Bishop Court al TT era sopraggiunto proprio mentre stava girando a ritmi incredibili. Chissà perché a differenza d'altri fuoriclasse è rimasto nella memoria di pochi, nonostante fosse un pilota concreto e tremendamente efficace in sella alle mitiche RG Gamma del team Heron.

Enrico Zani ha detto...

Come sempre grazie per i tuoi commenti..
Io credo che Hennen sia stato poco ricordato per due motivi:
1) Era nel team Suzuki con Sheene. Il suo "caposquadra" come personaggio catalizzava tutte le attenzione dei pochi media che allora seguivano il motociclismo. Lui nel 1976 e nel 1977 era il "ragazzino" nel team dove l'inglese conquistò 2 iridi. Il 1978 con Sheene KO per infortunio doveva essere il suo anno. Si infortunò però a metà stagione mentre era in lotta col pilota che in quella stagione era la stella indiscussa: Kenny Roberts. King Kenny in quella stagione per svariati motivi era il catalizzava su di se tutte le attenzioni.
2) Pat Hennen ebbe la sfortuna di infortunarsi e di farlo per giunta al TT del 1978 dove tutte le attenzioni erano catalizzate sul ritorno vincente di Mike the Bike.. Il suo infortunio passò quindi in secondo piano come, uno dei tanti che avvenivano sull'Isola.
Il pilota americano è comunque stato un grande e merita di certo di essere ricordato per le sue gesta e per il suo talento.. Di certo il destino gli ha negato di poter ottenere i successi che avrebbe meritato..