giovedì 22 settembre 2011
Quando padre e figlio vincono la stessa gara..
Nella lunga storia della 200 Miglia di Daytona, non si è mai più rivisto un simile exploit: un padre e un figlio vincitori della stessa gara. Un record che ancora può vantare soltanto la famiglia Emde. Nel 1972 infatti, Don Emde si aggiudicava la celebre corsa americana, affermandosi come successore del padre Floyd che era salito sullo stesso gradino del podio nell'edizione del 1948, a cui aveva preso parte, in sella alla sua Indian. Oltre che per questo primato, Don Emde passava alla storia anche per essere stato il primo ad aver vinto con una moto dotata di propulsore a due tempi, oltre che al pilota in sella al mezzo di più piccola cilindrata della storia della gara che si tiene sul mitico tracciato statunitense. Don Emde precedeva di un anno Jarno Saarinen (anche lui vinse alla guida di una Yamaha 350cc) e dava inizio a 13 anni consecutivi di successo per le motociclette fregiate col marchio dei tre diapason. Nato nel 1951 in California, dimostrò da subito una passione per le moto poiché suo padre possedeva un negozio di due ruote. Con Bob, il fratello maggiore, poi con David, il fratello minore, entrò subito sui circuiti da prima motocross e da dirt track in seguito. In entrambi le discipline, il suo nome divenne ben presto popolare nella California del sud. Si diede poi alla velocità pura e, alla guida della sua 250cc, sconfisse piloti come Gary Nixon e Cal Rayborn. Le performances che fu in grado di mettere in atto nell’anno 1970, gli assicureranno un posto nella scuderia BSA dove incontrerà Mike Hailwood, Dick Mann e David Aldana. Questo gli permise di concludere la 200 Miglia di Daytona di quell'anno, sul terzo gradino del podio, dietro a Mann e Romero. I problemi finanziari della BSA misero però fine alla collaborazione e, per la gara del 1972, Don riuscì a reperire una Yamaha 350cc messa a punto e regolata per la corsa da Mel Dinesen. In quella edizione, le Suzuki e le Kawasaki si dimostrarono particolarmente rapide durante le prove, ma, in gara, riscontrarono diversi problemi meccanici che ne rallentarono considerevolmente la marcia (quando non furono costrette al ritiro..). Emde che aveva grandi speranze, adottò una condotta di gara che, nella prima frazione lo vide attento a non commettere errori e, nella seconda, aumentare il ritmo in maniera crescente. Al quarantottesimo dei cinquantatré giri in programma, prese il comando e vinse con soli 150 metri di anticipo su Ray Hempstead. Questo fu l’apice della sua carriera poiché, nel 1973, oramai appagato, lasciò il mondo della competizione restando comunque nel contesto: iniziò come consulente per i caschi Bell e poi si lanciò nel mondo dell’editoria prima di scrivere lui stesso alcuni libri, ovviamente, sulla storia della 200 Miglia di Daytona.
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