Ho il piacere di pubblicare su Cesena Bikers un nuovo articolo inviatomi dall'amico, lettore ed assiduo collaboratore Fosco Rocchetta (che ringrazio di vero cuore). Il post in questione è stato scritto in occasione del sessantesimo anniversario della scomparsa del campione cesenate Dario Ambrosini.
Il 14 luglio 1951, ad Albi, durante le prove del Gran Premio di Francia, valevole per il campionato mondiale di motociclismo, moriva il pilota Dario Ambrosini. In quegli anni, e purtroppo per tanti anni ancora, almeno sino agli inizi degli anni Settanta del Novecento, le gare motociclistiche erano estremamente pericolose, com’è tragicamente dimostrato dal gran numero di corridori che perdettero la vita, soprattutto in assenza di norme volte a preservare la sicurezza dei piloti.
Il pilota cesenate, s’era aggiudicato l’anno prima, nel 1950, in sella ad una Benelli, il titolo mondiale delle 250 cc. , classe che vedrà negli anni successivi il trionfo di diversi piloti romagnoli, da Mario Lega a Loris Capirossi, da Marco Melandri a Marco Simoncelli.
Dario Ambrosini, era nato a Cesena il 7 marzo 1918 e si era dedicato giovanissimo al motociclismo, secondo una tradizione assai diffusa in Romagna, divenendo tra i più celebrati campioni, negli anni dell’immediato dopoguerra. Nel 1950 aveva vinto, tra l’altro, il “mitico” Tourist Trophy, nell’isola di Man in Inghilterra, un circuito di oltre 60 Km. che si correva tra case, muri, pali della luce, in un clima molto mutevole. Ambrosini, con la sua Benelli, nell’ultimo giro, era riuscito a recuperare ben 15 secondi al rivale inglese Maurice Cann su Guzzi, riuscendolo a superare, in un bruciante finale, per pochi metri.
Intervistato, dopo il trionfo, aveva raccontato con ammirevole semplicità, la paurosa avventura in questo circuito stradale rimasto negli annali, ahime, per la sua pericolosità e per il grande numero dei piloti che vi hanno perso la vita: oltre duecento dal 1907, anno della sua prima effettuazione! “Mi tuffavo letteralmente nella nebbia a 120 Km all’ora, avevo paura, ma non rallentavo mai”.
Il 1951, ha rappresentato un anno nero ed infausto per il motociclismo italiano, a causa di una catena terribile di incidenti in prova o in gara, che oltre al più noto Dario Ambrosini, ha visto la scomparsa di altri piloti, che riteniamo debbano esser ricordati: Guido e Gianni Leoni, Claudio Mastellari, Raffaele Alberti, Sante Geminiani, Renzo Magi, Luigi Alberti. La terza foto (partendo dall'alto..), tratta dalla rivista Motociclismo (22 agosto 1946 n. 21), ritrae Dario Ambrosini, che si aggiudicherà la gara delle 250, mentre transita sul ponte del porto, in occasione del Circuito di Riccione, che ebbe luogo sul lungomare e vie adiacenti, il giorno di ferragosto del 1946.
Fosco Rocchetta
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