giovedì 11 febbraio 2010

L'Aprilia SBK è pronta a volare..

Pubblico questo articolo, così come l'ho trovato su motonline.com:

Roma, Aeroporto Leonardo da Vinci. Sul grande schermo piazzato nel gigantesco hangar trasformato per l'occasione in sala delle conferenze, appare un pilota dell'Alitalia in perfetta divisa. Ha un volto noto. È Max Biaggi, testimonial quest'anno non solo della marca che gli fornisce la moto per vincere nel mondiale Superbike, ma anche della compagnia aerea di bandiera, il cui logo campeggia sulla RSV4 1000 nella nuova livrea tricolore. Il filmato esalta i momenti topici della storia dei due partner e lo fa compiendo una retrospettiva sui campioni che hanno vinto con l'Aprilia alternandoli con flashback in bianco e nero dedicati ai grandi personaggi dello spettacolo, dello sport e della politica che regolarmente volavano sugli aeroplani Alitalia. Secondo Andrea Stolfa, direttore marketing di Alitalia, l'accordo di sponsorizzazione che da oggi lega la compagnia aerea alla Casa di Noale trova una sua logica nella strategia di rilancio dell'azienda, che ha dedicato ingenti investimenti alla tecnologia, col rinnovo della flotta e degli apparati tecnici al servizio degli utenti. La tecnologia è infatti - ha proseguito il manager Alitalia - il denominatore comune con l'Aprilia e il campionato mondiale Superbike è una sfida congiunta alla quale l'Alitalia darà ampia risonanza sui propri aerei e nelle proprie iniziative promozionali. Anche perché una ricerca di mercato condotta fra i "Frequent Flyer", ossia fra i clienti più fedeli dei jet tricolori ha mostrato che fra loro oltre il 30% è appassionato di motociclismo. "Abbiamo la storia, la passione, gli uomini, un budget importante – ha dichiarato Leo Mercanti, responsabile corse e sviluppo prodotto dell'Aprilia - e partner eccellenti, tra cui anche un terzo marchio italiano di massimo prestigio e di antica esperienza nelle corse motoristiche, l'ENI. Con questi presupposti è legittimo puntare molto in alto, e non è un atto di presunzione, visto che molti ci considerano quest'anno favoriti nella corsa al titolo mondiale Superbike". "Abbiamo lavorato molto sulla moto - ha detto l'ing. Luigi Dall'Igna, da oggi non solo responsabile tecnico del team Aprilia, ma anche direttore sportivo in sostituzione del dimissionario Giampiero Sacchi – Sul motore 2010 abbiamo adottato la distribuzione comandata ad ingranaggi anziché a cinghia e disponiamo di un pacchetto di miglioramenti che ci porterà parecchi cavalli in più in questa stagione, mantenendo le doti di erogazione già apprezzate lo scorso anno". I piloti dell'Aprilia 2010: Max Biaggi e Leon Camier. Li hanno chiamati sul palco e li hanno lasciati così per un'ora in piedi come due corazzieri, in tuta a far la guardia alle due RSV4 con cui correranno in Australia fra meno di venti giorni. Buffo che assi dello sport che spesso faticano a firmare un autografo si adattino invece alle esigenze di una coreografia che impone loro sacrifici da parata militare. Almeno Corser e Xaus, in tuta anche loro alla presentazione del team BMW 2010, se ne stavano seduti sul palco assieme ai manager della Casa tedesca. Però Max si è adattato senza problemi. La sensazione è che a Roma, nella sua Roma, gli si possa chiedere tutto. Lui sul palco a fare la statuina, la moglie Eleonora, in disparte, paziente, con in braccio la piccolissima Inés Angelica. "Sono onorato di far parte di questa grande famiglia – ha esordito Max Biaggi – Perché l'Aprilia è la mia grande famiglia. Sono tornato perché ho visto subito una forte spinta a collaborare e un impegno concreto da parte di tutti. Abbiamo lavorato moltissimo per fare crescere questa moto in una sola stagione e sono soddisfatto del risultato. Dicono che siamo favoriti per il titolo? Non mi pronuncio, questione di superstizione, ma l'unica cosa certa è che mi piacerebbe enormemente essere il primo italiano a vincere un titolo nella storia della Superbike. E vincerlo con l'Aprilia avrebbe un sapore particolare". Il giovane Leon Camier, una stanga che nei panni del corazziere ci stava benissimo, ha detto che entrare a far parte del Team Aprilia è stato per lui la realizzazione di un sogno. "L'Aprilia era un miraggio per me, come per tutti i miei avversari. Io ho avuto l'opportunità di trasformarlo in realtà e adesso devo crescere per essere all'altezza del team e dei suoi obiettivi".


A me da un lato, rivedere quel tricolore e quella A stilizzata fare ritorno nelle competizioni, fa un immenso piacere. Pensare al mitico connubio tra Alitalia e Lancia vincenti ovunque nei rally iridati degli anni settanta con la gloriosa Stratos guidata dal grandissimo Sandro Munari. Un vero mito delle competizioni! La storia ora potrebbe ripetersi, con una moto italiana cavalcata da un campione italiano che insieme mirano al vertice delle competizioni motociclistiche! D'altro canto però mi è impossibile non rivolgere un pensiero alle condizioni in cui versava l'Azienda qualche tempo fa: indebitata fino all'osso, l'immane voragine finanziaria che una serie di gestioni a dir poco scellerate aveva creato, è stata chiusa, con svariate manovre e manovrine, facendola gravare sulle spalle di noi contribuienti (come di consuetidine nel nostro Paese). Ora va bene il nuovo management, il nuovo corso, i nuovi capitali, la necessità di dare una nuova immagine, ecc ecc, ma agli ex dipendenti della Compagnia di Bandiera, licenziati senza nemmeno troppi complimenti per i più svariati motivi (tra cui una "necessaria politica del risparmio"), come gli si spiega ora questo "tesoretto" che l'Azienda ha potuto dedicare ad una sponsorizzazione così importante?


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