lunedì 1 febbraio 2010

La Lambretta torna nel Motomondiale












Pubblico questo post, di grandissimo interesse per i sostenitori del MADE in ITALY come il sottoscritto, così come l'ho trovato sul web:
Dopo 60 il marchio Lambretta torna a correre nel Motomondiale. La Casa italiana sarà infatti al via della classe 125 GP col romagnolo Marco Ravaioli, mentre come secondo pilota dovrebbe esserci Luis Salom. Lo storico brand prenderà il posto dell’ex team Loncin, e verrà gestita da Nicola Casadei, uomo di fiducia della Engine Engineering di Bologna di Alberto Strazzari. A questi si affiancherà anche Giancarlo Cecchini, che per l’occasione svolgerà la mansione di responsabile di sviluppo del motore. Dal 1972 ad oggi la Lambretta ha cambiato più volte proprietario. È stata svenduta ad alcuni imprenditori indiani, nel 2003 invece è passata (tramite “royalty”) nella mani di un corsorzio americano, mentre nel 2007 è stata nuovamente ceduta alla Motom Italia spa. “È un giorno storico per il marchio Lambretta, per il quale abbiamo lavorato quasi due anni“, ha detto John Scully, direttore Marketing Lambretta. “Siamo soddisfatti di essere di nuovo in pista e di competere in uno sport così eccitante e in rapida espansione. Sarà divertente competere con i più grandi e goderci lo spettacolo. Siamo determinati a far bene e soprattutto a sviluppare delle nuove tecnologie che speriamo possano essere non solo vincenti in pista ma soprattutto essere utilizzate nella produzione di serie per far si che gli scooter Lambretta siano i più innovativi del mercato“. Nicola Casadei della Engines Engineering sarà Direttore Sportivo e Team Manager di Lambretta Reparto Corse, con grande soddisfazione personale e di tutta la squadra. “I nostri piloti sono entusiasti di correre con Lambretta e condividere il sogno che possa a breve ridiventare grande come nei mitici anni ‘60 e ‘70“.
Info by:
http://www.motosprint.it/motomondiale/moto_125/2010/01/29-1930/La%20Lambretta%20torna%20nel%20Motomondiale

A completamento di quanto riportato sopra, pubblico anche il seguente articolo:
Sarà il romagnolo Marco Ravaioli, tra i protagonisti del CIV 2009, a partecipare al campionato mondiale classe 125 G.P. con il Team Lambretta gestito da Nicola Casadei, uomo di fiducia della Engine Engineering di Alberto Strazzari. Il team bolognese l'anno scorso gareggiava con il nome Loncin ma i cinesi hanno scelto di rinunciare al progetto, lasciando il testimone all'inglese Harris (proprietario del logo Lambretta) che lancia un proprio progetto. Marco Ravaioli è nato il 29 luglio a Cesena ed ha debuttato nel 2003 con le minimoto, dove ha vinto nel 2005 il titolo europeo Senior Mini. Il 2006 ha visto il suo debutto nel Trofeo Honda con buoni piazzamenti. L'anno successivo Ravaioli ha partecipato al CIV ottenendo il settimo posto finale ed il terzo tra gli under 18. Nel 2008 è stato tra i protagonisti del campionato salendo sul podio a Monza alla seconda gara CIV: il risultato gli è valso la chiamata al mondiale da parte del Team Matteoni, con ottimi piazzamenti per un esordiente. Il 2009 è stato invece deludente per una serie di eventi negativi, con Marco che ha ottenuto solo un podio nella prima prova del CIV a Misano. Nonostante un'annata decisamente sfortunata Ravaioli è stato notato da Nicola Casadei, che ha deciso di dargli fiducia visto le ottime potenzialità dimostrate negli anni precedenti. L'annuncio del ritorno alla corse avviene nello stesso anno in cui entrerà in produzione una nuova gamma di scooter Lambretta. Il Direttore Marketing del marchio, John Scully, ha così commentato: "É un giorno storico per il marchio Lambretta, per il quale abbiamo lavorato quasi due anni. Siamo soddisfatti di essere di nuovo in pista e di competere in uno sport così eccitante e in rapida espansione. Sarà divertente competere con i più grandi e goderci lo spettacolo." E aggiunge "siamo determinati a far bene e soprattutto a sviluppare delle nuove tecnologie che speriamo possano essere non solo vincenti in pista ma soprattutto essere utilizzate nella produzione di serie per far si che gli scooter Lambretta siano i più innovativi del mercato."
Info by:
http://www.motonline.com/civ/articolo.cfm?codice=226634

L'ingresso di uno storico Marchio italiano nelle comeptizioni valevoli per l'assegnazione di un titolo iridato è sempre una bella notizia da apprendere. Spero con tutto il cuore che la moto marchiata LAMBRETTA risulti da subito competitiva e aggiunga quindi spettacolo nella classe delle "zanzare" che da tempo risulta essere la categoria più combattuta del Motomondiale. Ad ogni modo sono felice per questo nuovo arrivo in quanto denota che ancora nell'ambito imprenditoriale c'è chi valuta le corse come una vetrina importante per attirare pubblico verso i propri prodotti, tanto più se le moto che si fabbricao sono rivolte ad un pubblico di giovanissimi. Ovviamente non posso conoscere i progetti futuri del Marchio, ma viene abbastanza spontaneo pensare (o forse sognare) che con questa scelta la Casa italiana abbia voglia di allargare la propria gamma di produzione, dagli attuali "scooter retò style" che per la loro indole stessa hanno poco a che fare con le competizioni, sino ad avere a breve in catalogo un prodotto sportivo con cilindrata da 50 e 125 cc, adatto ai giovanissimi che hanno voglia di moto e che per questo non trovano la loro dimensione in sella ad uno scooter. E' infatti con immenso piacere che quando sono in giro per la mia città vedo sempre più giovani in sella a ciclomotori che sono le "repliche" delle moto vere a discapito degli "scooterini". Vedere che la passione di questi ragazzini, cresce sin da giovani e che vogliono cavalcare una "moto" con il cambio che li faccia sentire grandi, mi fa ritornare a quando anche io avevo la loro età. Infatti nei primi anni novanta il fenomeno dei "cinquantini stesi" conobbe la sua massima espansione con Aprilia e Cagiva a darsi battaglia su chi avrebbe avuto il ciclomotore più spertivo e prestazionale. Una volta raggiunti i 16 anni poi il mitico cinquantino andava in pensione e lasciava spazio al 125. Chi aveva la possibilità di possederne uno si sentiva realmente in sella ad una moto! Questo era amplificato dal fatto che queste motociclette consentivano di ampliare di molto il raggio di azione rispetto alle loro "sorelle minori" e che con esse si poteva addirittura andare ai passi! Ricordo infatti che capitava a volte che noi "giovanissimi del bar" rompessimo talmente tanto le scatole ai "più grandi" che possedevano moto di cilindrata superiore, affinchè ci portassero con loro in una delle loro avventure. Il semplice fatto di essere accettati, di poter partire dal bar insieme ai "maestri" ci faceva gonfiare il petto d'orgoglio e ci faceva sentire tutti dei Kevin Schwantz o dei Mick Doohan! Eravamo dei "privilegiati" e per la settimana successiva all'uscita tra di noi non si parlava d'altro, facendo morire d'invidia chi per motivi di età o per mancata concessione da parte dei suoi genitori non aveva la possibilità di cavalcare una di quelle "piccole bombe a due ruote". A partire dalla seconda metà degli anni '90 i "cinquantini stesi" vennero soppiantati dai più comodi scooter. Lo stesso destino toccò anche alle mitiche 125, complice anche il cambiamento delle norme sulla potenza di queste per essere guidate in età inferiore ai 18 anni o con la semplice patente B. Per oltre un decennio questi mezzi hanno rappresentato la quasi totalità delle vendite nel mercato dei ciclomotori e dei motocicli fino a 125cc. Ora qualcosa stà però cambiando in quanto le Case sono tornate ad arricchire i loro cataloghi proponendo questi piccoli bolidi sia con cilindrata di 50 che di 125cc, facendo di nuovo girare la testa ai giovani e facendo riaccendere la passione per la moto sin dalla tenera età.. La storia ora sembra ripetersi..

Per saperne di più:
http://ottavodilitro.blogspot.com/2008/12/gilera-kz.html
Argomento correlato:
http://cesenabikers.blogspot.com/2009/04/il-saluto-dei-motociclisti.html

3 commenti:

Enrico ha detto...

Enrico... per una volta non mi trovo molto d'accordo con te.

Secondo me quei tempi sono stati quello che sono stati e non torneranno: forse non è nemmeno un male, chi lo sa. I 125 "sportivi" di oggi non sono che lontani parenti delle Mito e delle Extrema che guidavamo noi. Quando ne sento passare uno mi prende la tristezza per quanto suona male, cupo, ovattato, castrato. Le nostre erano adrenalina a secchiate, queste non sono che un timido tentativo di rievocazione. La Aprilia di oggi pare un cinquantino steso di allora, anche a vedersi, tanto ha un aspetto "giocattoloso". Non è "moto" come quella di vent'anni fa, e lo stesso si può dire della Mito che con gli anni ha pure perso una marcia dal cambio. In sostanza, sono moto che hanno prestazioni limitate per legge e in base a quelle prestazioni sono state ripensate in totale, con probabili risparmi non trascurabili sulla componentistica. Ecco come mai i sedicenni di oggi non vivranno quello che abbiamo vissuto noi: che poi sia un bene o un male, questo è un altro paio di maniche.

Quanto alla moto ex cinese fatta a Bologna che oggi porta il marchio Lambretta... non posso che provare estrema tristezza e profondo sdegno per questa vergognosa operazione commerciale. Essendo figlio di un lambrettista dei tempi che furono, oggi lambrettista "di ritorno" su 175TV comprata pochi mesi fa, non posso pensare che il glorioso marchio venga così bistrattato.

Ci sono casi in cui un marchio glorioso viene riesumato e riportato a uno sfavillante o almeno degno presente: è il caso di Mini nel settore auto, o di MV tra le moto. Vengono pensati nuovi progetti che siano in qualche modo in linea con il passato, e vengono proposti al pubblico che non può che trovarsi compiaciuto nel vedere nuove e belle interpretazioni del passato, siano esse in chiave retrò come la Mini o supersportiva come le MV. Ma Lambretta no: Lambretta non ha goduto di una rivalutazione del proprio marchio: piuttosto c'è stato uno spregiudicato cinese che ha comprato il marchio e lo ha appiccicato senza rispetto su una orrenda, vomitevole paccottiglia da vendere al supermercato. E oggi, non contenti, per promuovere quella merda che vendono comprano un progetto gp e ci mettono una scritta sopra per dare visibilità a un marchio che avrebbe bisogno di ben altro. Anche solo di silenzio e rispetto... basterebbe quello.

Ho finito. :-)

Enrico Zani ha detto...

Enrico, ciao.. Prima di tutto grazie per il tuo commento interessante e critico al mio post. Quello che tu scrivi in merito alle 125 dei nostri tempi è giusto e sacrosanto. Quelli sono tempi andati, che non torneranno. E' però anche vero che non è colpa dei sedicenni di ora se le leggi in merito al tipo di mezzo che si puo' portare alla loro età, non è neppure un lontano parente dei "bolidi" che abbiamo avuto la fortuna di guidare noi. Io vedo, a differenza di quelo che accadeva qualche anno fa, che la voglia di moto stà tornando ai giovani anche se possono guidare solo queste motorette. Personalmente la giudico una cosa positiva, in quanto per anni nel vedere che non c'era in strada altro che scooter cavalcato da un ragazzino, mi intristiva. Io credo che per fare felice un ragazzo, non siano per forza necessari i 34 cavalli della MITO di allora o i 35 della FUTURA.. Noi siamo stati dei privilegiati a vivere quella "belle epoque" ma vedere oggi che la passione c'è ancora sebbene la legge permetta solo queste moto per me è solo che positivo.. Poi, come sempre ad ognuno il suo pensiero..

Enrico ha detto...

Beh, certo, Enrico: meglio vedere in strada ragazzini con le Mito 525 (anche se le trovo orribili anche a vedersi) che con gli SR da cento all'ora e centoventi decibel.

Però purtroppo credo sia molto presto per parlare di inversione di tendenza: ci sono ancora troppi sPuter e troppe poche moto. E quelle poche moto sono ingiustamente vendute a prezzi che molti genitori purtroppo non si possono permettere e che non sono minimamente giustificati dal valore tecnico dei mezzi. Non posso non far caso al fatto che cinquemila euro abbondanti di oggi sono decisamente di più di sei milioni di lire del '91, per fare un esempio pratico. E se ti ricordi bene la prima Mito, quella scarenata del '90, aveva un prezzo di listino di 5.190.000 lire. Che non erano una cifra allucinante nemmeno allora... :-)