venerdì 9 gennaio 2009

Ducati 500cc GP














Dopo il 1958 la Ducati aveva smesso di partecipare alle competizioni mondiali. Alla fine degli anni '60, dopo dieci lunghi anni di assenza, Ducati decide di tornare nell'ambiente che più le compete: le gare. Quando l'ingegnere Taglioni (l'inventore della distrubizione desmodronica), realizzò una 500 da Gran Premio, tra gli appassionati si scatenò immediatamente un forte interesse. Taglioni usò il carter “prototipo” fuso in terra che aveva creato per i primi esperimenti sulla 750. Su questo applicò due parti termiche della monocilindrica 250 (con testata a molle, non desmo). Per ottimizzare l’efficienza del propulsore fu aggiunta la sesta marcia nel cambio. I problemi con il cambio e l’impianto elettrico erano i problemi principali di questa moto che, con una potenza di 72 CV a 12.000 giri, era competitiva rispetto alle altre 500 del Mondiale. La caratteristica forse più notevole della moto è che venne sviluppata in appena sei mesi. Il debutto della moto avvenne nella gara di Modena. I due piloti (Spaggiari e Giuliano) e le loro Ducati mostrarono subito il proprio valore; sfortunatamente, piccoli problemi li costrinsero al ritiro prima della fine della corsa. Nella gara successiva, a Imola, Spaggiari dovette ritirarsi ancora, mentre Giuliano arrivò alle spalle di Agostini e della sua impareggiabile MV tre cilindri. Pur non avendo ancora dimostrato le sue piene potenzialità, la moto si era dimostrata competitiva fin dall’inizio e la Ducati prese a cercare un pilota capace di sfruttarla al meglio. La prima scelta della Casa fu Hailwood, ma l’inglese non era disponibile. Alla fine trovarono Phil Read, il quale, sul circuito di Ospedaletti, ripagò la fiducia in lui riposta, ottenendo una ottima seconda piazza. Il pilota inglese concluse al quarto posto la prova iridata di Imola, dopo esser stato a lungo in seconda posizione. La sua Ducati, venne infatti rallentata da "noie" al cambio. In quell'anno arrivò anche l'unica vittoria, ad opera di Gilberto Parlotti, nella gara internazionale di Skopia Locka, in Jugoslavia. Il progetto, poco dopo, veniva abbandonato per mancanza di fondi, dirottati sullo sviluppo della 750 GT di produzione, prima moto di grande cilindrata costruita a Borgo Panigale da cui poi derivatò la 750 SS vincitrice della 200 miglia di Imola con Paul Smart (sulla quale ho già pubblicato un post in precedenza).
Caratteristiche tecniche:
MOTORE
Tipo: 4 tempi, bicilindrico a L di 90°
Alesaggio e Corsa: 74 x 57,8 mm
Cilindrata: 496,92 cc
Rapporto di compressione: 10,8:1
Distribuzione: Monoalbero in testa, comandata da albero con coppie coniche, 2 valvole
Lubrificazione: Forzata con pompa a ingranaggi
Carburatore: Due carburatori Dell’Orto SSI con diffusore da 40 mm
Cambio: 5 rapporti
Trasmissione primaria: A ingranaggi
Trasmissione secondaria: A catena
Frizione: A dischi multipli a secco
CICLISTICA
Telaio: A doppia culla aperta in tubi d’acciaio
Sospensione anteriore: Forcella teleidraulica Marzocchi a perno avanzato
Sospensione posteriore: Forcellone oscillante e due ammortizzatori
Freno anteriore: A disco singolo
Freno posteriore: A disco

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