Nelle foto partendo dal basso:
1) Il pilota pesarese in sella alla Suzuki RG 500cc quattro cilindri nel 1978.
2) Graziano Rossi alla guida della Morbidelli 250cc nel 1979.
3) Il pilota di Pesaro sul podio mentre viene premiato per la vittoria ottenuta nel GP di Svezia del 1979 classe 250cc.4) Graziano Rossi scherza con Marco Lucchinelli, suo compagno di scuderia, nel 1980 alla presentazione di inizio anno del Team NAVA OLIO FIAT di Roberto Gallina.
5) Graziano Rossi, nel 1980 in sella alla Suzuki RG 500 gamma del Team di Roberto Gallina.
Segue breve biografia:
Graziano Rossi (Pesaro, 14 marzo 1954) è un ex motociclista italiano. La sua carriera a due ruote inizia quando diciottenne si cimenta nel motocross. Ottiene subito qualche vittoria tra i cadetti in sella ad una Maico 250cc. A ventuno anni però compie il passo decisivo e passa alla velocità. Disputa infatti il campionato italiano classe 250cc del 1975, in sella ad una Benelli, con la quale vince due gare e conclude al secondo posto nella classifica finale. L’anno successivo il salto di categoria che lo vede tra i seniores gareggiando con la Yamaha sia nella 250cc che nella 350cc. Il suo esordio nel motomondiale avviene nella classe 500 nel 1977 al Gran Premio delle Nazioni in sella ad una Suzuki RG 500cc. Nel 1978, sempre impegnato con la 500cc riesce ad andare a punti in due occasioni: sesto nel GP di Francia e nono in quello di Finlandia. La concorrenza è estremamente agguerrita, Marco Lucchinelli e Virginio Ferrari oltre ad essere piloti veloci, sono meglio equipaggiati: nella classe regina c’è spazio per un solo Team italiano di primo livello, il Team di Roberto Gallina e non farne parte preclude la possibilità di ottenere risultati di rilievo. Quando a Graziano Rossi arriva la proposta di Giancarlo Morbidelli, affinché gareggi con le sue moto, il pilota di Pesaro non perde l’occasione. La Morbidelli gli offre infatti una 250cc vincente con la quale disputare il mondiale. Nel 1979 gareggia quindi nella classe 250cc in sella alla moto del Costruttore di Pesaro: disputa 8 gran premi, ottenendo 3 vittorie (Gran premio di Jugoslavia, Gran Premio di Olanda e Gran Premio di Svezia) e 5 podi. E' proprio in questa stagione che ottiene il suo miglior piazzamento nel mondiale: terzo posto. Graziano Rossi infatti, si presenta al via della stagione in grande forma, ma la Casa pesarese, pur avendo una moto dotata di un ottimo propulsore, adotta un nuovo telaio a inizio stagione con risultati deludenti. Tornata al vecchio telaio, la moto si rivela di nuovo competitiva ma oramai il vantaggio acquisito nella classifica mondiale dal sudafricano Kork Ballington e dall'australiano Gregg Hansford, in sella alle loro fortissime “verdone” si rivela incolmabile. Oltre allo svantaggio tecnico di inizio stagione, Graziano incappa anche in una caduta quando era in testa nel GP di Gran Bretagna a Silverstone, regalando la vittoria al rivale e di fatto chiudendo la sua rincorsa al titolo iridato. Nel 1980 viene ingaggiato dal Team Gallina che schiera le Suzuki ufficiali e insieme a Lucchinelli, fa parte di una delle formazioni più interessanti al via della classe 500cc di quella stagione. La RG 500 Gamma, si dimostra competitiva e Graziano Rossi vanta l’esperienza necessaria per ambire al titolo iridato, nonostante la presenza di King Kenny Roberts, in sella alla Yamaha, faccia apparire l’impresa cosa assai ardua. Tutto sembra andare per il meglio, ma un grave incidente stradale ne condiziona il rendimento, tanto che a fine stagione non viene riconfermato a causa anche dei dissapori che si erano creati tra lui e il suo Team manager Roberto Gallina. Nonostante l’incidente, Graziano ottiene due podi nella stagione 1980 che e giunge al quinto posto nella classifica iridata. Questa rottura tra il pilota pesarese e il Team italiano che portava in gara le Suzuki, sancirà il declino nella sua carriera. L'anno successivo, con la stessa scuderia, Lucchinelli vincerà il mondiale e Graziano avrebbe potuto fare parte della “partita”. Nel 1982, ormai fuori dal giro dei grandi, corre con una Yamaha privata. Nella "200 miglia" di Imola cade rovinosamente e ha salva la vita grazie al tempestivo intervento dei medici della clinica mobile che lo dovettero “intubare” a bordo pista per salvargli la vita. Dopo essersi ristabilito, decide di abbandonare le corse su due ruote per tentare la strada dei Rally. Ancora oggi si cimenta in varie discipline automobilistiche. Graziano Rossi come tutti sanno e’ il padre del campionissimo di Tavullia: Valentino Rossi, che nacque appunto dalle sue nozze con la bella Stefania. Oggi si dedica all’attività del figlio, seguendolo come un’ombra sui campi di gara ed essendo suo consigliere, specie dopo la vicenda legata ai guai col fisco da parte di Valentino, avvenuta nel 2007. Graziano Rossi, si affaccia alla ribalta del motociclismo insieme a Virginio Ferrari, Marco Lucchinelli e Franco Uncini (dei quali ho già pubblicato dei posts in precedenza). Questo quartetto di “ragazzi terribili” è di fatto la nuova generazione di piloti italiani ha preso l’eredità di porta colori dell’Italia, da quella plurivittoriosa di Agostini, Pasolini e Villa. Graziano Rossi, così come Virginio Ferrari è un pilota che ha raccolto molto meno dalla sua carriera agonistica di quanto avrebbe potuto in base alle sue capacità e alla sua velocità in pista. In totale ha preso il via in 48 Gran Premi del Motomondiale, conquistando 3 vittorie e 7 podi. Oltre che per le belle affermazioni nei GP, era famosissimo nel paddock per il suo comportamento da guascone e per il suo carattere sempre incline allo scherzo. Uno degli aneddoti più famosi che lo riguarda, risale ai tempi della rottura dei rapporti con Roberto Gallina e dal suo conseguente licenziamento dal Team Suzuki. Graziano in tutta risposta al suo ex team manager, sbeffeggiandone il cognome, un sabato pomeriggio si presentò alla “promenade” sul lungo mare di Pesaro con una gallina al guinzaglio. Tutt’oggi è famosissimo per le sue immancabili cravatte colorate e per le sue bretelle che contribuiscono a dare colore a questo simpatico personaggio. Graziano Rossi fa parte di una schiera di piloti italiani che a cavallo della seconda metà degli anni settanta e la prima degli ottanta ha dato tanto al nostro motociclismo. Lui e Lucchinelli con le loro “bravate” hanno contribuito a fare appassionare alle due ruote tantissimi ragazzini in quel periodo, mostrando al mondo che l’agonismo della pista, poteva comunque dare spazio al divertimento. In questo Valentino Rossi è in tutto e per tutto il suo erede.
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