mercoledì 14 gennaio 2009

L'armatura dei cavalieri..























































































Nelle foto partendo dal basso dalla 1 alla 8:
La tuta da gara di Giacomo Agostini (MV AGUSTA), Barry Sheene (SUZUKI), Anton Mang (KAWASAKI), Kenny Roberts (YAMAHA), Freddie Spencer (HONDA), Marco Lucchinelli (CAGIVA), Franco Uncini (SUZUKI) e Kevin Schwantz (SUZUKI).
Nelle foto 9 e 10 invece si vede la mia tuta 2009.
E' da un po' di tempo che penso di pubblicare questo post. Non voglio assolutamente parlare di evoluzione tecnica di capi e materiali, di sicurezza che va aumentando nell'attrezzatura tecnica dei motociclisti, ecc. ecc. E' innegabile che il livello di protezione raggiunto dai capi tecnici al giorno d'oggi è molto elevato e che le maggiori Case che producono questi articoli investono ingenti capitali in costi di ricerca e sviluppo a tutto vantaggio dell'utente che li indosserà.. La mia è una valutazione più personale e sicuramente meno utile; e' una valutazione più romantica che risale a quando da bambino mi sono appassionato di moto. Ai tempi, quando ancora non avevo neppure il "cinquantino" e davo virtualmente "gas alla mia bicicletta", sognavo già il giorno in cui avrei posseduto e guidato una moto mia, indossando una di quelle meravigliose tute in pelle che allora si vedevano per lo più solo in televisione durante i GP (la diffusione delle tute tra i motociclisti che giravano su strada nei primi anni ottanta era alquanto scarsa). Crescendo ho avuto il cinquantino e poi il 125.. Ai tempi avevo in parte coronato il mio sogno, avendo a disposizione una moto e una tuta in cordura (possedevo il Tuareg Wind dell'Aprilia, ma essendo la mia moto una enduro, avevo comprato le protezioni fuoristradistiche). Nel 2000 ho posseduto una SUZUKI GSX 600cc, ma anche allora non avevo acquistato la tuta completa. Avevo infatti solo un giacchetto.. Il sogno si è finalmente avverato nel 2008: ho ricomprato la moto (una MOTO GUZZI V11) e finalmente ho acquistato anche la tuta in pelle.. Io non sò se é un effetto che ha dato solo a me (e agli amici a cui l'ho chiesto..) o é una sensazione che i più provano: una volta indossata ho sentito (e non dovrebbe essere così..) l'effetto invulnerabilità. Mi sono sentito protetto da una corrazza che mi ha permesso sin da subito di piegare di più la moto, sentendomi maggiormente parte di essa. La mia stessa sensazione la hanno provata anche altri ragazzi con i quali ho parlato in merito a questo discorso. Purtoppo quello che sentiamo, non corrispende alla realtà dei fatti, in quanto la tuta, sebbene sia utile, non ci salva la vita. E' bene sempre tenere a mente che la protezione maggiore ci arriva dalla nostra testa e dalla prudenza con la quale guidiamo le nostre moto.

2 commenti:

FolleRumba ha detto...

ciao,
1984,Gilera RV125 bianca con rifiniture rosse e nere, e tuta Dainese spezzabile,rossa con inserti bianchi e neri.
Che periodo.
è vero con la tuta c'è il rischio di sentirsi "troppo pilota".

un saluto
ciao
follerumba

Enrico Zani ha detto...

Ciao, ti ringrazio come sempre per seguire il mio blog e per postare i tuoi commenti, che sono sempre ben accetti!
Cavolo, avevi la tuta gia' nel 1984 accostata ad un 125!?!? Ti faccio i miei complimenti, in quegli anni la maggior parte della gente non indossava neppure il caso, anche con moto di grossa cilindrata..
Io nei primi ottanta(ero un bambino), ricordo i giacchetti dei motociclisti in pelle nera, con su la toppa col gruppo sanguigno e ricordo gli stivaletti con la zip laterale e il tacco.. Che tempi!!!