Dopo alcuni anni di assenza dalle gare del motomondiale, la casa giapponese, in parte ispirandosi all'otto cilindri della Moto Guzzi di cui era apprezzato lo studio teorico del plurifrazionamento ma che non poteva essere replicato visto che il regolamento in atto dal 1970 vietava i motori con più di 4 cilindri, progettò un motore quadricilindrico a pistoni ovali (ottenuti dalla fusione di due singoli pistoni in un unico pezzo), dotati ognuno di due bielle e di due candele.
I motivi che forse hanno spinto Honda ad adottare questo schema motoristico, non erano dati solo dal maggior numero di valvole a disposizione, ma anche e soprattutto per gli innumerevoli vantaggi della forma ovale che garantiva un maggiore sfruttamento dei volumi delle camere di combustione, un contenimento delle vibrazioni e delle forze torcenti distribuite in modo migliore sull'albero motore.
Tra le altre cose la NR rappresentò anche il tentativo di ritorno alle motorizzazioni a 4 tempi in un periodo in cui le competizioni erano dominate dalle due tempi. Questa moto, utilizzata dal 1979 al 1981 nelle competizioni della Classe 500, fu la prima e ultima sportiva ad adoperare i pistoni ovali, fu la prima per originalità e fu anche l'ultima, per via dei risultati finali, veramente sconfortanti visto che la moto non riuscì ad aggiudicarsi nessun punto in classifica, che sconsigliò tentativi successivi.
Questa moto era per i suoi tempi un progetto rivoluzionario, firmato da "Soichiro Irimajiri": Honda presentò un motore otto cilindri a V mascherato da 4 cilindri, in grado di raggiungere un limite massimo di rotazioni pari a 23.000 rpm, presentando però come contropartita una notevole inaffidabilità, dimostrata dai frequenti guasti meccanici.
Un'altra particolarità di questo modello era il telaio monoscocca, in lamierino d'alluminio da 1 mm, quindi con parte della carenatura integrata al telaio o viceversa, il perno del forcellone era sullo stesso asse del pignone della trasmissione, in modo da non interferire con la catena, le ruote erano da 16 pollici, i due radiatori erano posizionati ai lati del telaio e le forcelle avevano come caratteristica le molle esterne (a vista, posizionate davanti lo stelo).Nel 1980 Honda, per via delle difficoltà riscontrate con il modello d'esordio ("0X") che nel gran premio di Francia non era riuscito neppure a qualificarsi per la gara, decise di provare un ritorno alla configurazione classica del tempo con ruote da 18 pollici, una forcella classica, un radiatore frontale e un telaio a traliccio in tubi con il modello "1X", lo sviluppo continuò con il modello "2X" del '81 e lo sviluppo della moto anche se non partecipa al motomondiale perché sostituita dalla NS 500 nel '82, continuo ulteriormente fino al '83 con il modello "3X".
I motivi che forse hanno spinto Honda ad adottare questo schema motoristico, non erano dati solo dal maggior numero di valvole a disposizione, ma anche e soprattutto per gli innumerevoli vantaggi della forma ovale che garantiva un maggiore sfruttamento dei volumi delle camere di combustione, un contenimento delle vibrazioni e delle forze torcenti distribuite in modo migliore sull'albero motore.
Tra le altre cose la NR rappresentò anche il tentativo di ritorno alle motorizzazioni a 4 tempi in un periodo in cui le competizioni erano dominate dalle due tempi. Questa moto, utilizzata dal 1979 al 1981 nelle competizioni della Classe 500, fu la prima e ultima sportiva ad adoperare i pistoni ovali, fu la prima per originalità e fu anche l'ultima, per via dei risultati finali, veramente sconfortanti visto che la moto non riuscì ad aggiudicarsi nessun punto in classifica, che sconsigliò tentativi successivi.
Questa moto era per i suoi tempi un progetto rivoluzionario, firmato da "Soichiro Irimajiri": Honda presentò un motore otto cilindri a V mascherato da 4 cilindri, in grado di raggiungere un limite massimo di rotazioni pari a 23.000 rpm, presentando però come contropartita una notevole inaffidabilità, dimostrata dai frequenti guasti meccanici.
Un'altra particolarità di questo modello era il telaio monoscocca, in lamierino d'alluminio da 1 mm, quindi con parte della carenatura integrata al telaio o viceversa, il perno del forcellone era sullo stesso asse del pignone della trasmissione, in modo da non interferire con la catena, le ruote erano da 16 pollici, i due radiatori erano posizionati ai lati del telaio e le forcelle avevano come caratteristica le molle esterne (a vista, posizionate davanti lo stelo).Nel 1980 Honda, per via delle difficoltà riscontrate con il modello d'esordio ("0X") che nel gran premio di Francia non era riuscito neppure a qualificarsi per la gara, decise di provare un ritorno alla configurazione classica del tempo con ruote da 18 pollici, una forcella classica, un radiatore frontale e un telaio a traliccio in tubi con il modello "1X", lo sviluppo continuò con il modello "2X" del '81 e lo sviluppo della moto anche se non partecipa al motomondiale perché sostituita dalla NS 500 nel '82, continuo ulteriormente fino al '83 con il modello "3X".
Info by Wikipedia:
Nessun commento:
Posta un commento