Alberto Pagani é nato a Milano il 29 agosto del 1938, e risiede a Schiranna (Varese) con la moglie Gitty, di origine tedesca, e con la figlia Nadia, nata nel 1965 (per curiosità va segnalato che la sorella di Gitty è moglie di un altro celebre corridore motociclista: il neozelandese Frank Perris). E' il figlio primogenito del grande pilota Nello Pagani. Ha intrapreso la carriera da motociclista professionista nel 1956, diciott’anni, gareggiando in circuito nella categoria juniores con le MV 125 ufficiali, grazie all’intervento del padre, che a quei tempi era direttore sportivo della Casa. Se gli inizi furono facilitati, dopo che la MV lasciò questo settore Alberto Pagani si adattò a fare la gavetta con una Ducati 125 monoalbero, con la quale disputò delle buone corse in Italia e si spinse ben presto all’estero per fare in fretta quell’esperienza indispensabile per divenire un campione di fama internazionale. Nel 1960 lo troviamo già al Tourist Trophy dell'Isola di Man dove corre nella classe 125 con una MV prestatagli dall’amico Webster (in sella alla quale coglie il dodicesimo posto nella classifica di categoria) e nelle classi 350cc e 500cc (trentunesimo e ventinovesimo) con le Norton Manx del preparatore Lacey. Quello stesso anno porta al debutto a Stoccarda anche la Aermacchi 250cc, ma senza fortuna. Va comunque dato ad Alberto Pagani il merito di aver convinto la Casa varesina a tentare la via dei gran premi, pilotando la 175cc e battendo così per primo una strada che avrebbe in seguito portato la Aermacchi a produrre in serie le sue 250cc e 350cc ad aste e bilancieri per corridori privati oltre che a partecipare ufficialmente alle gare (sulla Aermacchi HD ho pubblicato un post in precedenza). Nel ‘61 con la Aermacchi 175cc, Alberto Pagani coglie la sua prima importante vittoria nella combattutissima gara per le moto sport a Monza. Sempre con la Aermacchi coglierà altri due successi importanti successi in una gara prestigiosa come la Sei Ore di Monza. Nel ‘64 è vincente in coppia con Visenzi e nel ‘65, si ripete in coppia con Mandolini. Con le Aermacchi 250cc e 350cc Alberto corre dovunque all’estero, anche in prove di campionato mondiale, e nel ‘62 lo troviamo ben piazzato in alcune importanti gare fra cui il TT, (dove è quinto nella 250cc). Nel ‘62 la Honda gli affida per il G. P. delle Nazioni a Monza una 125cc e una 250cc quattro cilindri che Alberto porta brillantemente al terzo posto dopo Redman (Honda) e Provini (Morini); con la 125cc è quinto. Nel ‘63 è anche alla guida delle Kreidler 50cc ufficiali, con le quali, insieme ad altri buoni piazzamenti, è terzo al G.P. d’Argentina, in un campionato dominato dalle Suzuki. Nel ‘64 corre con la Paton 250cc con la quale, oltre al notevole terzo posto al Tourist Trophy di cui si è già detto, si piazza quinto al Sachsenring. Nel ‘65 una brutta caduta al G.P. delle Nazioni a Monza lo immobilizza per qualche tempo. Nel ‘66 vanno ricordati i bei terzi posti ottenuti a Monza con le Aermacchi 250cc e 350cc e a Fisco, in Giappone, con la 350cc. Nel ‘67 altri buoni risultati con la Aermacchi 350cc: quarto a Hockenheim, quarto al Tourist Trophy, quinto a Brno e quarto a Monza. Nel ‘68 corre con la Linto 500cc (una bicilindrica realizzata dal progettista Lino Tonti in collaborazione col V. Premoli, costituita da due motori Aermacchi 250 accoppiati). Con questa macchina Alberto Pagani è secondo al Sachsenring dopo Agostini e quarto a Monza. Meglio ancora gli riuscirà di fare nel ‘69 perchè porterà alla vittoria la Linto nel Gran Premio delle Nazioni a Imola (assenti Agostini e la MV per polemica sul cambiamento di sede Monza-Imola), conquistando il suo primo successo in un gran premio. Anche nel ‘70, con la stessa macchina, fanno spicco i terzi posti al Gran Premio di Francia a Le Mans, ad Assen e a Imatra. Nel ‘71 e nel ‘72 viene finalmente ingaggiato dalla MV (orfana di Angelo Bergamonti) che in caso di defaillance della macchina di Agostini, sente il bisogno di un secondo pilota, ligio però alle disposizioni e non battagliero come lo era stato il "Berga" (di cui ho pubblicato un post in precedenza). In questi due anni Alberto Pagani raccoglie alcune soddisfazioni di rilievo con la vittoria a Monza nel 71, classe 500, mentre nel ‘72, sempre nella 500, spiccano i secondi posti del Nurburgring, di Imola, del Tourist Trophy, di Assen, del Belgio, di Imatra, e la vittoria al G.P. di Jugoslavia. Alberto Pagani finisce secondo nella graduatoria mondiale e in quella di campionato italiano, ed è con questi brillanti risultati che chiude la sua intensa e proficua carriera.
Alberto Pagani, era un bel ragazzo intelligente, signorile e spigliato nel modo di fare, perfettamente padrone dell’inglese e del saper vivere internazionale. E' stato dunque uno dei migliori piloti italiani degli Anni Sessanta, ma pur avendo ottenuto importanti affermazioni anche in gare di campionato mondiale, per un insieme di circostanze non ha raggiunto i più elevati traguardi. D’altro canto, in cuor suo, è probabile che non mirasse neppure così in alto, conscio della realtà degli eventi che gli impedivano, quando non disponeva delle moto competitive, di sognare affermazioni impossibili e peraltro, quando con la MV tre cilindri ebbe il mezzo all’altezza, il suo ruolo di gregario di Agostini gli impedì impennate fuori luogo. Per queste potenti ma impegnative motociclette, Alberto Pagani non aveva forse neppure la necessaria esuberanza fisica, tanto che dolori ai polsi nei circuiti più tormentati (come Ospedaletti) lo misero talvolta in difficoltà. Alberto Pagani non vanta dunque titoli mondiali o italiani, ma la vittoria in alcune gare di campionato mondiale con Linto ed MV, alcune vittorie internazionali in varie cilindrate, eccellenti prestazioni tra cui fa spicco un terzo posto ottenuto al Tourist Trophy dell'Isola di Man con la Paton 250 nel ‘64 e un secondo con la MV 500 nel ‘72. Atri importanti traguardi furono la conquista di alcuni record mondiali con la Moto Guzzi nel ‘69. A conclusione della sua carriera, nel 1972, era tra i piloti che potevano vantare una delle più complete esperienze, avendo corso in ogni parte del mondo, compresi Sudamerica e Giappone, e in tutte le cilindrate, compresa la classe 50cc nella quale portò in corsa, in forma ufficiale le tedesche Kreidler. Una carriera pertanto invidiabile (costellata anche da alcuni incidenti, nessuno dei quali veramente grave) che ancor giovane, ad attività conclusa, gli ha consentito di godere di una ben meritata reputazione di serietà e competenza messa a frutto come direttore sportivo di importanti team, dopo essere stato, per lungo tempo, collaudatore di prototipi prima alla Aermacchi, quindi alla MV Agusta: un lavoro faticoso e certamente più modesto di altri incarichi a livelli superiori cui avrebbe potuto assurgere facilmente, ma cui ha rinunciato per il piacere di avere sempre una motocicletta a portata di mano. Ai tempi in cui correva era famosa la sua stima per il grande Mike Hailwood. Alberto, in onore del fuoriclasse inglese, adotto' un casco con la medesima grafica, ma a colori invertiti, per rispetto a quello che ha sempre considerato come il piu' grande di tutti i tempi.
2 commenti:
gran pilota e gran personaggio.
Non lo conoscevo.
Ottimo post, come sempre.
ciao
follerumba
Grazie per i complimenti! Sono sempre ben accetti, tanto piu' che sei un mio assiduo lettore..
Contraccambio, facendoti i miei piu' sinceri complimenti per il tuo Blog..
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